Elezioni politiche finlandesi 2019: i partiti

Eduskuntatalo

Fra un mese in tutta la Finlandia si apriranno le urne per le elezioni politiche e verranno eletti i 200 membri del Parlamento. Poiché le elezioni finlandesi avvengono su base proporzionale, il capo del partito vincitore si troverà davanti alla non facile impresa di trovare le alleanze giuste per avere la maggioranza e formare un governo che affronti di nuovo il tema della riforma del sistema sanitario, alla luce anche dei recenti scandali sui maltrattamenti degli anziani in strutture private.

SDP – Socialdemocratici

I socialdemocratici, il partito più vecchio del Paese che risale addirittura al 1899, prima dell’indipendenza nazionale. I socialdemocratici sono un partito di sinistra moderata molto legato ai sindacati, dopo anni di cali precipitosi dovuti anche opinioni poco chiare riguardo l’immigrazione, hanno ripreso quota e sono dati come potenziale primo partito alle elezioni 2019 (sono dati al 21%, dopo che alle scorse elezioni avevano racimolato solo il 16,5% e non hanno un primo ministro dal 1999). Il loro leader dal 2014 è l’ex sindacalista Antti Rinne, il potenziale nuovo premier non è particolarmente carismatico ed è appena tornato da una lunga convalescenza per problemi cardiaci. Lo possiamo ammirare alla guida dell’autobus che, secondo lo slogan elettorale, “probabilmente va nella tua stessa direzione”

KESKUSTA – Centro

Il Keskusta è un partito conservatore di centro con radici nelle campagne e nelle aree rurali, discende infatti dal partito agrario del presidente Urho Kekkonen, ed è guidato dal primo ministro Juha Sipilä, che si è dimesso a poche settimane dalle elezioni ha con le manovre poco popolari, ufficialmente per il fallimento della riforma del sistema sociosanitario, ma secondo molti come ultimo tentativo per evitare una pesante batosta alle urne. Le manovre poco popolari del governo hanno fatto perdere posizioni al partito, che è dato in calo di oltre 6 punti al 14%.

La loro campagna “Azioni degne della Finlandia” si incentra sui valori della famiglia, del clima e della sicurezza 
https://www.keskusta.fi/Eduskuntavaalit-2019

KOOKOMUS – Alleanza Nazionale

Il Kookomus è il partito di destra tradizionale, votato nelle aree urbane e tra i ceti più alti. Il presidente in carica Sauli Niinistö viene da questo partito e sono stati il primo partito nella legislatura precedente 2011-2015 coi primi ministri Katainen e Stubb. Ora sotto lo guida di Petteri Orpo, attuale ministro delle finanze abbastanza apprezzato, sono riusciti a limitare i danni, i sondaggi li danno infatti intorno al 16%, un calo di solo un paio di punti rispetto al 18% del 2015.

La loro campagna elettorale “Crediamo nella Finlandia”, che includono dei cartelloni a favore delle auto private lungo le autostrade del Paese, ha già creato alcuni meme, soprattutto dopo la caduta del governo.

VIRHEAT – Verdi


I Verdi sono un partito ecologista (vi ricordate Rutelli?) fondato negli anni ‘70 con poco chiare posizioni ideologiche, sono infatti alternatamente accusati di essere troppo di sinistra o troppo di destra. Sono dati in forte crescita, 13% rispetto all’8% delle scorse elezioni, e sono votati soprattutto dai giovani nelle zone urbane. Tutto questo nonostante problemi alla leadership e un paio di scandali, come i 22000 euro spesi in taxi dal deputato Jani Toivola o la gita post-divorzio a Stoccolma del segretario Touko Aalto, che è andato prima in malattia per poi a dimettersi. Il vuoto di potere è stato colmato riluttantemente da Pekka Haavisto, noto per essere stato il primo candidato alla presidenza apertamente omosessuale (e col cui partner, un parrucchiere sudamericano, i tabloid sono andati a nozze).

PERUSSUOMALAISET – Veri finlandesi

I Perussuomalaiset, partito fondato nel 1995 dall’attuale ministro degli esteri Timo Soini, sono tendenzialmente populisti e poco favorevoli all’immigrazione, critici dell’Unione Europea e in genere su posizioni di destra. Dopo la famosa vittoria del 2011 , lo “jytky”, non vollero andare al governo. Quando si ripresentarono nel 2015 presero ancora più voti si unirono all’esecutivo di Sipilä. Una crisi di governo ha portato a una scissione del partito: l’ala più estremista, con qualche legame con gruppi neonazisti (ora illegali), guidata da Jussi Alla-Aho, è dovuta uscire dal governo, mantenendo però il nome del partito. Sono dati al 13%, in calo dal 17% del 2015 quando il partito era unito.

L’ala più “moderata”, è ora parte di un nuovo gruppo chiamato Sininen Tuleivaisuus (Futuro azzurro), guidato da Soini, ma gli “azzurri” non sembrano aver raccolto interesse tra la gente (solo un paio di punti percentuali nei sondaggi), ancora meno adesso che Soini ha annunciato che non si candiderà a queste elezioni.

VASEMMISTOLIITTO – Unione di sinistra

Il Vasemmistoliitto è un partito di sinistra con radici nel partito comunista, un po’ quello che era la nostra Rifondazione se fosse sopravvissuta. Con posizioni nettamente femministe, favorevoli a un (vero) reddito di cittadinanza, ha riguadagnato popolarità negli ultimi anni grazie soprattutto alla guida della giovane e carismatica Li Andersson. I sondaggi lo danno intorno al 9%, due punti in più rispetto al 2015. Il loro slogan elettorale è “Una Finlandia equa per tutti, non per pochi”

SUOMEN RUOTSALAINEN KANSANPUOLUE – Partito finnosvedese

RKP (o SFP in svedese) è il partito della minoranza linguistica svedese, un vago equivalente italiano è il Südtirol Volkspartei, anche se RKP è un partito nazionale, votato soprattutto nelle zone costali dove si concentra la popolazione di madrelingua svedese. Le tendenze politiche sono poco definite, con tendenze conservatrici e liberali ma soprattutto incentrate sulla difesa della lingua. In genere entrano sempre nella maggioranza, ma sono stati all’opposizione del governo Sipilä per via della politica molto chiara dei perussuomalaiset sull’abolizione dell’insegnamento obbligatorio dello svedese nelle scuole. Sono dati stabili al 4,9%, e va detto che i finnosvedesi sono circa il 5,5% della popolazione.

KRISTILLISDEMOKRAATIT – Cristianodemocratici

Il KD è l’unico partito apertamente religioso, anche se non ci sono legami ufficiali con la Chiesa luterana. Fondato alla fine degli anni ‘50 con posizioni nette contro l’aborto, l’uso di alcolici e la sessualità, hanno mantenuto posizioni ultraconservatrici negli anni 2000 sotto la guida di Päivi Räsänen. Hanno ammorbidito le loro posizioni dopo l’uscita di Räsänen nel 2015, quando alla leadership è arrivata la meno fanatica Sari Essayah, nota soprattutto come ex campionessa di marcia. Sono dati stabili al 3,5%.

Altri partiti

Liike Nyt è un partito fondato nel 2018 sul modello francese di “En Marche” (di cui il nome finlandese è una traduzione) da Hjallis Harkimo, noto capitano d’industria e personaggio televisivo (è stato l’equivalente di Donald Trump nella versione finlandese del programma The Apprentice) e Mikael Jungner, l’ex capo della tv nazionale nonché ex parlamentare per i socialdemocratici. Quest’ultimo però, nonostante resti nel partito, non è candidato alle elezioni 2019.

Da menzionare anche Paavo Väyrynen, è un cimelio dei tempi della prima repubblica (fu ministro negli anni ‘70) che nel tentativo di rimanere rilevante è diventato quasi una macchietta. Dopo essere stato cacciato da un partito lui stesso aveva fondato per la sua candidatura alle presidenziali del 2018, fonda il “Movimento 7 stelle”, ispirato dai cinquestelle italiani, e candida per le europee Ilja Janitskin, l’uomo condannato a 22 mesi per essere a capo di MV-Lehti, sito pieno di contenuti razzisti, cospiratori e la principale fonte di fake news finlandesi finanziata dalla Russia.

Infine tra i partiti che molto probabilmente non prenderanno nessun seggio ci sono quello femminista (che però ha un seggio nel consiglio comunale di Helsinki), uno per la difesa degli animali e anche il partito pirata, incentrato sulla libertà personale e contro il diritto d’autore.