Il conflitto tra Russia ed Ucraina sta avendo, tra gli effetti collaterali, un aumento d’interesse in Italia per la posizione della Finlandia, Paese che ha un lungo confine con la Russia e che da secoli condivide con quest’ultima una situazione di vicinato obbligato oscillante tra collaborazione e sospetto. Ha quindi suscitato attenzione la visita a Roma dell’ambasciatore Matti Anttonen, segretario generale del Ministero degli Esteri finlandese, che nella capitale ha avuto vari incontri istituzionali, con esponenti della Commissione esteri della Camera, della FAO, del Ministero della Difesa ed anche con rappresentanti di media. Il diplomatico finlandese ha incontrato alla Farnesina il suo omologo, l’ambasciatore Francesco Sequi col quale ha avuto consultazioni sui principali temi bilaterali, europei e internazionali.
“Ampio spazio”, informa un comunicato, è stato dedicato alla crisi russo-ucraina. In proposito, Sequi e Anttonen “hanno condannato l’aggressione russa, hanno manifestato grande preoccupazione per la situazione umanitaria in Ucraina e sottolineato l’importanza di una rapida soluzione negoziale tra Kiev e Mosca”; hanno successivamente discusso le azioni comuni a sostegno della stabilità del Mediterraneo Orientale. In merito alla situazione in Libia hanno concordato sulla necessità di sostenere la mediazione dell’ONU. Sequi ha espresso soddisfazione per l’eccellente stato dei rapporti tra Italia e Finlandia e per la convergenza tra i due Paesi nell’ambito dell’Unione Europea. Il segretario generale della Farnesina ha auspicato un’accelerazione verso una maggiore autonomia strategica dell’Unione Europea e un nuovo slancio del processo di integrazione dei Balcani Occidentali. Nel corso dell’incontro, è emerso un comune interesse a proseguire gli intensi contatti politici a tutti i livelli e a rafforzare ulteriormente la cooperazione economico-commerciale. Il colloquio con Sequi è stato giudicato molto positivamente anche da parte finlandese, come ha affermato lo stesso Anttonen in un incontro informale con alcuni giornalisti presso l’ambasciata a Roma, con la presenza dell’ambasciatore Pia Rantala-Engberg.

Il diplomatico è un profondo conoscitore della società russa ed ha informato i giornalisti sugli elementi del dibattito accesosi in Finlandia, Paese neutrale prima dell’adesione alla UE nel 1995, dopo l’aggressione russa all’Ucraina, sull’opportunità di chiedere l’adesione alla NATO. Recenti sondaggi avvenuti in Finlandia danno una crescente maggioranza, fino al 62%, della popolazione favorevole all’accesso ma, come aveva dichiarato recentemente il primo ministro finlandese, signora Sanna Marin, non si può procedere ad un passo simile sulla base di sondaggi o seguendo gli umori popolari. Tuttavia, la stessa Marin, sabato 2 aprile, ha detto ai delegati del Partito socialdemocratico riuniti a Helsinki per stabilire la posizione del partito al riguardo, che era giunto il momento per la Finlandia di riconsiderare seriamente la propria posizione sulla alleanza militare.
L’aggressione militare russa in Ucraina ha costretto la Finlandia a riesaminare la sua politica di sicurezza, secondo Marin, che ha dichiarato: “La Russia non è il vicino che pensavamo fosse”. Qualsiasi decisione di chiedere l’adesione alla Nato dovrebbe essere presa “in modo completo ma rapido”, essenzialmente prima dell’estate, ha affermato il Primo Ministro nel suo discorso ai vertici del partito, aggiungendo che la Finlandia andrebbe incontro a conseguenze sia se scegliesse di cercare l’adesione all’alleanza sia se decidesse di restarne fuori, precisando che rivelerà la sua posizione personale sulla Nato mentre le discussioni sull’adesione si svolgeranno nelle prossime settimane. L’interesse dei finlandesi ad entrare a far parte dell’alleanza militare è aumentato drammaticamente dall’attacco militare russo all’Ucraina. L’adesione alla Nato richiede un passaggio parlamentare ed una decisione di tipo costituzionale per cui non è ancora chiara la maggioranza richiesta.

Secondo Pekka Tiainen, autorevole economista e politico finlandese, la richiesta di accessione alla Nato necessiterebbe la rinuncia di una parte di sovranità dello Stato, quella inerente la decisione di entrare in conflitti armati e tale decisione apporterebbe una modifica costituzionale che richiederebbe i 2/3 dei voti parlamentari o i 5/6 se d’urgenza.
In una recente intervista al Presidente della Repubblica finlandese, alla domanda sulla possibilità che la Russia possa lanciare un attacco militare contro la Finlandia se venisse avviato il processo di richiesta di adesione alla Nato, Sauli Niinistö ha detto che non pensa che possa succedere. Nondimeno, non ha escluso che le possibili conseguenze potrebbero includere interferenze ibride, attacchi informatici e violazioni dello spazio aereo, aggiungendo che il presidente russo Vladimir Putin, durante i loro frequenti colloqui, non ha mai minacciato di attaccare la Finlandia.