Italia e Finlandia per l’Artico

Primo festival online dedicato all’estremo nord del pianeta

La regione del nostro pianeta che ricade nella zona artica, indicata semplicemente come ‘Artico’ è stata la protagonista multiforme di una stimolante analisi e confronto tra esperti nell’ambito del primo festival della testata Osservatorio Artico, dal 14 al 16 gennaio, in un Festival online, denominato ‘Italia chiama Artico’, sia per conoscere ed approfondire i vari aspetti anche di attualità di quella regione, che in connessione al ruolo dei paesi che vi ricadono ed anche di quelli non adiacenti, come l’Italia.

Il festival, libero e gratuito in diretta sulle pagine Facebook, LinkedIn e YouTube della testata, tendeva a narrare aspetti ambientali, geopolitici, economici e sociali dell’Artico attuale, analizzandone gli scenari del prossimo futuro.

Le tre giornate hanno visto succedersi nelle discussioni e nei confronti diplomatici, giornalisti, scrittori, accademici, scienziati.

Mentre i ghiacci al Polo Nord si stanno sciogliendo con rapidità sempre più allarmante, i giganti dei combustibili fossili puntano al petrolio e al gas presenti sotto i fondali dell’Artico. I rischi ambientali e di sfruttamento incontrollato aumentano come aumentano le difficoltà che i popoli indigeni che vivono in quelle zone si trovano ad affrontare.

La tutela dell’Artico, del suoi ambiente naturale e della sua fauna e popoli, diventa sempre più impellente come un tassello della risposta dell’uomo ad una difficile sfida per salvare anche il proprio futuro. Tanti i temi affrontati nei dibattiti del Festival ma tutti, in fondo, ruotano essenzialmente  ad un obiettivo primario: come gestire i cambiamenti climatici e le risorse artiche per non infliggere ulteriori rischi all’umanità. E quindi mai come negli ultimi anni queste problematiche sono diventate stringenti, coinvolgendo tanti Paesi, anche quelli che, come l’Italia, non ricadono nei confini artici (od antartici). Da qui l’esigenza di studiare e realizzare strategie operative concrete.

L’attuale coordinamento della strategia dell’Italia per l’Artico è affidato al “Tavolo Artico”, presieduto dall’Inviato Speciale per l’Artico, ministro Carmine Robustelli. Il gruppo è composto da 25 membri, provenienti sia dal mondo istituzionale che da quello accademico e aziendale. Uno strumento snello in grado di dare indicazioni politiche sulla visione complessiva nazionale, almeno in questa fase. 

I Ministri artici dell’ambiente a Rovaniemi nel 1991. (Foto Lapin Kansa archives)

Il Consiglio Artico è la principale organizzazione intergovernativa che promuove la cooperazione tra gli Stati artici, le comunità indigene e dell’Artico sui temi dello sviluppo sostenibile e della tutela ambientale nella regione. Nel 1996 la Dichiarazione di Ottawa portò alla sua istituzione, al fine di garantire alla regione artica uno sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale e economico.

Il Consiglio Artico non è un’organizzazione internazionale, ma un forum per una cooperazione intergovernativa tuttavia vi sono proposte per renderlo un organismo internazionale. Ne sono membri Canada, Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia, Federazione Russa, Svezia e Stati Uniti d’America e, in qualità di osservatori: Olanda, Polonia, Regno Unito, Francia, Germania, Spagna,Italia e Cina. L’Italia ne è entrata a far parte nel 2007 in qualità di osservatore ad hoc e nel 2013, nel corso della riunione ministeriale di Kiruna, in qualità di osservatore permanente.

Una lunga storia lega l’Italia alle latitudini artiche, e parte a fine Ottocento, con la spedizione del 1899 del Duca degli Abruzzi a bordo della Stella Polare, per non citare l’impresa di Umberto Nobile, che prima di schiantarsi sulla banchisa con il dirigibile Italia nel 1928 era riuscito a sorvolare il Polo Nord insieme a Roald Amundsen nel 1926.

Anche nei decenni successivi l’Italia vanta esploratori e geografi interessati allo studio della regione oltre il Circolo Polare Artico. Nel 1997 arriva anche l’inaugurazione della Stazione Artica Dirigibile Italia, presso Ny-Ålesund, nell’arcipelago norvegese delle Isole Svalbard. La base, gestita dal CNR, rappresenta un avamposto scientifico importante per la ricerca climatica e meteorologica, e non solo. L’Italia ha adottato nel 2015 anche “La strategia dell’Italia per l’Artico“, poi rivista successivamente, che rappresenta un primo documento centrale per il nostro Paese nella regione.

Il programma della missione “High North”, ogni anno dal 2017 manda in Artico la Nave Alliance ove numerosi ricercatori, scienziati e personale della Marina Militare svolgono ricerche oceanografiche, rilevazioni batimetriche e biologiche, portando il nostro Paese direttamente al Polo Nord.

La dimensione ambientale costituisce una parte essenziale della Strategia italiana per l’Artico che, a tal proposito, chiarisce che: “azioni e strumenti dovranno concentrarsi su alcune tematiche ambientali di prioritaria importanza per l’ambiente artico, tra cui: protezione della biodiversità, prevenzione dell’inquinamento atmosferico, lotta ai cambiamenti climatici, protezione del mare e gestione integrata delle zone costiere ma anche di qualità delle acque, gestione delle risorse naturali e rischi ambientali connessi al trasporto marittimo, all’attività turistica, alle attività estrattive e alle attività portuali”.

È possibile cogliere a pieno l’importanza della Strategia se si considera che l’Artico è una delle regioni più vulnerabili al riscaldamento climatico e al tempo stesso cruciali per l’intero ecosistema globale: basti pensare che lo scioglimento dei giacchi provoca, a propria volta,  un aumento della temperatura globale e l’innalzamento del livello dei mari. 

Il Festival artico ha avuto il merito non piccolo di attirare l’attenzione su questa area con interventi molto articolati e stimolanti ma difficilmente riassumibili anche se si possono consultare tutti gli interventi nei canali sociali. Ovviamente, i vari diplomatici ed esperti dei settori hanno illustrato politiche e finalità collegate alla gestione di questo vasto area.

La Finlandia nell’Artico

Nella sessione riservata ai quattro ambasciatori dei paesi nordici europei che sono intervenuti per fare una presentazione del ruolo e della strategia artica del proprio Paese, la signora Pia Rantala Engberg, ambasciatrice di Finlandia, ha illustrato la posizione finlandese.

In una audizione dell’indagine conoscitiva sulla Strategia italiana per l’Artico, organizzata dal Parlamento italiano, l’ambasciatore pro tempore della Repubblica di Finlandia in Italia, era intervenuto in una seduta del 15 novembre 2017 illustrando le linee programmatiche della presidenza di turno del Consiglio Artico detenuta dal suo Paese fino al 31 dicembre 2019. Il programma della presidenza finlandese era rivolto all’attuazione degli Accordi di Parigi sui cambiamenti climatici e degli obiettivi di sviluppo sostenibile nel contesto della cooperazione artica; esso, inoltre, poneva l’accento sul rafforzamento della cooperazione artica anche allo scopo di contribuire al mantenimento della stabilità regionale. Altro impegno della Finlandia era quello di promuovere i sistemi di connettività in Artico e la cooperazione meteorologica, nonché l’istruzione e la formazione delle popolazioni artiche come chiave per uno sviluppo sostenibile.

Pia Rantala ha ribadito nel suo intervento che le linee basilari della strategia artica finlandese seguono quei binari ed ha indicato le quattro principali priorità per i prossimi anni: tutela dell’ambiente naturale seguendo i principi dello sviluppo sostenibile, rispetto dei diritti delle popolazioni autoctone, promozione della stabilità nella regione anche in ragione di tensioni militari, promozione della ricerca scientifica e delle opportunità commerciali mai disgiunte dalla sostenibilità, sviluppo infrastrutturale (connettività, trasporti e simili).

La Finlandia ha avviato una organica politica artica già dagli anni ‘90, ed ha mirato al rafforzamento della collaborazione sia con i vicini Stati nordici sia nell’ambito dell’Unione Europea promuovendo l’iniziativa della Dimensione Nordica con progetti di intervento e di sviluppo sostenibile anche in ambito comunitario.

Ha ricordato come nel 1989 la Finlandia promosse un primo incontro, a Rovaniemi, di ministri nordici per programmi di cooperazione ambientale, seguito dal cosiddetto ‘Processo di Rovaniemi’. L’iniziativa della Finlandia di lanciare la cooperazione per la protezione dell’ambiente artico fu presa anche in ragione dei cambiamenti geopolitici dell’epoca: la guerra fredda stava finendo e nuove aperture si prospettavano possibili. A quella e successive conferenze intervenivano anche rappresentanti di popoli indigeni, i Sámi  nel caso della Finlandia, ovvero quelle popolazioni che più risentono delle mutazioni fisiche in corso nell’ambiente terrestre ed artico.

Secondo il programma governativo, la Finlandia intende essere anche un attore attivo nel rafforzamento della politica artica dell’UE. La strategia per la regione artica, adottata nel 2013 e aggiornata nel 2016, specifica gli obiettivi e i mezzi della politica artica della Finlandia. Ora la strategia politica per l’Artico è in fase di revisione sulla base dell’attuale programma governativo. La politica estera e dell’UE della Finlandia sull’Artico si basa sulla cooperazione nell’UE, nel Consiglio Artico e nel Consiglio euro-artico di Barents, e nel contesto dei partenariati della dimensione nordica. L’ufficio del primo ministro finlandese ha nominato un comitato consultivo artico per il periodo dal 3 febbraio 2020 al 31 ottobre 2023 che riunisce le principali parti interessate finlandesi coinvolte nelle questioni artiche ed è presieduto da Mikko Koskinen, Segretario di Stato presso l’Ufficio del Primo Ministro, con vicepresidente Petteri Vuorimäki, Ambasciatore per l’Artico e l’Antartico presso il Ministero degli affari esteri, e Segretario generale Nina Brander, esperta presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il comitato consultivo sostiene e rafforza la politica artica della Finlandia e promuove il raggiungimento dei suoi obiettivi.

Nel complesso, ha sottolineato la signora Rantala, la cooperazione internazionale può essere la giusta traccia su cui imperniare ogni iniziativa diretta alla difesa ed alla gestione sostenibile dell’Artico, e il suo paese resta nella prima fila a riguardo.

Interventi ambasciatori nordici:  https://www.youtube.com/watch?v=Ei2IzgD6ya