Hotel Katajanokka

Se la vostra dolce metà vi propone un week-end romantico e vi porta in una prigione, che pensate? Che conosce bene Helsinki, e che ha scelto un hotel molto particolare! In quest’hotel, infatti, si può godere di una privacy assoluta prenotando la suite: una notte romantica con cena e drink nella cella di isolamento del seminterrato. Il pacchetto include anche la rinuncia al telefono per un’esperienza più autentica.

Quello che non si può avere però è una camera con vista: le finestre sono rimaste quelle originali delle celle, quindi poste più in alto delle normali finestre. Quando la prigione era ancora in funzione, anche solo il tentativo di guardar fuori poteva essere punito qualche giorno nella cella d’isolamento.

A Helsinki, nel quartiere di Katanajokka c’è un grande edificio in mattoni rossi, circondato da un alto muro di mattoni (costruito per evitare che un particolare tipo di ospiti se la svignasse troppo presto) da cui oggi però tutti gli ospiti (paganti) possono entrare e uscire a loro piacere: l’Hotel Katajanokka.

Katajanokka è un quartiere situato sulla sponda orientale del centro di Helsinki. Il canale omonimo separa l’isola dalla terraferma, alla quale è collegata da quattro ponti.. Negli ultimi anni in questa zona sono stati aperti numerosi ristoranti e in estate le loro terrazze formano una vivace oasi in riva al mare.

Ma per chi fosse passato di qui fino al XIX secolo, il panorama sarebbe stato molto diverso: l’area non era delle più  raccomandabili, vi si trovavano dei magazzini, e poi, all’inizio del XIX secolo, diverse caserme militari, seguite da edifici portuali e dalla prigione.

Questa prigione, nota anche come “Skatta” o “Nokka”, è stata un centro di reclusione per detenuti in attesa di processo, che scontavano poi altrove le loro pene. Quasi il 40% di tutti i detenuti che finivano nelle carceri finlandesi passava a un certo punto da qui. Al massimo della sua attività, 200 persone attendevano il processo nelle sue 164 celle.

Nel 1888 l’imperatore Alessandro III la fece ampliare: tre corpi in mattoni rossi in stile tardo-gotico che formano una croce. Questo edificio è uno dei primi di Helsinki ad avere il riscaldamento centralizzato e l’illuminazione elettrica.

Bisognerà però attendere il 1940 perché nella cantina della prigione venga installato un vero sistema fognario, il canale di scolo che attraversa il seminterrato viene riempito e i topi sono finalmente sterminati.  Molti dei suoi “ospiti” sono personaggi celebri: per esempio nel 1943 Martta Koskinen, l’ultima donna a essere fucilata in Finlandia, viene detenuta qui.

Nel 1944 una bomba sganciata da un aereo esplode vicino alla panetteria, uccide una guardia, innescando un incendio, e ferendo diversi detenuti; una delle persone ferite è una donna incarcerata per tradimento, la scrittrice, politica e giornalista televisiva Hella Wuolijoki.

Nel 1945 le celle ospitano anche i vertici della politica: tra i loro il presidente Risto Ryti e i ministri Johan Ragnell, Carl Ramsay, Väinö Tanner, Edwin Linkomies, Antti Kukkonen, Tyko Reinikka e Toivo Kivimäki. Ryti resta qui dal settembre 1945 al febbraio 1946. Nel dopoguerra molti condannati per crimini di guerra hanno scontato qui la loro pena.

Nel 1946 viene fatta una scoperta curiosa: un tunnel che passa attraverso il muro dal blocco di celle degli uomini al 3° piano. Ma invece di portare fuori i fuggitivi, questo tunnel conduce alla cella n. 13 delle donne. Ai prigionieri il completamento dell’opera è costato due settimane di lavoro assiduo!

Nel dopoguerra qui la dieta dei detenuti era a dir poco spartana: la colazione consisteva in porridge o pappa di cereali. Il menu prevedeva ogni giorno zuppa e la carne salata solo occasionalmente. Una volta alla settimana ai detenuti venivano date aringhe salate e patate bollite. Niente a che vedere con il menu proposto oggi dal ristorante dell’hotel!

Negli anni ’50 però le autorità iniziarono ad occuparsi del benessere mentale e fisico dei detenuti. Vengono quindi eliminate le restrizioni di movimento, ei i prigionieri possono finalmente muoversi liberamente nel cortile. Gli anni ’50 vedono anche la nascita di club di ginnastica e sportivi, oltre a gruppi di canto, scacchi e studio della lingua inglese. Nella cappella si tengono servizi due volte al giorno, ogni mattina e ogni sera.

Negli anni ’70 poi i prigionieri vengono finanziati per studiare, e si mette fine all’uso di catene e a vari altri metodi punitivi ormai considerati inaccettabili. Ciononostante, le condizioni di vita restavano molto dure, con celle sovraffollate in cui dovevano convivere fino a 7 uomini.

Oggi i clienti dell’hotel non devono preoccuparsi del sovraffollamento: le 164 celle originarie sono state riorganizzate  in 106 stanze. Anche gli ex uffici amministrativi e persino la sauna – sì, ne avevano una anche a quei tempi – sono stati inclusi nelle suite.

Nel 2002 “Nokka” cessa la sua attività, anche perché il sovraffollamento e le condizioni di degrado erano così gravi che Amnesty International spinse per farla chiudere.

Nel 2006 inizia la massiccia opera di trasformazione: l’esterno dell’edificio, le mura di cinta, il corridoio centrale e la cappella del carcere sono riportati alle loro linee originali.

Protetto dall’Ente Nazionale Finlandese per le Antichità, il corridoio principale, la parte esterna e i muri di mattoni rossi circostanti rimangono un memento per i visitatori di oggi, un ricordo delle spesso tragiche storie legate ad un’epoca passata.

Anche se tutta la struttura è stata adattata alla ricerca di confort degli ospiti del XXI secolo, il carattere dell’edificio originale è stato mantenuto, sia per volere dei proprietari, sia per il fatto che questo ha raggiunto lo status di punto di riferimento storico. Ciò significa che alcune modifiche che potrebbero essere utili per un hotel, come rendere più grandi le porte delle stanze, non sono consentite.

La prigione di Katajanokka è stata costruita secondo il modello Filadelfia (il tipo che si vede nei film americani di soggetto carcerario) quindi con un atrio aperto e scale di ferro che corrono dall’alto verso il basso, che rendono l’edificio arioso, anche se probabilmente non era questa la sensazione dei suoi primi abitanti.

Nelle stanze ovviamente non ci sono più le sbarre alle finestre (per un problema di sicurezza), e se qualche volta i clienti si lamentano del fatto di sentirsi un po’ prigionieri, il lato positivo è la tranquillità di cui si può godere.

Cosa promette oggi l’hotel ai suoi ospiti? Semplicemente di “evadere dal quotidiano”.


(Per le foto, siamo pronti a far fronte alle richieste di diritti)


Cartoline finlandesi è una serie di articoli che propone luoghi da scoprire, monumenti da rivisitare e angoli del Paese che non sempre entrano nelle guide turistiche.