Fa notizia che il maggiore quotidiano finlandese presenti un report così lungo e dettagliato su un caso apparentemente insignificante: quello di un piccolo partito politico, nato da un battito d’ali dei Perussuomalaiset, la cui influenza politica in parlamento “è quasi nulla”.
Ma è successo il 9 gennaio, a opera di una nota firma della stampa finlandese, Tommi Nieminen, già autore di report sui movimenti neonazisti. L’articolo è intitolato “Il caso Turtiainen”, e rimanda all’improvvisa esplosione di interesse per le prese di posizione e le dichiarazioni a dir poco bombastiche di un parlamentare che di nome fa Ano Turtiainen.
Corporatura solida, 54 anni, proveniente da un paesino che fa parte della municipalità di Savonlinna, nella Finlandia sud-orientale, con una carriera sportiva da giovane nel sollevamento pesi. Carriera poi interrotta per due anni per l’uso di sostanze dopanti. Ancora oggi figura come imprenditore nel settore pesistico, nel commercio di attrezzature da palestra.
Eletto nel 2019 tra le file dei Perussuomalaiset (il partito della destra nazionalista e xenofoba), ne viene espulso un anno dopo, e fonda un partitino personale, che chiama Il Potere spetta al popolo (Valta kuuluu kansalle – VKK).
Nieminen riporta a inizio del suo articolo un caso del 26 ottobre scorso. Mentre il Parlamento discuteva un emendamento alla legge sull’imposta sugli autoveicoli, Ano Turtiainen, seduto nell’ultima fila della Camera, aveva altre cose in mente. Scriveva su Twitter questo testo: Ve lo dico subito. Viviamo in un periodo da terza guerra mondiale. Preparatevi: presto potrebbe esserci carenza di quasi tutto. Non credete ai media. Siate consapevoli di ciò che non viene segnalato. E nel peggiore dei casi, è bene preparare le armi e fare scorta di munizioni.
C’è un problema in Parlamento, segnala il cronista.
E non è solo una questione di danno alla sua immagine, ma di crepe nel cuore politico dell’istituzione.
Perché Ano fa e dice cose inaudite nella storia politica del Paese (altrove siamo abituati a ben altro). Ano disprezza apertamente il sistema politico e i suoi colleghi e afferma di perseguire la vera democrazia, quella che, a suo parere, è statta distrutta dall’attuale élite politica. Affermazioni basate prevalentemente su teorie del complotto che sfidano la scienza, il buon senso e i fatti.
Niente di originale, viene da pensare. Sono più o meno le stesse teorie del complotto proclamate negli Stati Uniti per anni dai circoli radicali che ruotano intorno a Donald Trump.
Che paragone, viene da dire. Ma qui si tratta di un partitino che conta quasi nulla, eppure in questo momento un partito di un solo parlamentare ha saputo minare la credibilità del Parlamento, mettere in discussione le regole del gioco in democrazia e suscitare concreta paura in alcuni colleghi. Da dove viene la sua forza allora?
Potere spetta al popolo nasce alla velocità della luce durante l’autunno scorso. Le 5.000 firme di sostegno richieste per la registrazione del partito sono state raccolte a tempo di record in un giorno, grazie anche al fatto che oggi possono essere raccolte anche elettronicamente. VKK ora ha ben 27 sedi locali da Espoo a Rovaniemi e, pare, più di 3.000 membri sostenitori. Intervistato, Turtiainen parla di un movimento popolare, a cui apparterrebbero in misura significativa ex sostenitori dei Cristianodemocratici e dei Perussuomalaiset. Ma secondo Turtiainen, la “fetta più grande” è quella parte della gente che non ha mai avuto una base politica prima. E poi, come sospettano i più, “bande sanitarie” critiche con i vaccini.
Anime diverse, evidentemente, ma legate da quattro temi fondamentali.
Opposizione alle restrizioni sulla pandemia, e ai vaccini. Contro queste misure si rivolgono prevalentemente gli strali della leadership del partito.
Il secondo tema è la forte opposizione all’immigrazione, rappresentata in VKK soprattutto da due rappresentanti di Jyväskylä, di cui almeno uno è un ex membro dei Guerrieri di Odino, ed entrambi ex influencer di Alleanza nazionalista (Kansallismielisten liittouma, gruppo della destra nazionalista).
Il terzo tema è una generale opposizione al regime e alla cospirazione, sulla scia dei circoli che sostengono Trump.
Il quarto è un dichiarato cristianesimo iperintegralista.
Ano non fa tutto da solo. Alle sue spalle c’è l’eminenza grigia James Hirvisaari, dottore in teologia, che lavora anche come assistente parlamentare di Turtiainen e pare che sia l’autore dei suoi discorsi. È stato espulso anche lui dai Perussuomalaiset quando comparve una fotografia da lui scattata che ritraeva il noto neonazista Seppo Lehto che faceva il saluto nazista.
James Hirvisaari, intervistato, dice orgogliosamente che il VKK è nato come risultato di una specie di effetto farfalla. Un piccolo gesto che ha portato a una catena di sanzioni. “I Perussuomalaiset hanno espulso Ano a causa di un tweet, ecco perché siamo qui”. Non spiega che l’ex partito non aveva scelta: alla notizia di George Floyd morto soffocato dalla polizia statunitense, Turtiainen aveva condiviso su Twitter una foto di Floyd morente accompagnata da una battuta oltraggiosa.
Lo stile, certo, non è una delle caratteristiche principali dell’uomo. Dopo aver dichiarato che il ministro degli Affari sociali e della salute Krista Kiuru “sarà accusato di genocidio”, non si è fatto scrupoli, a proposito della sua annunciata maternità, di fare dichiarazioni che sono state considerate dal cronista irripetibili. Ha poi minacciato di violenza fisica il vicepresidente dei Perussuomalaiset Juho Eerola dopo che questi aveva stigmatizzato il rifiuto di Turtiainen di usare la mascherina. Il parlamentare VKK è stato condannato per aggressione tre volte, nel 1995, 1997 e 2010. L’aggressione più recente è stata contro un ragazzo di 14 anni. Nel settembre 2018, Turtiainen è stato condannato per un post su Facebook del dicembre 2015, in cui esortava la gente a distruggere i centri di accoglienza della Croce Rossa in Finlandia.
Nonostante la dichiarata fede integralista nei valori cristiani, che non prevede evidentemente il principio di tolleranza. Altri sono i suoi principi. Turtiainen ha già avuto il tempo di dichiarare che “prima viene la legge di Dio e poi la costituzione”, che è il sistema di stati teocratici come l’Afghanistan e l’Iran. Probabilmente una strategia calcolata, dice il cronista. In realtà Ano cerca di pescare tra le file dei Cristianodemocratici, anche perché ci sono indicazioni che la resistenza antivaccino sia superiore alla media nelle aree con forte impegno religioso.
I parlamentari intervistati dichiarano che il comportamento di Turtiainen è molto imbarazzante per il Parlamento. Ma non si sa come reagire: una delle regole sacre in democrazia è che in aula il deputato viene messo a tacere solo in casi estremi. Per ora, l’unica sanzione è passiva: quando Turtiainen sta per prendere la parola in Parlamento, un gran numero di deputati abbandona l’Aula.
Chi lo appoggia, a parte i sostenitori con la quota associativa? Finora pare che possibili contribui vengano dai grandi magazzini di Kärkkäinen. Juha Kärkkäinen, il proprietario, è stato condannato nel 2014 per la pubblicazione di testi antisemiti in un momento in cui lavorava a stretto contatto un movimento neonazista. Anche Juha Kärkkäinen è fortemente contrario ai vaccini e Kärkkäinen Oy ha offerto sconti speciali ai “cittadini critici verso i vaccini”. Al telefono, l’imprenditore nega di sapere nulla dell’intera faccenda. Non ammette di sostenere finanziariamente VKK, ma dice che il partito è interessante.
Un altro punto che caratterizza la linea del VVK, anche se non è (per ora) programmatico, e che scandalizza l’opinione pubblica, è la sua simpatia per la Russia di Putin. Nel giro di due mesi, Turtiainen ha pronunciato sette discorsi chiedendo la revoca delle sanzioni contro la Russia, buone relazioni con il vicino orientale e il distacco della Finlandia dall’UE.
Questo in un momento in cui, nel mondo politico finlandese, si discute più del solito di una futura adesione alla NATO. Tema particolarmente sensibile dopo i fatti recenti di Ucraina e i moniti del presidente Niinistö da noi sottolineati. Turtiainen nega di essere filo-russo. Ma in realtà dai discorsi suoi e dei suoi sodali si capisce che vedrebbe di buon grado la Finlandia riavvicinarsi alla Russia. Parla di ricostruzione post-pandemia, che si farebbe sulla linea Paasikivi-Kekkonen e con forti scambi con l’est.
L’anno è cambiato, ma la biancheria sporca non è stata lavata. Cosa si può fare per il caso di Turtiainen? Quali eccessi e quali minacce devono attendersi i colleghi? E se la pandemia si trascinasse per le lunghe, la gente diventasse sempre più stanca e ci fossero altri Turtiainen nelle elezioni della primavera 2023?
Nel frattempo il Parlamento si limita a sospirare, anche perché si teme che qualsiasi sanzione contro Ano finirebbe per diventare un’arma propagandistica a suo favore. “In Parlamento, il nostro sistema si basa sulla fiducia e sull’apprezzamento dei colleghi”, dice Tarja Filatov dei Socialdemocratici, vicepresidente del Parlamento nel 2021. “Se uno si stacca da quei valori, dove si può arrivare a lungo termine?”
Un Parlamento fiaccato dalla lunga pandemia, dall’emergenza sanitaria, dai lunghi tira e molla sulle restrizioni da imporre o da ritirare, scopre di avere un fianco debole. Una crepa in cui un ente anomalo, anodino, il fattore Ano, si insinua agitando paure e incertezze nel ventre molle del Paese, quella parte che alle prossime elezioni potrebbe già far sentire la sua voce, non più anonima.
(L’immagine del titolo è tratta dal canale Youtube di Turtiainen. Per le foto utilizzate, siamo pronti a far fronte alle richieste di diritti)