Fine dell’ora legale?

Anche sull'orario Nord e Sud Europa non trovano un accordo

Anche quest’anno è appena entrata in vigore l’ora legale. Questa però potrebbe essere una delle ultime volte: il Parlamento Europeo ha infatti approvato la risoluzione legislativa sull’abolizione del cambio con l’ora legale. Secondo la nuova norma, chi tra gli Stati europei deciderà di mantenerla dovrebbe regolare gli orologi per l’ultima volta l’ultima domenica di Marzo 2021, mentre quelli che preferiscono mantenere l’ora solare dovrebbero spostare gli orologi per l’ultima volta l’ultima Domenica di Ottobre 2021.

La disputa è tuttora molto accesa specie tra i paesi del Nord e del Sud Europa, in quanto a seconda della latitudine le ore di luce giornaliere cambiano sensibilmente. La proposta è quella di lasciare la possibilità ad ogni Stato facente parte dell’Unione Europea di scegliere se continuare ad usufruire dell’ora solare o di quella legale. Per fare un esempio, qui a Helsinki a giugno il sole tramonta alle 22:48, a Milano invece alle 20:48. Questo si traduce in differenti costi per quanto riguarda l’illuminazione degli edifici ed altri servizi. In Italia infatti il vantaggio dell’ora legale è più che significativo. Secondo Terna, il gestore della rete elettrica italiana, nel 2017 l’ora legale ha fatto risparmiare al nostro Paese 567 milioni di kilowattora, pari al consumo medio annuo di circa 200 famiglie, quantificato in 110 milioni di euro. L’orario estivo farebbe consumare meno anche dal punto di vista ambientale, con 320 mila tonnellate in meno di anidride carbonica (principale gas ad effetto serra responsabile del cambiamento climatico). Delle ricerche pubblicate in Norvegia e Svezia invece stimano i risparmi derivanti dall’ora legale rispettivamente in 16 e 30 milioni di euro, dunque molto meno rispetto ad un paese come l’Italia.

In un sondaggio diffuso precedentemente dalla Commissione europea, l’84% dei cittadini si era dichiarato favorevole al ripristino di un unico orario per tutto l’anno, ma la partecipazione non era stata uniforme nei differenti paesi, con una più forte partecipazione nei paesi del Nord Europa, a cui l’ora legale giova più che a quelli del Sud.

I sostenitori della proposta ritengono che lo spostamento delle lancette provochi un danno alla salute, e certi soggetti sembrano in effetti risentire degli effetti di questo cambiamento del « fuso orario ».

La Commissione europea ha deliberato che spetta ai singoli Paesi scegliere entro il 2021 quale soluzione adottare. Una cosa è certa: dal 2021 non ci saranno più spostamenti di lancetta all’interno della propria nazione. Paradossalmente si potrebbe quindi venire a creare una Europa con fusi orari a macchia di leopardo, dove ad esempio varcando la frontiera di Ventimiglia si potrebbe dover portare avanti o indietro le lancette dell’orologio, come succede oggi a Tornio-Hapaaranta.

Articolo originariamente apparso su Il Corriere di Tunisi