Il presidente del partito di maggioranza relativa del governo Draghi, Giuseppe Conte, del Movimento Cinque Stelle, ha incontrato i rappresentanti dei media esteri nella loro sede romana e, introdotto dalla loro presidente, Esma Çakir, tra i molti argomenti interni ed esteri trattati, ha ampiamente toccato un questione di attualità, ovvero la richiesta di adesione alla NATO di Svezia e Finlandia.
Conte ha chiarito la posizione del suo Movimento sulla questione: “Bisogna essere molto comprensivi ragionando di Finlandia; è una richiesta che va compresa e valutata con attenzione; credo sia comprensibile che voglia sentirsi rassicurata dall’adesione alla Nato. “È evidente” ha aggiunto a proposito dei rischi dell’adesione “che possa avere delle implicazioni ma non mi sento di offrire una risposta negativa di fronte ad un interesse così vitale espresso dalla Finlandia”.
A sua volta il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha dichiarato che l’Italia sosterrà pienamente l’ingresso della Finlandia e della Svezia nella Nato”, mentre il collega di governo, Giancarlo Giorgetti, ha espresso la propria preoccupazione per possibili effetti dell’ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato: “Sicuramente non aiuta ad abbreviare il conflitto in Ucraina” dice l’esponente leghista e ministro dello Sviluppo Economico. ”Credo che questo surriscaldi gli animi dalle parti di Mosca”
Rispondendo al corrispondente della Rondine, Conte ha aggiunto che l’Europa ha bisogno di una “nuova Helsinki”. Il leader del Movimento 5 stelle ne ha parlato, citando il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il riferimento è alla Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa, CSCE, conclusasi nella capitale finlandese il 1° agosto del 1975.

“Quella dell’epoca” ha spiegato Conte “pose le basi per l’avvio della distensione. Il presidente Mattarella ha grande esperienza e grande visione per quanto riguarda la politica estera”, ha aggiunto sottolineando che con questo suggerimento il capo dello Stato “ha dato una prospettiva interessante, importante”. Per Conte “dobbiamo pervenire a una conferenza internazionale che possa offrire un nuovo scenario di sicurezza non solo per l’Europa ma per definire il nuovo equilibrio mondiale. Quell’epoca segnò una svolta dopo un periodo di grandissime tensioni nella guerra fredda. Ricordo il ruolo che svolse il Vaticano e mi auguro” ha proseguito l’ex presidente del Consiglio “ che possa svolgere un ruolo anche in una nuova conferenza di pace e sicurezza, poiché è un protagonista importante che ha una grande credibilità in questa direzione. La conferenza ci serve come il pane, la Russia rimarrà lì, ci sono fatti completamente nuovi come la citata richiesta della Finlandia che entrerà nella Nato. Dobbiamo predisporci per una nuova ostpolitik: ora sentiamo solo il fragore delle armi ma dobbiamo predisporci, fare in modo che tutti gli atti, le dichiarazioni, i comportamenti siano funzionali a quegli obiettivi”, ha concluso Conte.
In un recente discorso a Strasburgo, Sergio Mattarella aveva dichiarato che “si tratta di affermare con forza il rifiuto di una politica basata su sfere di influenza, sui diritti affievoliti di alcuni popoli”, atteggiamento che oltretutto “in un mondo sempre più interconnesso» apparirebbe “anacronistico”; la via d’uscita passa invece per “una sede internazionale che rinnovi radici alla pace, che restituisca dignità a un quadro di sicurezza sull’esempio di quella conferenza di Helsinki che portò nel 1975 a un atto finale foriero di sviluppi positivi”. Il riferimento è a quel grande sforzo diplomatico (durato in realtà vari anni, dove l’Italia fu rappresentata da Aldo Moro) che portò 35 Stati, tutta l’Europa, la Turchia, gli Usa, l’Urss e il Canada, a impegnarsi per il riconoscimento dell’integrità territoriale degli Stati e a non ricorrere alla minaccia o all’uso della forza.

Poco dopo l’intervento di Conte nell’Associazione della Stampa Estera in Italia, si è saputo della visita di Sanna Marin, primo ministro di Finlandia, a Roma, il 18 maggio, per un incontro col Presidente del Consiglio Mario Draghi.
A proposito dell’accoglienza in EU della richiesta della Finlandia di entrare nella NATO, il presidente della repubblica finlandese Sauli Niinistö, intervenendo stamattina (sabato 14 maggio) al popolare programma della Yle Ykkösaamu, ha così sintetizzato la posizione del suo Paese: fra due possibilità, la Finlandia deve scegliere il danno minore. Nell’intervista, Niinistö ha anche commentato l’intervento del presidente della Turchia, Erdogan, sulla candidatura per la NATO di Finlandia e Svezia, nel senso che i discorsi di Erdogan dovrebbero essere valutati con serenità. Secondo Niinistö, è difficile dire a cosa miri Erdogan nei suoi discorsi, e preferisce non fare troppe speculazioni. Tuttavia, non ritiene possibile che altri paesi si uniscano alla posizione turca. Qualche giorno fa Niinistö aveva scritto che “siamo di fronte a una svolta storica. Tuttavia, non tutto cambierà con l’adesione alla NATO. Anche in futuro, la sicurezza della Finlandia rimarrà la massima priorità della nostra politica estera e di sicurezza”.

Nella sua intervista ha anche anticipato il colloquio telefonico con Putin per discutere sulla mutata situazione. Colloquio che si è tenuto poi nella tarda mattinata, e di cui dà conto Petri Burtsoff sul sito della Yle. Alla contestazione di Putin che l’adesione alla Nato della Finlandia sarebbe un grave errore, Niinistö ha risposto che il poderoso attacco della Russia all’Ucraina nel febbraio 2022 ha cambiato le condizioni di sicurezza della Finlandia. E ha aggiunto che, aderendo alla NATO, la Finlandia intende proprio rafforzare la propria sicurezza assumendosene ogni responsabilità. Al tempo stesso, ha sottolineato che anche nelle mutate condizioni la Finlandia intende assolvere ai suoi doveri di buon vicinato con correttezza e serietà.