La politica di espansione internazionale della Cina non è novità recente: da anni opera in molte aree dell’Africa, ha forti investimenti negli Stati Uniti,estende la sua influenza in Sud America sia con politiche assistenziali che commerciali molto spinte e investe anche in Europa. Gli investimenti diretti esteri cinesi in Italia sono aumentati da 573 milioni di euro nel 2015 a 4,9 miliardi nel 2018, secondo un rapporto del Comitato parlamentare italiano per la sicurezza della Repubblica (Copasir). Il rapporto rileva che una grande concentrazione di investimenti cinesi è stata effettuata in società percepite come ad alto valore strategico, in particolare nei settori dell’energia e delle reti. In Finlandia, in particolare, ha già realizzato ampi investimenti nel settore turistico, specie nell’estremo nord del paese, in Lapponia. La Finlandia è diventata la quinta destinazione di investimenti più importante della Cina in Europa, subito dopo Regno Unito, Germania, Francia e Italia. Secondo dati risalenti a fine 2017, l’importo totale degli investimenti cinesi in Finlandia ammonta a quasi 10 miliardi di dollari USA, che coprono settori quali ICT, software, cleantech, bioeconomia e produzioni di fascia alta.
Secondo Antti Aumo, dirigente dell’agenzia finlandese ‘Invest in Finland’, il valore accumulato degli investimenti cinesi in Finlandia dal 1950 al 2012 non è stato superiore a 100 milioni di dollari, mentre il solo 2016 ha registrato 6,9 miliardi di euro. L’attenzione si è spostata dalla vendita di prodotti alle alte tecnologie innovative. Ma taluni investimenti possono presentare rischi: solo di recente si è saputo che la Cina intendeva acquistare un aeroporto in Lapponia per effettuare voli di ricerca sul clima nella zona polare, ma le forze di difesa finlandesi hanno respinto un’offerta da parte dell’Istituto Cinese di Ricerca Polare di acquistare o affittare l’aeroporto di Kemijärvi per motivi di sicurezza. La notizia è stata diffusa dall’emittente nazionale Yle: l’aeroporto di Kemijärvi nella Lapponia orientale è normalmente senza dotazioni di personale e non gestisce voli passeggeri regolari. La pista lunga 1.400 metri è utilizzata principalmente dal locale club aviatorio e periodicamente da una compagnia privata per i voli di prova di droni.
Nel gennaio 2018, una delegazione cinese guidata dal direttore del Polar Research Institute of China e dal direttore dell’amministrazione cinese per l’Artico e l’Antartico, si era recata nella municipalità di Kemijärvi e di recente il sindaco della cittadina ha dichiarato a YLE che scopo della delegazione era quello di ottenere una base aerea per i voli di ricerca sul clima artico e sulla calotta glaciale artica. Allo scopo, un grande jet avrebbe dovuto operato da quell’aeroporto con diverse apparecchiature, effettuando voli sul Polo Nord, e misurazioni varie.
Se l’accordo fosse stato raggiunto sarebbe stato necessario estendere la pista da 1400 metri a oltre 3 chilometri (le dimensioni dell’aeroporto Helsinki-Vantaa) in modo da consentirne l’uso da parte di un grande aereo a reazione. La pista allargata avrebbe quindi attraversato la strada che collega Kemijärvi e Rovaniemi, che avrebbe dovuto essere spostata in un tunnel. Secondo il sindaco Rantanen, la delegazione cinese era disposta a pagare i 40 milioni di euro stimati per tale prolungamento. Tuttavia la pista, costruita dai tedeschi durante l’ultimo conflitto mondiale, è adiacente al poligono di tiro di Rovajärvi, il più grande campo di tiro d’Europa per le esercitazioni di artiglieria, con una superficie di 1.110 chilometri quadrati, tra la città di Kemijärvi ed il capoluogo Rovaniemi. Un consulente del Ministero della Difesa ha confermato a Yle che i piani sul possibile acquisto dell’aeroporto di Kemijärvi sono arrivati al ministero nel 2018, chiarendo che sarebbe stato improbabile che l’aeroporto, adiacente a un poligono di tiro militare strategicamente importante, potesse essere venduto ad una entità statale estera. Inoltre, una proposta del genere sarebbe irrealistica data la legislazione dell’UE dell’ottobre 2020 che limita gli investimenti esteri.
La Cina ha attualmente centri di ricerca nella regione artica in Groenlandia, Islanda e nell’arcipelago delle Svalbard ed il Polar Research Institute cinese gestisce una base scientifica a Ny-Ålesund, nell’arcipelago norvegese delle Svalbard. La Cina ha due rompighiaccio di ricerca che navigano nell’Artico e in Antartide nonché una nave rompighiaccio a propulsione nucleare per le acque artiche anche se non operata dal citato Polar Research Institute.
La questione che molti si pongono è, ovviamente, quali siano le finalità non dette dell’attivismo di un Paese, la Cina, che non è propriamente “artico”. Leggiamo su Helsingin Sanomat: “Usando la ricerca come copertura, si può pensare che la Cina persegua i suoi obiettivi geostrategici, che includono questioni concrete come la costruzione di stazioni terrestri satellitari a nord, nuove rotte di navigazione e lo sfruttamento delle risorse naturali.” A volte è difficile vedere la foresta, guardando gli alberi, conclude il reporter.
Immagini della pista sul sito: https://lentopaikat.fi/kemijarvi-efkm/
(Per le foto utilizzate, siamo pronti a far fronte alle richieste di diritti)