Roma, 72° Prix Italia, della ripartenza

Si è conclusa a Roma la 72a edizione del Prix Italia, la rassegna internazionale, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, promossa dalla Rai a partire dal 1948 per presentare il meglio di programmi di radio, televisione e web da tutto il mondo, con un’offerta di 250 titoli da 65 organismi di 38 Paesi. Ed il Prix, anche in questo anno difficile, è tornata ad offrire le sue dodici categorie, con un’edizione intitolata “Public Service and the Virtual Newsroom: Back to the Future?” (Servizio pubblico e redazione virtuale: ritorno al futuro?) , che, dal 24 al 26 settembre, per la prima volta dall’emergenza Covid19, ha riunito fisicamente al Maxxi di Roma i rappresentanti delle emittenti più importanti al mondo al fine di scambiarsi competenze, proposte ed esperienze.

Durante la presentazione, il Presidente della RAI, Marcello Foa, ha affermato come non fosse affatto scontato che si potesse essere qui, con “un’edizione che abbiamo fortemente voluto e, almeno in parte, voluto in presenza, nel pieno rispetto di tutte le misure di sicurezza, proprio perché fosse un segnale di fiducia nella ripresa. Un grande servizio pubblico deve reagire alla crisi e in questa pandemia la Rai ha fatto scuola agli altri paesi. Oggi vogliamo farlo anche nella ripartenza”. A cominciare dai giovani e dall’accordo siglato tra Foa e il presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, Ferruccio Resta, per aprire le porte della rassegna agli studenti universitari nei prossimi tre anni (a loro anche l’onore di un Premio speciale da assegnare).

“Nonostante la crisi non ci siamo mai fermati”, a sua volta ha dichiarato il segretario generale del Prix Italia, Annalisa Bruchi, presentando la nuova edizione insieme al presidente del Prix, Graham Ellis e al Direttore di produzione Tv, Roberto Cecatto. Anzi, “abbiamo avuto dieci nuovi emittenti iscritte da otto Paesi” ovvero Colombia, Danimarca, Francia, Monaco, Regno Unito, Thailandia, Uruguay e Venezuela. “Anche se ridotto – ha aggiunto – il calendario è molto ricco: cerimonia di inaugurazione”, e poi “conferenze, relazioni, anteprime e una parte importante dedicata all’YLAB animato dagli studenti delle Università pubbliche del Lazio”. Sui temi, “molti prodotti presenti raccontano la pandemia nel mondo, un modo anche per condividere esperienze e soluzioni”. Due le produzioni Rai nella selezione finale: “La mia jungla” di Rai Fiction (Web Fiction) e “Labanof, corpi senza nome dal fondo del Mediterraneo” di Radio3 (sezione Radio Documentary”.

L’annuncio dei nomi dei vincitori previsto durante la cerimonia del 25 settembre al MAXXI, visibile anche in streaming e tradotta nel linguaggio dei segni su www.prixitalia.rai.it.

Dopo la chiusura, ha inoltre commentato la sindaca della capitale Virginia Raggi, intervenuta alla presentazione, “sta emergendo è la nostra capacità di adattamento. Roma è stata la prima città del progetto 100 Resilient Cities. Ottimo il Prix Italia in presenza, ottimo sfruttare tecnologie e nuove forme di connessione. Questa pandemia ha fatto da catalizzatore di tante trasformazioni di cui prima si sentiva solo parlare e che ora, finalmente, vediamo in atto”.

La Finlandia ha, naturalmente, la sua partecipazione in questa edizione, con YLE che presenta, nella sezione Web Factual  “Secrets, Death, Instagram 3” . Il programma verte sul perché una bambina russa di 10 anni, Tanya Lozova, abbia mostrato il gesto del taglio alla gola al sindaco della regione di Mosca. Centinaia di persone comuni stanno combattendo contro una grande azienda di gestione dei rifiuti con sede a Mosca in un remoto villaggio del nord: Shies, nella regione di Arkhangel. La gente del posto ha organizzato un campo permanente sul cantiere e l’ha bloccato. Di tanto in tanto si verifica uno scontro fisico con la polizia e il personale di sicurezza. L’azienda mira a costruire la più grande discarica di rifiuti d’Europa a in quella località, a 1.200 km da Mosca. L’idea è di portare i rifiuti dalla capitale al Circolo Polare Artico, perché a Mosca e dintorni le persone protestano per problemi ambientali e sanitari a causa delle vecchie discariche dell’era sovietica.

Ma ora il lavoro si è fermato a causa della rivolta locale, che gli attivisti locali chiamano guerra. Le proteste in Shies sono diventate un simbolo del crollo della gestione dei rifiuti ed un esempio della corruzione in Russia.

A noi italiani ricordano le agitazioni che spesso in varie nostre zone si verificano per dissuadere le varie autorità a localizzare attività relative allo smaltimento di rifiuti, non si tratta quindi di un problema di un singolo paese ma di un fenomeno, purtroppo, alquanto diffuso.

In questa edizione del Prix Italia, il contributo finlandese, diversamente che in precedenti edizioni, non ha ottenuto premi o riconoscimenti ma rimane una testimonianza delle tante complicazioni con cui la società dei consumi stressa il nostro pianeta….

Qui il programma

I premi ed i vincitori