“Antiche Strofe Magiche del Popolo di Finlandia” (Suomen Kansan Muinaisia Loitsurunoja 1880) è una raccolta di sortilegi e invocazioni edita da Elias Lönnrot che, attraverso un vasto materiale organizzato e suddiviso per generi e ambiti operativi, dimostra come lo schietto estro poetico dei popoli baltofinnici fosse volto non solo alla descrizione di una realtà filtrata dalla sensibilità mitologica e religiosa ma anche all’alterazione di un fenomeno nel suo quadro naturale.
Le stanze sono costituite da sortilegi atti a scongiurare un male o ad agevolare una guarigione (loitsut), invocazioni e costrizioni di un fenomeno verso uno sviluppo auspicato (käskysanat) e descrizioni delle origini di un fenomeno o di un elemento naturale per esercitare il controllo su di esso (syntysanat). Con il passaggio dal canto descrittivo all’incanto operativo la figura del rapsodo (laulaja) si coagula in quella del divinatore, negromante o taumaturgo (loitsuja): nel rarefatto mondo contadino le virtù poetiche di questi “detentori della scienza popolare”, capaci di miscelare con destrezza temi pagani e simboli cristiani, era altamente richieste perché, per badare alla salute del bestiame, guarire prodigiosamente un parente o proteggere il raccolto, era più facile trovare un compaesano abile nel canto e di buona memoria che rivolgersi a dottori ed esperti di città.
Proponiamo ai nostri lettori tre sortilegi tratti dal capitolo “Formule di redenzione e guarigione” (Päästö- ja parannuslukuja). E buon pro vi faccia!
Peste (25.)
Oh tu peste, gallo rosso,
Non venire in queste terre,
Ben conosco la tua schiatta,
Il paese tuo natale:
Tu nascesti tra le guerre,
presso i campi di battaglia,
Là è tuo padre, là tua madre,
Là il tuo illustre genitore.
Stai tra isole remote,
Resta dunque tra gli scogli,
al di là del mar di Rutja (1),
ai confini dell’immenso!
Se laggiù non ti vorranno,
Vai suvvia, dove ti mando,
alle rapide del Vuoksi (2),
tra quei vortici furiosi!
Se laggiù non ti vorranno,
Con scongiuri ti spedisco
Tra le case dell’Inferno,
Nove braccia sottoterra.
(25.)
Oi rutto, punainen kukko,
Ellös tulko näille maille,
Tieän mä sinun sukusi,
Tieän syntymäsijasi:
Sie synnyit sotakeoilla,
Miesten tappotanterilla,
Tuoll’ isosi, tuoll’ emosi,
Tuolla valta vanhempasi.
Asu ulkosaariloissa,
Luotoloissa longottele,
Meren Rutjan partahalla,
Äärettömän äprähällä!
Et siellä sijoa saane,
Mene tuonne, minne käsken,
Vuoksen koskehen kovahan,
Kinahmehen kauheahan!
Et siellä sijoa saane,
Tuonne ma sinun manoan,
Manalan iki majoille,
Yheksän sylen syvähän.
Infezione (33.)
Io guarisco ogni verruca,
Quelle fonde, della terra,
Quelle ignee o del vento,
Ogni mal del cielo curo.
Se sei piaga della terra,
Io ti mando sotto il suolo,
Se sei malattia del fuoco,
Ti spedisco tra le fiamme;
Corri, misero, alla casa,
Scappa, infame, alla tua terra,
Fuggi giù sotto le pietre,
Tra le rocce del Demonio,
Che tu venga dal fienile
O dal margine del campo,
Dal tepore del vapore,
Dalle pietre della stufa,
Misto al fumo della sauna,
Dal calore sprigionato!
(33.)
Minä katson kaiken ruupan,
Maan ruupan, manuen ruupan,
Tulen ruupan, tuulen ruupan,
Katson kaiken ilman ruupan.
Jos oot ruuppa maasta tullut,
Niin maahan sinun manoan,
Jos olet tulesta riesa,
Niin riesa tulehen mennös;
Kotihisi konna riennä,
Maahasi paha pakene,
Ajaite kivien alle,
Pahan hengen paasikkoihin,
Jos oot riihen rikkasista
Tahi pellon penkeristä,
Tahi löylyn lämpösistä
Tahi kiukoan kivistä,
Saunasta savun seasta,
Heltehestä heittynynnä!
Tosse (39.)
Donde, tosse, ci contagi,
Morbo infetto del catarro?
Se fu il vento a consegnarti,
T’ha scagliato la folata,
Fu lo zefiro a portarti,
Segui orsù le vie del vento,
Dello zefiro il cammino;
Vai tra i pini sussurrando,
dimenandoti nel bosco!
Se provieni dalle vecchie,
torna, tosse, in mezzo a loro,
dalle vecchie e poi dai vecchi,
Là t’aspettano impazienti,
Speranzosi che tu arrivi.
Fai schiarir le loro gole,
allenare i menti adunchi,
mugugnare quegli anziani,
bocche irsute bofonchiare,
Fai tossir dalla cervice,
brucia fin le loro schiene!
(39.)
Mist’ oot yskä yhtynynnä,
Räkätauti tarttununna?
Kun liet, yskä, tuulen tuoma,
Vihmahisen viskoama,
Ahavaisen askelia;
Mene hongissa hohisten,
Petäjissä piehtaroien!
Lienet vanhoista akoista,
Mene yskä akkalahan,
Akkalasta ukkolahan,
Siellä sua kaivatahan,
Tulevasi toivotahan.
Anna akkojen rykiä,
Koukkuleukojen kokea
Ukkolojen uikutella,
Partasuien paukutella,
Rykiä rykissä niskoin,
Panna selkä paahtehessa!
(1) Luogo mitico, da ruija, sinonimo di revontulet, letteralmente “fuochi della volpe”, “aurora boreale”, per estensione come toponimo nel significato di “terra boreale”, “costa del mare artico”, “Lapponia settentrionale”, la regione del Finnmark, antico scandinavo Hàlogaland.
(2) Fiume emissario del lago Saaimaa, sfocia nel lago Ladoga.
Le illustrazioni del testo sono grafiche di August Mattias (Matti) Visanti (1885 Oulu –1957 Helsinki)