Un sogno lungo generazioni

i giganti del calcio finlandese che non hanno mai partecipato a una competizione internazionale

Tutti coloro che stanno seguendo in questi giorni gli Europei sul canale nazionale finlandese YLE avranno sentito ripetersi un motto: sukupolvien unelma, un sogno lungo generazioni.

L’attenzione data al calcio può sembrare normale a noi italiani fanatici del pallone, ma rappresenta una enorme novità nel panorama sportivo e televisivo finlandese. Storicamente, infatti, in Finlandia il calcio è seguito da un numero esiguo di appassionati e ha sempre sofferto la concorrenza dell’indiscusso sport nazionale, l’hockey su ghiaccio.

Nonostante la poca considerazione, il calcio finlandese non è certo nato ieri: la sua storia è lunga, piena di personaggi intriganti ed eroici, e costellata da tante delusioni e pochi(ssimi) successi. La qualificazione della nazionale finlandese ai campionati europei del 2020 ha portato grande entusiasmo e l’attenzione del grande pubblico verso quello che Pelè chiamava o jogo bonito, il bel gioco: la partecipazione a questi europei è il successo più grande per gli Huuhkajat, “i gufi reali”, soprannominati così perché uno di questi uccelli frequentava il campo dove giocava la nazionale, e famosamente fece una invasione di campo nel 2007 durante Finlandia-Belgio. L’unica altra nota nel palmarés internazionale finlandese è la vittoria del bronzo olimpico ai giochi di Stoccolma del 1912, ma stiamo parlando di due o tre mondi fa e di un calcio radicalmente diverso…

Stoccolma 1912

Vari filosofi medievali ci insegnano come non siamo altro che nani sulle spalle dei giganti, che ci permettono con il loro lavoro e la loro fatica di guardare più lontano di quanto riusciremmo a fare da soli. Ma chi sono i giganti del calcio finlandese grazie ai quali oggi possiamo goderci la Finlandia lottare insieme ai grandi del calcio europeo?

Mi sono divertito a scegliere l’undici ideale dei giocatori finlandesi che non hanno mai preso parte a una competizione internazionale, ma che hanno contribuito a tenere accesa la passione per il calcio a queste latitudini.

La formazione scelta è un 4-3-1-2, che mi permette di concedere uno spazio particolare al Re (se non sapete di chi sto parlando, leggete e lo scoprirete).

1. La scelta del numero 1 è stata particolarmente complicata, dato che la Finlandia ha sempre avuto una grande scuola di portieri, sia nel calcio che nell’hockey su ghiaccio, forse per l’abitudine storica a doversi difendere da continui attacchi esterni. Il prescelto alla fine è Jussi Jääskeläinen: oltre 500 presenze in Premier League, tra Bolton Wanderers e West Ham, è sicuramente uno dei pochi giocatori finlandesi ad essersi fatto un nome all’estero. Sembra anche particolarmente prolifico come genitore: ben due dei suoi figli, William e Emil, giocano nelle serie minori inglesi e sperano di emulare la carriera del papà.

2. Storicamente la Finlandia non ha mai avuto grandi terzini, ma la scelta del terzino destro per me è chiara: Petri Pasanen, che molti conoscono come commentatore calcistico su Yle. Pasanen ha giocato sia da difensore centrale che da roccioso terzino destro ed è uno dei pochissimi calciatori finlandesi ad aver vinto in tre campionati diversi: campionato e coppa olandese all’Ajax, campionato e coppa austriaca al Salisburgo e Coppa di Germania al Werder Brema, nelle cui fila ha giocato per 7 anni.  

3. Il primo dei difensori centrali è uno dei più grandi stopper della storia del calcio moderno: Sami Hyypiä, una montagna insormontabile con il vizio del gol (per chi come me è juventino, il suo nome porterà alla mente brutti ricordi…). Dal 1999 al 2009 Hyypiä ha giocato nel Liverpool, vincendo quasi tutto quello che c’era da vincere, compresa la Champions League del 2004-05. Sami, originario di Porvoo, è una leggenda assoluta del calcio finlandese: per 9 volte è stato insignito del premio di miglior calciatore finlandese, nel 2001 è entrato anche nella squadra dell’anno votata dall’Uefa. Un vero e proprio gigante del calcio mondiale.

4. A Hyypiä ho deciso di affiancare un giocatore che con il campione del Liverpool ha veramente giocato per tanti anni in nazionale: Hannu Tihinen. Forse meno appariscente in campo del compagno, è stato un grande leader in tutte le squadre in cui ha giocato: HJK in Finlandia, Viking in Norvegia, Anderlecht in Belgio e Zurigo in Svizzera. Anche lui ha vinto tantissimo: 3 campionati, in Finlandia, Belgio e Svizzera, e la coppa nazionale in Norvegia. I tifosi del Milan se lo ricorderanno per un fantastico gol di tacco  in un Milan – Zurigo di qualche anno fa

Mi perdonino gli attuali difensori finlandesi, ma la coppia Hyypiä-Tihinen è imbattibile.

5. Dal momento che la Finlandia aspetta ancora un grande terzino sinistro, la scelta è ricaduta su un personaggio particolare: l’eroe di Turku Timo Nummelin. Nummelin è una vera e propria bandiera del TPS di Turku, sia nell’hockey che nel calcio. Ciò che lo rende particolare, infatti, è il fatto di aver giocato a livello professionistico a entrambi gli sport: è l’unico finlandese (l’unico al mondo, forse?) ad avere vinto il campionato nazionale in tutti e due gli sport, ad avere giocato nelle rispettive nazionali e ad essere insignito del premio di migliore sportivo dell’anno in entrambe le discipline (nel 1968 per il calcio e nel 1981 per l’hockey). Un vero e proprio Leonardo dello sport finlandese.

6. Il primo centrocampista a essere scelto è uno dei più grandi rimpianti del calcio finlandese, Roman Eremenko. La dinastia finno-russa degli Eremenko ha avuto un ruolo centrale nel calcio finlandese dei primi anni 2000: Alexei Eremenko sr., il padre, ha allenato per tanti anni l’HJK, la squadra di Helsinki, e lo Jaro di Jakobstad/Pietarsaari; Alexei Eremenko jr. è stato un buon centrocampista, che ha giocato tanti anni tra Finlandia e Russia, con una parentesi di un paio di anni nel Lecce; Sergei Eremenko, il fratello più giovane, gioca in Russia. Ma Roman è la definizione perfetta di croce e delizia: grande fisicità, ottima visione di gioco, bravo sia con il destro che con il sinistro, acuto senso del gol. Con il trasferimento dalla Dinamo Kiev al Rubin Kazan, costato 13 milioni di euro, Eremenko è diventato il giocatore finlandese più “caro” di sempre; con il successivo trasferimento dal Rubin al Cska Mosca è diventato invece il finlandese con lo stipendio più alto di sempre, 2.2 milioni di euro all’anno. Purtroppo la vita privata ha spesso creato problemi a Roma, fino al fattaccio del 2016: nel settembre di quell’anno Eremenko è stato trovato positivo alla cocaina e ha scontato una squalifica di due anni, prima di tornare a giocare sempre nel campionato russo. Con la squalifica è finita anche la carriera in nazionale di Eremenko, che per la sua classe si sarebbe sicuramente meritato altri palcoscenici.

7. Il secondo centrocampista di questa formazione ideale è una vecchia conoscenza italiana, il dottor Mika Aaltonen. Altro figlio di Turku, Aaltonen è il primo finlandese a firmare un contratto per una squadra italiana: l’Inter lo acquistò infatti nel 1988 dopo un Inter-TPS di Coppa Uefa, in cui Aaltonen fece un gol incredibile a San Siro. La carriera italiana non è stata però un granché e Aaltonen iniziò a girare in prestito per mezza Europa, prima di giocare in Germania e tornare infine a Turku. La carriera calcistica di Aaltonen è finita in fretta, a causa di diversi infortuni al ginocchio, dando spazio alla sua seconda passione: gli studi accademici. Mika Aaltonen ha ottenuto infatti il dottorato in Economia all’Università di Turku e insegna oggi all’Università Aalto e alla London School of Economics. La passione per lo studio era chiara già da subito: durante le trasferte, mentre gli altri giocatori dormivano o giocavano a carte, Aaltonen si dedicava alla lettura dell’Idiota di Dostoevskij.

Juhani Peltonen (foto wikipedia)

8. Per il terzo centrocampista dobbiamo andare indietro nel tempo: la scelta ricade sul leggendario Juhani Peltonen, il primo finlandese a giocare nella Bundesliga, il campionato tedesco. Votato per tre volte miglior calciatore finlandese nei primi anni Sessanta, Peltonen è stato una figura di riferimento per una delle squadre più iconiche della Finlandia, l’Haka di Valkeakoski: con Peltonen tra le proprie fila, l’Haka vinse 2 scudetti e 5 coppe di Finlandia, diventando anche la prima squadra finlandese di sempre a fare l’accoppiata scudetto-coppa nazionale nello stesso anno. 

9. Per il primo degli attaccanti, il centravanti con il numero 9, non si poteva che scegliere Mikael Forssell: una delle più grandi promesse del calcio finlandese, veloce e spietato sotto porta, si trasferisce a soli 17 anni nel Chelsea di Ranieri, dove purtroppo non trova mai continuità. Nella sua carriera ha fatto oltre 130 gol tra Finlandia, Inghilterra e Germania, senza tuttavia raggiungere il livello sperato. Un altro enorme talento calcistico rovinato dai troppi infortuni e, forse, da pressioni eccessive. Con i suoi 29 gol in nazionale, è comunque nella top 3 dei cannonieri finlandesi e si merita il suo posto in questa selezione.

10. Il numero 10 può essere solo lui, il Re del calcio finlandese, il figliol prodigo di Lahti: Jari Litmanen. Uno dei fantasisti migliori degli anni Novanta, nei suoi anni olandesi all’Ajax era indiscutibilmente uno dei giocatori migliori del vecchio continente: vittoria della Champions League nel 1995 e finalista nel 1996, terzo nella classifica del Pallone d’oro del 1995 e capocannoniere della Champions l’anno successivo, unico finlandese a vestire la glorioso maglia blaugrana del Barcellona. Litmanen è l’uomo dei record del calcio finlandese: è il calciatore con il maggior numero di presenze in Nazionale, quello che ha segnato di più (32 gol) e il marcatore più vecchio in una gara di qualificazione per gli Europei. La sua carriera internazionale ha avuto luogo in 4 decadi: il suo esordio è nel 1989 contro Trinidad e Tobago, mentre l’ultima partita internazionale l’ha giocata il 17 novembre del 2010 contro San Marino. Un articolo di msn.com di pochi giorni fa include Litmanen nella squadra dei migliori giocatori di sempre a non giocare una competizione internazionale per nazionali, insieme a leggende quali George Weah e George Best. E il Re non sfigura assolutamente insieme a questi campioni.

11. La formazione si chiude con un altro attaccante: Arto Tolsa, il più famoso calciatore finlandese degli anni Settanta. Nel bene e nel male, Tolsa è l’impersonificazione dell’homo fennicus classico. Dopo aver segnato 150 gol in 152 partite per il KTP in Finlandia, Tolsa gioca negli anni Settanta in Belgio, cambiando il suo ruolo: da attaccante centrale a libero in difesa, tutto per mettersi a servizio della squadra e dei suoi compagni (certo, questo ci dice tanto anche sulla qualità del calcio finlandese di quegli anni, ma non è importante disquisirne adesso…).

Arto Tolsa (foto Wikipedia)

Scelto 3 volte come miglior giocatore finlandese, Tolsa è uno dei primi a guadagnarsi da vivere esclusivamente come calciatore professionista. Purtroppo Arto era tanto forte sul rettangolo di gioco quanto fragile nella vita privata: una volta ritiratosi, ebbe tanti problemi con l’alcool, fino ad arrivare al suicidio a soli 43 anni. A Tolsa è dedicato il centro sportivo di Kotka, l’Arto Tolsa Areena: sul campetto di calcio ha mosso i primi passi il miglior calciatore dell’attuale generazione, Teemu Pukki.

Da Arto a Teemu, da Jari a Joel (Pohjanpalo), non posso che augurarmi che la partecipazione a Euro2020 sia solo il primo passo di un movimento calcistico ancora zoppicante, ma in continua crescita. Oi Suomi on!