Invisible Heroes: un eroico diplomatico finlandese nel posto sbagliato al momento sbagliato

Il poster della serie TV Invisble heroes. Kaiho Republic

Tapani Brotherus ha 35 anni quando, con la moglie Lysa e due figli, viene spedito a Santiago del Cile in qualità di chargé d’affaires, funzionario diplomatico del Ministero degli Esteri finlandese. Il suo compito è instaurare rapporti commerciali con il Cile di Salvador Allende e scoprire qualche pezzo di foresta interessante per costruirci delle cartiere.

Brotherus ha a disposizione qualche mese di strette di mano, partite di golf e cene a bordo piscina prima dell’11 settembre 1973. Quell’11 Settembre, quando il generale Augusto Pinochet prende il comando con un colpo di stato finanziato dagli Stati Uniti. Pinochet sospende lo stato di diritto e crea una dittatura che, sistematicamente e per decenni, annienterà ogni forma di resistenza e opposizione. E per farlo il regime cileno non esiterà a usare torture, omicidi e internamenti forzati.

Brotherus, in collaborazione con il suo vice Ilkka Jaamala, l’ambasciatore svedese Harald Edelstam (fino alla sua rimozione dal Paese come persona non grata) e un funzionario della Germania Orientale, riuscirà a mettere in salvo migliaia di persone elargendo visti e lasciapassare per Berlino Est e Helsinki. 182 rifugiati finiranno in Finlandia e 1700 nella Repubblica Democratica Tedesca.

In Finlandia per decenni nessuno si era interessato di Brotherus e della sua azione umanitaria, che il Ministero degli Esteri aveva cautamente tollerato. Era diventato ambasciatore, aveva passato anni all’estero ed era andato in pensione, dedicandosi continuamente come volontario alla solidarietà internazionale e ai diritti umani. È soltanto grazie a Heikki Hiilamo, Professore di Politiche Sociali all’Università di Helsinki, che la storia di Brotherus è uscita dagli stretti circoli diplomatici con il libro Kuoleman listat. Suomalaisten salainen apu Chilen vainotuille (Le liste della morte. L’aiuto segreto dei finlandesi ai perseguitati cileni, 2010, ripubblicatto quest’anno con il titolo Näkymättömät sankarit).

Finlandia e Cile all’inizio degli anni ’70 sono due universi lontanissimi fra loro: il Cile trasformato da socialdemocrazia in una dittatura neoliberista manovrata da Washington, la Finlandia un Paese neutrale che tenta in tutti i modi di mostrarsi occidentale, nonostante il giogo economico di Mosca. Brotherus è l’uomo giusto nel posto sbagliato al momento sbagliato, perfetto per una serie tv.

Da pochi giorni la storia di Brotherus è infatti diventata Invisible Heroes, una serie in sei episodi di un’ora. Il primo episodio è stato trasmesso il 21.4 sul primo canale della televisione nazionale YLE. Naturalmente Invisible Heroes è anche disponibile nella sua interezza su YLE Areena, per chi come noi non ha saputo resistere e si è lanciata nel binge watching.

La serie è una co-produzione tra YLE e la cilena Parox, scritta da Tarja Kylmä e Manuela Infante e diretta da Mika Kurvinen e Alicia Scherson. La storia di Brotherus, della sua famiglia e dei suoi collaboratori è molto fedele a quella reale; il Cile degli anni ’70 è reso egregiamente, sia nel descrivere l’atmosfera tesa del dopo golpe, sia nel tratteggiare il mondo delle ambasciate e il lavoro della diplomazia.

La serie è in finlandese e spagnolo, con l’uso anche dello svedese e del tedesco in alcune scene, quindi può essere goduta solo con sottotitoli, ma questo contribuisce ulteriormente al realismo nella ricostruzione della vicenda.
Come nel caso di M/S Romantic (che abbiamo già recensito qui) e dei nuovi Moomit, anche Invisible Heroes determina un notevole cambio di registro nella cinematografia televisiva della YLE, che comincia ad avere un respiro internazionale, pur mantenendosi orgogliosamente pubblica.

Giacomo Bottà
Accademico specializzato in studi urbani con una passione per la musica, ha lasciato la natia Valtellina per la Germania, solo per ritrovarsi a Helsinki.