Vocifuoriscena: libri per lettori fuori dal coro

Letteratura finlandese nell'editoria italiana

La casa editrice Vocifuoriscena ha esordito nel 2014, grazie agli sforzi di un libraio, con esperienza editoriale, e con il sostegno e l’entusiasmo di ottimi collaboratori. Catalogo apparentemente all’insegna della semplicità, con solo tre tipologie di testi, esemplificate dalle collane Bifröst, Lapis e i Ciottoli, ma coprendo ambiti culturali molto ampi e vari. Una parte delle pubblicazioni di Vocifuoriscena riguarda la letteratura finlandese, con scelte non ovvie, soprattutto non legate a criteri esclusivamente commerciali. In questo ambito, senza fare rumore, oggi Vocifuoriscena è la casa editrice italiana che traduce con maggiore regolarità testi finlandesi. Intervistiamo Dario Giansanti, fondatore e direttore della casa editrice.

Giansanti, ci dica qualcosa di lei. Come si è fatto editore?

Ho lavorato in una libreria indipendente per più di vent’anni, attività che mi ha portato inevitabilmente a contatto con editori e scrittori. Parallelamente ho iniziato a collaborare con alcune case editrici, dapprima come rappresentante, poi anche come collaboratore, sia nella stesura di progetti editoriali (per esempio la serie Agenzia Senzatempo, scritta a quattro mani con Claudia Maschio per QuiEdit), sia come editor e curatore. Alla fine, il salto verso l’editoria era diventato ovvio.

Quando e come è nato il progetto editoriale di Vocifuoriscena?

Vocifuoriscena è stato concepito durante la primavera del 2012 da me e Claudia Maschio – responsabile della collana Ciottoli. Come ho detto, entrambi avevamo avuto esperienze di collaborazione con altre case editrici, ma sentivamo l’esigenza di portare avanti dei progetti più coraggiosi. E, nel rispetto dei tempi della natura, dopo nove mesi (febbraio 2013) è nata Vocifuoriscena. Nel corso degli anni si sono aggiunti validi collaboratori, sia per la traduzione di romanzi sia per la revisione dei testi.

Conosciamo tre collane, apparentemente molto diverse. Può dircene le caratteristiche e quello che le lega?

Identificare le esigenze di mercato per venire incontro ai gusti del pubblico non ci interessa: stiamo tentando un’editoria di nicchia, coraggiosa e propositiva. Vocifuoriscena vuole dare spazio a opere laterali e, se vogliamo, di non facile accesso, ma che possano costituire proposte preziose e di lunga durata.

Abbiamo tre collane: Bifröst, i Lapis e i Ciottoli.

Partendo dal fondo, i Ciottoli, collana di narrativa contemporanea curata da Claudia Maschio, seleziona le proposte che arrivano in redazione. Il discorso vuole essere qui soprattutto critico: vogliamo dare spazio e voce a quelle opere che ci sembra presentino elementi di originalità stilistica e profondità di contenuti. Non ci interessa “accontentare” i lettori. Al contrario, cerchiamo romanzi che offrano “altro” rispetto al facile appeal inseguito dalla maggior parte delle proposte librarie, ma opere impegnate e particolari, che vadano quindi alla ricerca del loro lettore ideale. Ora, non c’è piccola casa editrice che non offra spazio al sottobosco narrativo italiano, e, di conseguenza, la collana Ciottoli è inevitabilmente quella che ha più difficoltà a emergere.

Mito e mitologia sono termini ricorrenti nelle collane e nei titoli. Si può dire che sia la vostra etichetta di riconoscimento? Ma che senso dà lei, personalmente, a “mito” per un lettore dei nostri tempi?

La collana Bifröst nasce come “costola” del progetto omonimo elaborato in rete (www.bifrost.it), che dal 2003 accoglie una serie di testi documentari e critici di argomento mitologico. Il mito è il modo con cui una civiltà giustifica la propria esistenza, i propri valori e istituzioni: attraverso l’analisi del mito intendiamo dare strumenti per comprendere meglio la preistoria delle civiltà a cui apparteniamo. Ci tengo tuttavia a sottolineare il fatto che sia il progetto che la collana cartacea hanno un taglio filologico e scientifico.

Ho cominciato a interessarmi di mitologia e letteratura finlandese a partire dalla lettura del Kalevala, ai tempi dell’università, ma mi sono scontrato con l’assoluta mancanza di testi critici che mi aiutassero a fare chiarezza tra i temi e le figure del poema di Lönnrot. In seguito ho contribuito a ricopiare l’intera traduzione di Pavolini per renderla disponibile in rete, all’interno del progetto Bifröst.

Un lavoro lungo e paziente, ma che ha avuto il merito di attirato l’attenzione di persone interessate ad aprire uno squarcio su questo mondo mitico-letterario in Italia, tra cui Marcello Ganassini (autore della più recente traduzione italiana del Kalevala), che sarebbe poi entrato a far parte della redazione di Vocifuoriscena come curatore della serie “finnica”, e Vesa Matteo Piludu, dell’Università di Helsinki, che avrebbe fatto da tramite per la pubblicazione degli splendidi saggi di Juha Pentikäinen e di altri tra i maggiori folkloristi finlandesi contemporanei.

La collana Bifröst non è tuttavia legata al nord Europa: abbiamo in strutturazione una collana di materiale slavo ed è già uscito un interessante libro di mitologia māori. Abbiamo inoltre progetti per gli ambiti ugrico, celtico, armeno…

In Bifröst troviamo Agricola, il Kalevala e studi preziosi che riguardano il poema, ma è Lapis la collana che accoglie la maggior parte dei testi finlandesi. Testi classici, ma selezionati con criteri specifici: leggo “Narrativa storica, esotica, spesso fantastica… e sempre a due passi dal mito”. Gli aggettivi che definiscono “narrativa” dicono qualcosa dei criteri di selezione. Ci aiuta a capire quali sono?

Nella collana “Lapis” pubblichiamo opere di narrativa appartenenti a letterature minoritarie (ma non minori!). La scelta verte preferibilmente su quei titoli che possano meglio rappresentare lo spirito “nazionale” di un Paese o di una cultura. La selezione è lasciata all’esperienza dei rispettivi curatori: Marcello Ganassini per la letteratura finlandese, Luca Taglianetti per la scandinava, A. Laura Perugini per quella ispanoamericana. Stiamo al momento progettando l’uscita di una collana dedicata alle letterature baltiche.

Riconosce alla Finlandia un tono di voce speciale, all’interno della letteratura nordica? Quali caratteristiche avrebbe?

La Finlandia è stato il punto di partenza per la nostra avventura e sono certo che in futuro rimarrà un po’ la “stella polare” del nostro progetto editoriale. Ciò che mi ha sempre entusiasmato, nella cultura finlandese, è l’antinomia del suo rapidissimo trapasso dalla preistoria all’età moderna. Sotto la superficie delle sue avveniristiche architetture c’è il mondo rurale descritto da Mikael Agricola solo cinque secoli fa, che attingeva allo sciamanesimo e alla concezione degli haltijat. Anche il Kalevala si presenta a noi, paradossalmente, come il più recente poema epico europeo, ma anche quello che porta incastonati in sé i temi più arcaici. Se pensiamo alle esperienze artistiche e musicali finlandesi, da Sibelius a Klami, al modo in cui i runolaulut si sono riattualizzati nella più recente musica folk e rock, ma anche a buona parte della sua letteratura, si avverte questo genio pressoché unico, un po’ ruvido e fatalista, che sembra giungere da molto lontano.

Dal punto di vista mitologico, poi, la tradizione finlandese – nel suo essere “altro” rispetto alla base indoeuropea di quasi tutti gli altri Paesi – non solo rimanda alla storia remota del nostro continente (offrendosi peraltro come substrato al mondo germanico e slavo), ma funge anche da ponte dall’Europa verso il mondo orientale e uraloaltaico. È bello e insieme sconcertante indovinare tracce tanto remote in autori recenti come Juhani Aho, Ivalo, Kallas.

La cultura finlandese è dunque, nella sua essenzialità, un collegamento sia con le nostre radici più profonde, sia con il mondo moderno e globale. È una cultura vicina alla tradizione, ma spalancata al domani, e direi che rappresenta molto bene lo spirito di Vocifuoriscena.

Negli ultimi decenni molto editori italiani, non solo Iperborea, hanno proposto testi finlandesi in traduzione. La loro scelta si è orientata prevalentemente nel senso della contemporaneità, della novità editoriale. C’è un Autore, tra questi, che Vocifuoriscena avrebbe voluto acquisire nel suo catalogo?

Iperborea ha portato avanti un lavoro pionieristico e ha vinto una scommessa che è stata fondamentale per la cultura italiana e – di riflesso – per quella dei Paesi del Nord. Il suo catalogo è tutto invidiabile. Uno dei mei preferiti, tra i titoli che ho letto, è L’uomo senza passato di Aki Kaurismäki (peraltro tradotto da Ganassini!).

Diciamo però che, a differenza di Iperborea, che privilegia il mondo contemporaneo, Vocifuoriscena è più interessata a colmare la lacuna lasciata dalla mancata traduzione dei classici. Più che a Iperborea, invidio ancora più a Mimesis gli Helkavirsiä di Eino Leino. Ma detto questo, abbiamo appena pubblicato i due romanzi del ciclo degli Alchimisti di Antti Tuuri e, sempre di Tuuri, lo splendido La via eterna, tre opere contemporanee ma con la solidità e la fermezza dei grandi classici, di cui vado orgoglioso.

La letteratura finlandese è oggi ricca di nuove proposte. Ha pensato alla possibilità di scoprire nuovi talenti ancora sconosciuti, una specie di “ciottoli finlandesi”?

Perché no? Ma dovrebbero essere pubblicati in finlandese e distribuiti soprattutto in Finlandia. Vocifuoriscena è nata in piccolo ma con uno spirito internazionale. Chissà che in futuro non si possa fare anche questo.

Sfogliando il catalogo dell’editore, abbiamo trovato questi volumi legati alla cultura e alla lingua finlandese:

Juhani Aho, Panu
Juhani Aho, Juha
Santeri Ivalo, Juho Vesainen
Minna Canth, Hanna
Antti Tuuri, Gli alchimisti, I
Antti Tuuri, Gli alchimisti, II
Antti Tuuri, La via eterna

Martti Haavio, Splendore e scomparsa del regno di Biarmia
Juha Pentikäinen, La mitologia del Kalevala
V.M. Piludu & Frog, Kalevala. Epica, magia, arte e musica
Christfrid Ganander, Mitologia finnica
Mikeal Agricola, Gli dèi di Finlandia e di Carelia

Ma vale la pena di cercare anche altro all’interno della collana Lapis

Nicola Rainò
Giornalista, traduttore letterario, studioso di lingua italiana e storia dell'arte. Emigra dal Salento a Bologna per studi, poi a Helsinki per vivere. Decise di fondare La Rondine una buia notte dell'inverno del 2002 dopo una serata all'opera.