13 dicembre, Santa Lucia

Il nome Lucia deriva dal latino “lux”, e ciò rimanda alle giornate che si allungano dopo il solstizio d’inverno. Secondo il calendario giuliano, infatti, il 13 dicembre era il giorno del solstizio, il più breve e buio dell’anno; il calendario gregoriano lo spostò al 21 dicembre, ma nell’immaginario popolare questo è rimasto “il giorno più corto che ci sia”. In tutta l’Europa protestante, fino alla metà del XVIII secolo, era il 13 dicembre la notte più lunga dell’anno, in quanto era impiegato ancora il calendario giuliano (il poeta inglese John Donne scriverà il poema A Nocturnal Upon S.Lucy’s Day, Being the Shortest Day.)

La festa di Santa Lucia è dunque incentrata sulla luce, offrendo in un periodo di massimo buio un motivo per riunirsi, accendere luminarie e godere della buona tavola.

Le uniche informazioni certe su santa Lucia confermate anche dall’archeologia riguardano la sua provenienza, cioè la città di Siracusa. Secondo l’agiografia, Lucia nacque da genitori ricchi e nobili intorno al 283. Suo padre era di origine romana, ma morì quando la figlia aveva cinque anni, lasciando lei e sua madre senza un tutore legale.

Fattasi cristiana, Lucia fu perseguitata per la sua fede intorno al 300 d.C., diventando una delle prime martiri cristiane. Secondo la tradizione, la giovane virtuosa rifiutò di sposare un pagano ricco e potente. Respinto, l’uomo mandò i suoi armigeri a punirla accecandola, ma miracolosamente, i suoi occhi si ricomposero. Secondo un’altra leggenda, Lucia era solita portare “cibo e aiuti ai cristiani che si nascondevano nelle catacombe di Siracusa” usando una corona di candele per “illuminare la strada e lasciarle le mani libere per portare quanta più roba possibile”.  Santa Lucia è oggi venerata come la santa patrona dei ciechi.

La spoglie della santa, però, sono a Venezia. E questa è una storia avventurosa. Originariamente erano custodite a Siracusa, e qui rimasero per diversi secoli dopo la sua morte. Successivamente, durante le invasioni arabe dell’878, il corpo fu spostato in un luogo segreto perché fosse al riparo dagli attacchi. Nel 1040, il comandante bizantino Giorgio Maniace sottrasse Siracusa al dominio arabo e fece trasferire il corpo della Santa a Costantinopoli. Il trasferimento definitivo a Venezia avvenne nel 1204, dopo la conquista di Costantinopoli da parte della Serenissima; il luogo designato per ospitare le reliquie fu la Chiesa di San Giorgio Maggiore. Tuttavia, la notevole affluenza di fedeli persuase il Senato a trasferire Santa Lucia in una chiesa all’interno della città, S. Maria Annunziata nel sestiere di Cannareggio; tra il 1609 e il 1611 sorse quindi, su disegni del Palladio, una nuova Chiesa dedicata al culto esclusivo di Santa Lucia. Per giungere alla meta finale del lungo viaggio delle spoglie della Santa, dobbiamo arrivare al 1845, quando l’imperatore austriaco Ferdinando I emanò un decreto che prevedeva l’abbattimento della chiesa di S. Lucia per fare spazio alla nascente stazione ferroviaria (che prenderà appunto il nome della santa). L’11 luglio 1860 il Patriarca di Venezia, Angelo Francesco Ramazzotti, si occupò del trasferimento delle reliquie nella vicina Chiesa di San Geremia, dove sono conservate ancora oggi.

La festa della santa viene celebrata in Italia, e ovviamente, a Siracusa. Ma è soprattutto nell’Europa del Nord, dove gli inverni sono lunghi e bui,  a rappresentare un giorno di festa importante.
In Scandinavia è la festa della Lucia, una ragazza in abito bianco (colore della purezza) e fascia rossa (colore del sangue del suo martirio) e una corona di candele sulla testa.
In Norvegia, Svezia,e nelle regioni di lingua svedese della Finlandia, si cantano delle canzoni e le ragazze, vestite da Lucia, portano in processione biscotti e panini allo zafferano, un modo di “portare la luce del Cristianesimo attraverso le tenebre del mondo”.

In quest’occasione si intona una canzone che riprende la melodia della tradizionale canzone napoletana Santa Lucia: se i testi italiani descrivono l’atmosfera di borgo Santa Lucia nel golfo di Napoli, i testi scandinavi descrivono la luce con cui Lucia vince l’oscurità.

Foto : Volker von Bonin/ Helsingin kaupunginmuseo 1962

Le prime testimonianze delle celebrazioni di Lucia in Finlandia risalgono al 1898, mentre le prime grandi feste sono del 1930. La prima “Lucia della Finlandia” è stata eletta dal 1949 ed incoronata nella Cattedrale di Helsinki.

Nella tradizione popolare finlandese la santa non è oggetto di un culto particolare. La figura viene solitamente ricondotta al tema solstiziale, come nel proverbio citato nell’almanacco del 1646, Lucia pisimmän yön anda, Vitus pisimmän päivän kanda, “Lucia dona la notta più lunga, Vito porta il giorno più lungo”.

Non mancano tuttavia sporadiche rappresentazioni propiziatorie: nella parrocchia protestante di Jaakkima (Carelia del Ladoga) le giovani, per trovare marito, dovevano disporre le scarpe a forma di croce commissa (a T) accanto al letto e, prima di coricarsi, pronunciare la seguente formula: Lucia lempeä, tulevia tietävä, nähdä suo, sulhoni tuo, joka mun kerran vihille vie, jolle mä kerran pienoista kannan, “Lucia premurosa, tu che il diman già conosci, mostrati orbene, concedi il mio sposo che un dì m’accompagni all’altare, al quale un piccino io porti”.

In Norvegia questo giorno veniva detto Lussinatten: era la notte più lunga dell’anno e non si lavorava. Lussi, una temibile strega, puniva chiunque osasse lavorare e da quella notte fino a Natale spiriti, gnomi e troll vagavano per la terra mentre gli animali della fattoria acquisivano il dono della parola. Fu solo dopo la Seconda Guerra Mondiale che la moderna celebrazione di Lucia fu adottata su scala più ampia per arrivare ad essere, oggi, osservata in tutto il paese.

In Svezia l’attuale tradizione iniziò nel tardo XVIII secolo e si diffuse lentamente in altre parti del paese durante il XIX secolo. L’aristocrazia svedese del Settecento introdusse la tradizione secondo cui la figlia maggiore vestiva i panni di Lucia e serviva la colazione a letto ai genitori la mattina del 13 dicembre. Poi due secoli dopo un quotidiano di Stoccolma, nel 1927, lanciò il primo concorso tra i lettori per votare la Lucia più bella.

La tradizione delle celebrazioni della santa legano oggi la Svezia a Siracusa: ogni anno infatti viene selezionata in Svezia una “Lucia” per partecipare alle celebrazioni a Siracusa.

Quest’anno, per via della pandemia, ci saranno festeggiamenti molto virtuali. Qui notizie per la Lucia di Helsinki.

(Foto del titolo da kungligaslotten.se. Per tutte le immagini utilizzate siamo pronti a far fronte alle richieste di diritti)