Hannimari Heino vince il premio Flaiano per la sua traduzione di Montale

La 46a edizione dei Premi internazionali Ennio Flaiano a Pescara, promossi e organizzati dalla Fondazione Edoardo Tiboni e dall’Associazione Culturale Ennio Flaiano, quest’anno ha raddoppiato con due cerimonie di premiazione. I premiati delle storiche sezioni di Letteratura, Teatro, Cinema, Televisione e Radio riceveranno l’ambito Pegaso d’oro nell’ambito di due distinte serate

Si è cominciato sabato 6 luglio alle ore 20,30 all’Aurum di Pescara, con la consegna dei premi ai vincitori della Letteratura.

Poi domenica 7 luglio sempre alle 20,30 in piazza Salotto a Pescara vengono decretati i vincitori delle sezioni di Teatro, Cinema, Televisione e Radio.

A noi interessa segnalare il 18° Premio internazionale di Italianistica, nell’ambito dei premi letterari, volto a promuovere la diffusione della cultura italiana nel mondo, che ha selezionato tre opere:

Alla premiazione, Hannimari Heino a destra con Chiseko Tanaka e Alessandro Carrera (Foto F. Urbini)

Alessandro Carrera per “Fellini’s Eternal Rome: Paganism and Christianity in Federico Fellini’s Films”; Chiseko Tanaka per “Gioventù, Pier Paolo Pasolini no seishun”, e Hannimari Heino per  “Eugenio Montale: Portami il girasole. Poesie scelte 1918-1980” (editore Parkko) , opera quest’ultima che rappresenta la prima pubblicazione della produzione poetica di Montale in lingua finlandese.

La nostra incursione nel Premio Flaiano è naturalmente dovuta a quest’ultimo volume. Possiamo essere felici di dire che avevamo visto giusto. Il bel lavoro di Hannimari Heino, poetessa e traduttrice di lunga esperienza, l’avevamo segnalato per tempo, alla sua uscita, e l’autrice aveva ringraziato con sincero calore, per avere noi pubblicato, sulla Rondine, “una vera recensione” in cui, accanto all’apprezzamento, segnalavamo anche qualche elemento critico e qualche errore.

Abbiamo chiesto a Hannimari una sua riflessione per questo riconoscimento, e sulla serata di Pescara. Sarà l’occasione, anche per noi, per qualche pensiero su quello che si traduce della grande letteratura italiana, in quale sede, con quali mezzi. Perché poi alla fine, al di là dei destrieri alati e delle medaglie, sono il lavoro fatto e i libri che restano, e che avrebbero bisogno di promozioni e di lettori attenti. Prima dei premi.

Per chi avesse voglia di una introduzione al libro, si può leggere la nostra recensione del dicembre 2018.

Giornalista, traduttore letterario, studioso di lingua italiana e storia dell'arte. Emigra dal Salento a Bologna per studi, poi a Helsinki per vivere. Decise di fondare La Rondine una buia notte dell'inverno del 2002 dopo una serata all'opera.