Amicinemici: lo strano caso di Finlandia e Svezia

In questo periodo di pandemie mediatiche e psicologiche, noi frontalieri, poche anime che viviamo qui al confine con la realtà, viviamo la farsa dei nemiciamici, un po’ come Red e Toby, protagonisti dell’intramontabile classico Disney dei primi anni Ottanta (da questo riferimento intuirete la non proprio tenera età di chi scrive).

Vivere e lavorare in due lati diversi di TornioHaparanda, la prima città europea transfrontaliera completamente integrata (almeno lo era prima del Coronavirus), ci dà infatti la possibilità di vedere due stati che nella risposta alla pandemia COVID-19 più distanti di così non avrebbero potuto essere.

Da un lato la Finlandia, che ha evocato la valmiuslaki, la legge di emergenza varata, nella sua ultima versione, il 29 dicembre 2011. L’articolo 1 spiega che “Lo scopo di questa legge è di proteggere la popolazione in circostanze eccezionali, salvaguardare il sostentamento e la vita economica del Paese, mantenere lo stato di diritto e i diritti umani fondamentali e salvaguardare l’integrità territoriale e l’indipendenza dello Stato”. Questa legge è stata utilizzata per chiudere le scuole, limitare gli spostamenti.

Dall’altro lato c’è la Svezia, che una legge equivalente neanche ce l’ha, e che quindi è stata costretta a gestire la pandemia come se fosse una cosa di tutti i giorni. Lo ha fatto guidata con testardaggine dall’epidemiologo capo Anders Tegnell, in realtà fortemente influenzato dal suo ex capo, e adesso consulente, Johan Giesecke. La Svezia si ostina a non chiudere un bel nulla e a lasciare che questo virus si propaghi e faccia il suo corso.

Di qua c’è la Finlandia, con il suo tanto osannato governo al femminile che sta manifestando tutti i segni di un cambiamento drastico rispetto alla strategia iniziale di chiusura, probabilmente dovuta a una generale inesperienza che da subito era sembrata il tallone di achille. La riapertura delle scuole è il primo, grande passo, che ha già comportato enormi problemi e una forte opposizione dal sindacato degli insegnanti. La lezione della Svezia, dove la chiusura delle scuole non è mai stata seriamente presa in considerazione, deve aver fatto colpo sulle ministre finlandesi, che sono corse al riparo, anche se troppo tardi (i dodici giorni di scuola che i bambini faranno a maggio sono in tanti casi poco più che simbolici).

Le due nazioni si guardano attraverso il confine occidentale, quello che divide Tornio e Haparanda, quello che noi attraversiamo ogni giorno. La sequenza di eventi che ha caratterizzato il nostro caro, vecchio confine, sancito dalla pace di Hamina del 1819 e situato tra l’IKEA e il centro commerciale Rajalla, è a dir poco incredibile. La riassumiamo in una specie di diario.

A difesa del fronte occidentale!

Il 17 marzo del 2020 viene annunciata la valmiuslaki e i controlli al confine vengono ripristinati due giorni dopo. Viene fatto intendere che nessuno spostamento sarà consentito al di fuori di quelli, essenziali, fatti per lavoro. Ogni persona che rientra in Finlandia dall’estero, inclusi i frontalieri, dovrà stare 14 giorni in quarantena.

Il 7 aprile vengono annunciate nuove, ulteriori restrizioni per chi vuole oltrepassare il confine.

Seguono un paio di settimane di negoziazioni soprattutto con la Svezia, che minaccia serie ritorsioni nel caso in cui il confine venga davvero chiuso anche ai lavoratori. In Svezia, un gran numero di ruoli chiave nelle scuole e nelle strutture sanitarie dei paesi di confine è coperto da persone che vivono in Finlandia. Tenere chiuso il confine significherebbe, ad esempio, privare il centro medico di Kolari di tutti i suoi medici, e le scuole di Haaparanta di un preside e una frazione notevole degli insegnanti. Alla fine, nonostante il chiasso, non vengono introdotte misure restrittive particolari, se non la necessità di compilare un modulo di cui abbiamo già ampiamente parlato.

Abbiamo scritto a Rajavartiolaitos (guardie di frontiera) riguardo all’utilizzo delle informazioni fornite con il modulo, che non recava alcuna indicazione sul trattamento delle informazioni, in palese violazione delle norme europee. Ci hanno risposto dopo qualche giorno giustificando la necessità del modulo con non meglio precisate direttive dall’agenzia della salute pubblica THL e del comune. Riguardo all’utilizzo delle informazioni, ci hanno rimandato al ministero degli interni, che però non ha mai fatto seguito alla questione. Nei giorni successivi il modulo è stato cambiato per ben due volte, come riporta l’eccellente Ilta-Sanomat (va detto: l’unica testata di interesse nazionale che ha fatto veramente giornalismo investigativo sulla questione del confine – bravi!).

Le autorità sanitarie fanno chiarezza

Nel frattempo si sono mosse anche le autorità sanitarie, che in Finlandia hanno forte influenza sulle decisioni governative.

Il 17 aprile viene annunciata nel distretto sanitario di Länsi-Pohja (praticamente, la Lapponia marittima più Tervola e Ylitornio) la scoperta della quarta catena di contagio che proviene dalla Svezia. Il 18 aprile però viene detto che i contagi provenienti dalla Svezia non hanno un ruolo rilevante nella regione sanitaria di Länsi-Pohja.

Nel frattempo quello di Länsi-Pohja diventa il distretto sanitario con maggiori contagi per persona dopo quello di Uusimaa. Dipende dalla Svezia? Probabilmente no. Nel frattempo, per non sbagliare, il 30 aprile le autorità mediche esortano il pubblico a non oltrepassare il confine senza una valida ragione, come se non si fosse capito.

La polizia è in pausa, i cittadini no

Nel frattempo la Polizia finlandese ha deciso di mettersi in luce con una figuraccia.

Il 27 aprile un abitante di Haaparanta fotografa due poliziotti davanti a uno dei più grandi negozi di nuuska (tabacco da fiuto). L’inchiesta interna che ne segue non porta a nulla: apparentemente i due erano soltanto in pausa pranzo (che tipo di pranzo facessero davanti al negozio, non è dato sapere).

Visto il buon esempio dato dalle forze dell’ordine (sono umani anche loro, alleluja!), le persone del posto ne approfittano. Sui gruppi Facebook pullulano discussioni su quanto sia possibile vietare il passaggio al confine. Spinti anche da una approfondita analisi del prof. Martin Scheinin dell’EUI, specializzato in diritti umani: sul suo blog, ha sostanzialmente scritto che il divieto di passaggio del confine è incostituzionale. I cittadini di questa strana conurbazione, tanto globalizzata quanto unica, hanno iniziato a fare esperimenti, in alcuni casi dicendo apertamente che andavano di là dal confine per acquisti. Le guardie di confine hanno fatto buon viso a cattivo gioco, e in qualche giorno il traffico attraverso il confine, che dal 13 marzo era diminuito del 95%, è raddoppiato.

La ministra mette le cose in chiaro

In tutto questo ambaradan spicca la visita a sorpresa della ministra degli interni Maria Ohisalo. È un bene che in Finlandia abbiamo statisti del suo calibro, capaci di proferire frasi che, insieme a quelle di Mannerheim e Kekkonen, rimarranno scolpite nella storia del paese: “Ei ole hyvä, että rajan yli mennään edestakaisin”.

Foto yle.fi

Pensate a che livello sono riuscite ad arrivare, le signore ministre del governo più giovane e dinamico del mondo: “Non è bene, che si passi il confine avanti e indietro”. In bocca ad Alessandro II questa frase sarebbe già sembrata anacronistica. Ma la Ohisalo ha continuato a stupirci con un discorso che entrerà senz’altro nei libri di storia: “i politici e le autorità agiscono sempre nell’ambito di ciò che dispone la legge. In questo caso consigliamo di non attraversare il confine avanti e indietro, eccetto quando sia necessario, ad esempio per lavoro o per motivi familiari”. YLE, anch’essa sempre presente sulla vicenda, pubblica un ampio resoconto delle supercazzole della Ohisalo qui.

Il ghiaccio del fiume Tornio si sta rompendo proprio mentre scriviamo. E così come l’acqua, che vince la sua annuale battaglia con il suo stesso stato solido, anche noi, soprattutto da giovedì in poi, speriamo di ricominciare a vivere una vita ordinaria, per quanto lo possa essere da frontalieri. Ma attenti, ammonisce la Ministra: i controlli al confine ci saranno ancora fino al 14 giugno.

Pare di sentirle , Svezia e Finlandia, che si ritrovano dopo aver scelto strade diverse come Red e Toby: “Siamo ancora amici, vero?” “Quel tempo è finito!”. La saga, sospettiamo, non è finita qui.