Provate a parlare della Finlandia a un conoscente, o a un turista che non ci sia mai stato. In genere ne sa ben poco, e magari confonde Helsinki con Oslo, ma senza essere richiesto vi rovescerà addosso una montagna di luoghi comuni, gran parte dei quali privi di logica se non incomprensibili. Insieme con classiche domande tipo”lì fa sempre freddo? ma lì fa sempre buio?” l’ignaro vi chiederà immancabilmente: “Ma è vero che lì tutti… tanti si suicidano?” Bene, allora vediamo di deluderlo, così poi ci mettiamo una pietra sopra.
L’arvicola dei boschi è un piccolo roditore molto diffuso e, incontrandolo durante una passeggiata, non dovrebbe causare scene di panico e terrore come se si avvistasse un lupo.
La lista degli animali più pericolosi della Finlandia è stata stilata dal Tilastokeskus, l’Istat finlandese, e riportata sull’Helsingin Sanomat lo scorso giugno. A prima vista può risultare controintuitiva, perché le nostre paure si concentrano verso animali come orsi o vipere, catalogati come pericolosi nell’immaginario, ma causa di una sola morte ciascuno. In realtà statisticamente sono assai più letali gli animali presenti in grandi numeri, come gli insetti, e quelli domestici, con cui gli umani hanno interazioni frequenti.
Gli animali più letali in Finlandia tra il 1998 e il 2015
Alce 101 Fonte: Tilastokeskus |
L’animale che uccide di gran lunga più persone è l’alce, che è frequentemente causa di incidenti stradali come questo, tanto che in lungo le autostrade finlandesi sono spesso installate reti metalliche per impedirne l’attraversamento. Causando complessivamente meno 250 morti in 17 anni, gli animali sono solo però una frazione degli oltre 50000 decessi annui che avvengono in Finlandia.
Come nella stragrande maggioranza dei Paesi industrializzati, Italia inclusa, le cause più comuni di morte sono le malattie cardiocircolatorie (37%) e i tumori (24%). Da notare il costante declino dei decessi per malattie circolatorie di persone in età lavorativa, anche grazie a un impegno a cambiare dieta e abitudini dei finlandesi iniziato negli anni ‘70, quando la popolazione era fra quelle in peggior forma fisica al mondo.
Fonte: Tilastokeskus
Guardare gli svariati modi in cui il Tristo Mietitore viene a bussare alla porta (inclusa l’occasionale mousse al salmone dopo una “caciottina deliziosa”, per citare di nuovo i Monty Python) ricorda quanto alla fine siamo delle creature piuttosto fragili, al contrario di come certi stereotipi che sembrano invece molto recidivi e duri a morire.
Fonte: The New Yorker
Tra questi la Finlandia come “terra dei suicidi”: guardando i numeri recenti la Finlandia è solo poco al di sopra della media europea, dietro a nazioni come Francia, Polonia e gli stati Baltici. Nel 2015 solo l’1% delle morti in Finlandia è dovuta a un suicidio, ma non c’è da negare che in passato la percentuale fosse molto più alta. Sta di fatto che dagli anni ‘90 è in costante calo anche grazie a campagne di prevenzione.
Suicidi ogni 100000 abitanti divisi fra uomini (Miehet) e donne (Naiset) – Fonte: Tilastokeskus
Uno stereotipo con più fondamento è quello riguardante l’abuso di alcool, causa del 3% delle morti, 15% tra le persone di età lavorativa, e solo in lieve calo dopo una crescita notevole negli ultimi decenni; secondo il l’Organizzazione mondiale della sanità in Italia i decessi dovuti all’alcol sono meno del 2%.
Sia i suicidi sia le morti collegate all’alcol sono entrambi fenomeni prevalentemente maschili. Come lo sono gli annegamenti, che ogni anni anno in Finlandia contano tra le 150 e 200 vittime, con un picco durante il weekend di San Giovanni, quando cresce anche il consumo di alcol. Questi incidenti, secondo la versione popolare, sono dovuti a uscite in barca senza giubbotto salvagente, spesso in solitaria, dove si consumano ingenti quantità di birra. Quando poi arriva il bisogno di svuotare la vescica, la futura vittima tenterebbe la manovra alzandosi in piedi su gambe malferme, sbottonandosi i pantaloni finendo per far ribaltare la barca e realizzando troppo tardi di essere troppo ubriaco per nuotare. Non ci sono conferme assolute a questa storia, altrimenti morire con la patta aperta sarebbe meritevole di un Premio Darwin.
La Rondine – 13.7.2017