Perché il coronavirus affascina i teorici delle cospirazioni e perché crediamo ai complotti più efferati? Dev’essere per il fatto che una buona teoria del complotto di solito arriva insieme con un tocco di verità.
E di fronte alla massa di dati e notizie di vario genere e livello rovesciati sui media dalla recente pandemia è difficile immaginare un terreno di coltura più fertile, dice Tuija Siltamäki in un articolo sul sito della radiotelevisione nazionale YLE. In un posto lontano la gente comincia a morire per una misteriosa malattia. È causata da un nuovo virus che si diffonde con efficacia e infetta facilmente. In poche settimane, il mondo si è fermato e centinaia di migliaia di persone sono morte. Le scuole sono state chiuse, i cittadini reclusi nelle loro abitazioni. Autorità e politici brancolano nel buio, dicono che non si sa ancora tutto del virus. E questo fa venire dei dubbi. E se fossero loro a non dirci tutto?
Il punto di partenza della nuova epidemia di coronavirus è noto: il commercio e il consumo di carni selvatiche a Wuhan, in Cina.
È molto più difficile dire dove e come sono nate le prime teorie del complotto sul coronavirus. Sono più di una, negli ultimi mesi. Il virus è stato creato in laboratorio. È arrivato sulla terra con un meteorite. È un’arma biologica creata dalle autorità cinesi o statunitensi o da militari. Dietro tutto c’è il grande finanziere George Soros, i “rettiliani” e l’Internazionale ebraica. “I Simpson avevano predetto il coronavirus…”
Secondo i dati scientifici di cui disponiamo, il nuovo coronavirus, SARS-COV-2, è stato trasmesso all’uomo da animali, probabilmente pipistrelli, attraverso un ospite intermedio. Ma non tutti si bevono la spiegazione ufficiale.
Perché crediamo alle cospirazioni?
La pandemia attuale è sotto molti aspetti una prova eccezionale. Lo stesso non si può dire delle teorie del complotto che la circondano.
Le crisi, le guerre e altri eventi eccezionali sollevano sempre paura, incertezza e interrogativi. Prima o poi c’è chi comincia a dare delle risposte.
Le crisi derivano spesso da questioni complesse, come i rapporti tra superpotenze o i fenomeni naturali, che possono richiedere anni di studio per essere sviscerati.
“È molto più facile decidere in cosa vuoi credere e poi trovare le risposte che soddisfano i tuoi gusti”, sostiene Niko Pyrhönen, ricercatore dell’Università di Helsinki. Pyrhönen ha studiato le teorie del complotto associate alle ultime elezioni presidenziali in Francia e negli Stati Uniti.
Secondo Pyrhönen, anche le teorie del complotto attraggono molti perché offrono l’opportunità di sentirsi parte di qualcosa di più grande. I teorici del complotto possono anche venire sbeffeggiati, ma almeno non puoi definirli pedissequi ripetitori delle idee in circolazione.
“C’è qualcosa come il sentimento di appartenere a un gruppo selezionato di individui”, dice Pyrhönen. “Ma la gente che ne fa parte è un numero ben più grande di quanto si possa immaginare.”
Secondo uno studio pubblicato nel 2014 , circa la metà degli americani crede in almeno una teoria del complotto. Lo studio ha anche rivelato che mentre credere nelle cospirazioni è più comune tra le persone meno istruite che tra quanti hanno un’alta educazione, non è necessariamente indice di ignoranza o conservatorismo politico. Gli studiosi affermano che si tratta di molto più che di superstizione.
La superstizione è spesso attivata da momenti difficili dell’esistenza. Lo stesso vale per le cospirazioni. All’inizio di aprile, oltre un milione di persone sono state colpite dal COVID-19. E il numero effettivo è probabilmente più elevato. Non c’è da stupirsi se uno si preoccupa.
Secondo Pyrhönen, le teorie del complotto spesso nascono semplicemente dalle notizie.
Nella sua forma più semplice, qualcuno può condividere una storia o una sua parte su un forum con qualche accenno di sospetto. Anche una domanda può essere sufficiente. Come è possibile …?
Le teorie del complotto spaziano dall’omicidio di John F. Kennedy fino all’allunaggio dell’Apollo, ma secondo Pyrhönen le cospirazioni moderne sono caratterizzate da tre temi principali: immigrazione, cambiamento climatico e rapporti tra le superpotenze. Possono coinvolgere cospirazioni più piccole o rami collaterali che ricoprono quasi tutto, dal gruppo Bilderberg ai “poteri forti”: chi non ci ha pensato almeno una volta?
Ma prima di tutto, per diffondersi le teorie del complotto hanno bisogno di un ampio pubblico. Niente di più facile, oggi. Con l’aiuto di Internet e dei social media, queste teorie si vanno diffondendo in tutto il mondo. Anche del gruppo di discussione ufficiale Flat Earth and Globe fanno parte circa 130.000 persone!
Secondo Pyrhönen, i teorici del complotto e i comuni cittadini con qualche preoccupazione sono oggi mentalmente più vicini gli uni agli altri rispetto a prima. Difficilmente saranno in molti a credere che l’internazionale ebraica abbia creato il coronavirus, ma un cittadino preoccupato può benissimo iniziare a sospettare che le autorità, i politici o i media nascondano qualcosa.
“Mettere in discussione i media mainstream e il mainstream è diventato mainstream“, dice Pyrhönen.
Non tutte le critiche alle autorità sono figlie delle teorie del complotto, ma le autorità hanno un ruolo centrale nella maggior parte di queste teorie.
Dietro i complotti ci sarebbe spesso un attore segreto di alto profilo, come il Papa o Hillary Clinton, ma il lavoro sporco è svolto da intermediari di medio livello, funzionari e utili idioti come i giornalisti. Pertanto, vale la pena tenerli d’occhio. “Sono servi di Soros, Rettiliani o servizi segreti”, ammicca Pyrhönen.
Un’arma biologica
Una delle più popolari teorie del complotto legate al virus è che l’epidemia sia stata deliberatamente attivata. E naturalmente la teoria risente del clima politico in cui nasce.
Secondo The Economist, le autorità cinesi hanno sospettato che i militari statunitensi avessero portato il coronavirus in Cina a ottobre dopo i Giochi militari a Wuhan. In Cina ha girato anche la teoria secondo cui il coronavirus verrebbe dall’Italia o da qualche altra parte, ma almeno non dalla Cina.
Sulla stessa linea si è posta la leadership iraniana, che afferma che il coronavirus è un’arma biologica sviluppata dagli americani. A causa dei sospetti, il paese ha rifiutato gli aiuti statunitensi.
Secondo un’altra teoria, il coronavirus sarebbe una cospirazione della Corea del Nord e della Cina a danno del presidente Trump.
Negli Stati Uniti, d’altra parte, c’è il sospetto, anche a un livello alto, che COVID-19 provenga da un laboratorio di ricerca a Wuhan. Le teorie del complotto sono state poi incoraggiate dal presidente Trump, che ha definito il corona un “virus cinese” e una “nuova truffa” del Partito Democratico. Col sostegno delle Fox News.
Secondo Pyrhönen, gli esempi mostrano come le teorie del complotto procedano seguendo scopi ben definiti. La Cina vuole distogliere l’attenzione dei propri cittadini dagli errori commessi dalle autorità cinesi, negli Stati Uniti molti teorici del complotto sono vicini a Trump.
Il coronavirus è un diversivo
Un’altra categoria popolare nelle teorie del complotto sul coronavirus è che la pandemia sia in realtà fumo negli occhi progettato per nascondere questioni ben più grosse che stanno, ovviamente, “dietro”. Il contenuto specifico varia anche in base all’agenda del promotore.
Così, gli oppositori dell’immigrazione in Finlandia hanno anche ipotizzato che il virus si sia diffuso in Finlandia con i profughi, o che sia utilizzato per occultare il “cambiamento demografico”.
La teoria è in fase di espansione perché, anche se la Finlandia ha chiuso i confini il 19 marzo, i richiedenti asilo hanno ancora il diritto di presentare domanda in base a precedenti accordi internazionali.
Chi si oppone ai vaccini, invece, ipotizza che lo scopo sia una vacinazione forzata dell’intera popolazione con la scusa della pandemia coronarica.
Un’altra teoria arzigogolata sosterrebbe che dietro a tutto c’è il fondatore di Microsoft Bill Gates, in quanto la Fondazione Bill e Melinda Gates finanzia il Pirbright Institute, che ha studiato l’utilizzo di un coronavirus attenuato come vaccino. Il fatto che la ricerca del Pirbright Institute non abbia alcuna relazione con l’uomo, non ha frenato le speculazioni.
Virus a fini spionistici
Le teorie del complotto spesso hanno qualche fondamento nella realtà. Un esempio positivo o negativo al riguardo è il rapporto tra il virus e la tecnologia.
Ad esempio, a Hong Kong, i movimenti dei cittadini in quarantena sono stati monitorati attraverso i dati sulla localizzazione di WhatsApp, in Corea del Sud è stata sviluppata un’app separata a questo fine. Anche in Finlandia è stato verificato con l’aiuto di Telia se i finlandesi sono rimasti a casa o sono corsi ai cottage in piena epidemia. Gli smartphone hanno fornito informazioni sullo stato di avanzamento dell’epidemia, ma hanno anche sollevato molti problemi di sicurezza.
Per cos’altro possono essere utilizzati i dati? È possibile che dallo Stato siano trasmessi a terzi? Ad esempio, è stato recentemente segnalato che l’app per riunioni virtuali Zoom, diventata molto popolare in seguito alla pandemia, presenta diverse vulnerabilità di sicurezza. Perfino l’FBI ha segnalato il problema.
Secondo una teoria piuttosto fantasiosa il coronavirus sarebbe stato scatenato addirittura dalla connessione 5G perché le reti 5G sono state introdotte in Cina quasi nello stesso momento in cui sono venuti alla luce i primi casi di coronavirus. È stato anche suggerito che sotto forma di virus, dei microchip verrebbero installati nell’uomo, che sono attivati in una rete 5G e attraverso tale rete gli esseri umani potrebbero essere controllati…
Cosa fare con le teorie del complotto?
Quanto più le teorie del complotto vengono considerate, tanto maggiore è la visibilità che guadagnano e più facile è per loro attrarre un pubblico ampio, magari di follower. Secondo Pyrhönen, ridurne la visibilità è il modo migliore per combatterle. Ad esempio, YouTube ha modificato il suo algoritmo per mostrare meno video dei teorici del complotto.
D’altra parte, combattere le teorie del complotto è complicato, poiché praticamente qualsiasi tipo di notizia può alimentarle. Molte teorie di questo tipo sono sostanzialmente innocue. Altre, come #pizzagate, tutto il contrario.
Nel dicembre 2016, Edgar Maddison Welch ha aperto il fuoco in una pizzeria a Washington. Nessuno rimase ferito, e Welch fu condannato a quattro anni di carcere.
Welch era convinto che le vittime di un circolo pedofilo guidato da Hillary Clinton fossero nascoste nel seminterrato della pizzeria. Lo aveva letto su Internet.
Per chi nutra ancora dubbi sulla capacità di penetrazione di queste teorie, ricordo il destino di un libro apparentemente assurdo: Figli di Matrix di David Icke. Questo ex cronista sportivo della BBC riesce a ricondurre ogni avvenimento – dal satanismo alla massoneria fino alle guerre mondiali – a una stirpe aliena arrivata sulla terra migliaia di anni fa. Ecco le sue parole: “Migliaia di anni fa, le razze rettiliane [dalle costellazioni di Orione, Sirio e Dragone] sono arrivate sul pianeta Terra e si sono incrociate con la razza umana. Non fisicamente, tuttavia, ma attraverso la manipolazione del codice umano, il DNA.” Fa ridere? in 30 anni (ha scritto il primo libro nel 1991) Icke ha venduto oltre 20 milioni di copie, mentre il suo sito ha più di 4 milioni di utenti al mese ed è il portale di esoterismo e complottismo più seguito al mondo. Vedere per credere.
(Immagine del titolo da decider.com)