Lockdown Italia visto dalla Stampa Estera

Una mostra fotografica ai Musei Capitolini

Oltre 70 scatti di fotografi e giornalisti dell’Associazione della Stampa Estera in Italia, ASEI,  raccontano le fasi fondamentali della pandemia: dalla chiusura di marzo ai primi segnali di ripartenza. È quanto viene esposto per questo mese ai Musei Capitolini.

La mostra, a cura dell’Associazione della Stampa Estera in Italia e prima del suo genere al mondo, è un tributo a un Paese duramente colpito, ma che ha dato l’esempio al resto del mondo: un viaggio per immagini che cattura non solo la situazione drammatica negli ospedali e nelle zone rosse, ma anche la sua resilienza, le città deserte, la solidarietà, la vita sui balconi e la lenta ripresa verso quella che è diventata la nuova normalità. Grazie agli scatti dei 30 autori in mostra, provenienti da una decina di paesi diversi, il visitatore può ripercorrere il periodo compreso tra marzo e giugno per rivivere gli istanti fondamentali che hanno accompagnato il blocco del Paese: dalle prime drammatiche chiusure, al crescente stato di sofferenza; dalla resistenza composta dell’intera comunità, alla lenta ripresa delle attività. Un viaggio fotografico dedito alla documentazione storica e che, al contempo, vuole rendere omaggio al coraggio e alla resistenza dimostrata dagli italiani nei giorni più difficili della pandemia, nonché ai professionisti del mondo dell’informazione che sono andati in prima linea per documentarla, anche a proprio rischio e pericolo.   

La mostra, inaugurata dalla Presidente della ASEI, la statunitense Patricia Thomas e dalla sindaca di Roma, Virginia Raggi, si snoda lungo un percorso espositivo di oltre settanta foto che si propone come un itinerario temporale ed emotivo attraverso le diverse fasi della pandemia. Si inizia da una prima parte in cui emerge con forza la drammaticità del momento storico nelle immagini delle terapie intensive, delle bare all’interno delle chiese, dei volti sofferenti degli infermieri e dei medici in prima linea. Si passa successivamente ai silenzi assordanti delle strade e delle piazze del Paese, per proseguire poi con la sofferenza dei degenti e dei familiari delle vittime. Nella seconda parte del percorso si torna a vedere la “luce” della rinascita con le immagini di una popolazione che reagisce. Inizialmente con i canti dai balconi e dai terrazzi o con le riaperture dei pochi esercizi commerciali autorizzati a lavorare e poi con il ritorno graduale alla normalità, seppur condizionata da regole nuove – mascherine, misurazione della temperatura, distanziamento sociale – che abbiamo imparato a conoscere e rispettare.

La mostra si chiude, infine, con una sezione dedicata al lavoro dei reporter in tempo di pandemia. Un collage di foto che mostra come i corrispondenti della stampa si siano dovuti adattare alle nuove condizioni di lavoro imposte dal blocco attraverso dirette casalinghe, reportage con mascherina in città deserte, conferenze stampa e interviste online.

La prefazione del catalogo è stata scritta dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha scritto, tra l’altro: “guardare indietro ai mesi di questo 2020 vuol dire attraversare una galleria di immagini che raccontano dolore e sofferenza ma anche voglia di riscatto, senso di appartenenza e solidarietà. Un viaggio difficile, che l’Italia ha compiuto scegliendo di rimboccarsi le maniche, senza farsi piegare da un nemico invisibile”.

Pablo Esparza/Heraldo de México Città del Vaticano, 27 marzo 2020. Papa Francesco sotto la pioggia

Musei Capitolini – Palazzo dei Conservatori

Roma, 8 dicembre – 1 novembre

http://www.museicapitolini.org