La penisola di Porkkala e il “tunnel più lungo del mondo”

Qui un tempo era tutta Unione Sovietica

Nelle mappe della Finlandia del secondo dopoguerra c’era una larga chiazza bianca poco a ovest della capitale un’area di 380 chilometri quadri senza indicazioni di strade o paesi. Quello che poteva sembrare un improbabile ghiacciaio permanente era in realtà territorio dell’Unione Sovietica, una “pistola alla tempia di Helsinki”.

Subito dopo fine della guerra di continuazione nel 1944, fra le richieste dell’Unione Sovietica c’era anche la concessione in affitto per 50 anni della zone intorno a Kirkkonummi, Upiniemi e Porkkalanniemi. La penisola è il punto più stretto del Mar Baltico, solo 36 chilometri dalla costa estone, ed è stato per secoli un importante punto strategico nella regione. La Finlandia non ebbe altra scelta che accettare e 7000 persone ebbero meno di dieci giorni per raccogliere i loro averi e abbandonare le loro case. Gli evacuati di Porkkala si unirono alle centinaia di migliaia di profughi dai territori che i nuovi confini orientali avevano concesso permanentemente ai sovietici.

Una volta delineati i confini, la zone divenne off-limits per i finlandesi, creando non pochi problemi pratici e logistici, tra cui l’interruzione delle strade e ferrovie per Hanko e Turku. Se la deviazione del traffico automobilistico fu risolta senza grossi problemi, essendo il sistema stradale finlandese non ancora molto evoluto, quello ferroviario fu più complicato.

Il trattato con la Finlandia permetteva a treni sovietici di utilizzare tratti ferroviari in Finlandia per raggiungere e rifornire la penisola di Porkkala. I convogli merci finlandesi diretti a ovest dalla capitale dovevano invece passare per Hyvinkää, una deviazione poco pratica per i treni passeggeri. Così nel 1947 si giunse a un accordo che permetteva fino a tre treni passeggeri per direzione di attraversare la zona senza fermarsi.

In quello che è forse uno dei dettagli più conosciuti dell’intera “parentesi di Porkkala”, alle stazioni di confine di Kauklahti e Täkter veniva agganciata una locomotiva sovietica e tutte le finestre venivano oscurate con degli schermi. Il tragitto in territorio sovietico era di circa 40 chilometri e fu battezzato il “tunnel ferroviario più lungo del mondo”. Arrivati al confine successivo, la procedura inversa veniva ripetuta e il viaggio continuava normalmente. Questa soluzione affascinò anche molti contemporanei, tanto che divenne anche una piccola attrazione turistica.

30000 persone, di cui 10000 civili si trasferirono dall’Unione Sovietica nella zona di Porkkala. Vennero costruiti numerosi edifici oltre che una base navale e due piste d’atterraggio. Kirkkonummi divenne il centro amministrativo, e la chiesa medievale del paese fu trasformata in un cinema. Dalle testimonianze la vita per chi era di stanza a Porkkala era piuttosto monotona.
L’evoluzione della situazione geopoltica e gli alti costi di manutenzione fecero sì che la parentesi di Porkkala durò solo 11 dei 50 anni previsti, e nel 1956 l’Unione Sovietica decise di ritirarsi dall’enclave e ritornare il territorio alla Finlandia. 

Non rimangono molte tracce di quel periodo, c’è un piccolo museo, Igor, a Kirkkonummi, un cimitero e qualche edificio, tra cui anche dei bunker. La ferrovia è stata rimossa nel 2006, ma per gli appassionati di orientamento e geocaching sono disponibili delle mappe dei luoghi dell’occupazione sovietica, e in alcuni comuni della zone sono disponibili visite guidate.


Cartoline finlandesi è una serie di articoli che propone luoghi da scoprire, monumenti da rivisitare e angoli del Paese che non sempre entrano nelle guide turistiche.

Andrea Magni
Laurea in lingue orientali e un passato in editoria, ha venduto l'anima al digital marketing dopo essersi trasferito in Finlandia nel 2003. Ama scrivere e cucinare, ma non scrivere di cucina.