L’inflazione sta colpendo la Finlandia più o meno come il resto d’Europa. Il costo dell’energia ha subito un’impennata, che sta mettendo a dura prova privati e industrie. Ma se questi sono salassi che colpiscono ciclicamente, al momento di pagare le “bollette”, c’è una spesa pressoché quotidiana per tutti i cittadini che dipende dall’aumento dei prezzi dei generi alimentari, cresciuti a un ritmo più rapido rispetto all’anno precedente.
Secondo l’Istituto nazionale di Statistica (Tilastokeskus) il prezzo degli alimenti nella rilevazione di settembre è aumentato fino al 14,7% rispetto all’anno precedente. È un ritmo che indica un aumento continuo e abbastanza drammatico.

Ad esempio, ad agosto, i prezzi dei generi alimentari sono aumentati del 12,2 per cento rispetto all’anno precedente. E già questo era un nuovo record a partire dal 2000.
L’ultima volta che l’inflazione alimentare è stata all’incirca altrettanto veloce è stato nel dicembre 2008. A quel tempo, la variazione annuale dei prezzi dei generi alimentari era dell’11,3%.
La lista della spesa che trascriviamo qui sotto, ripresa da un articolo apparso su Helsingin Sanomat, mostra le variazioni di prezzo in percentuale per singolo prodotto. Qui riproduciamo una parte dell’elenco fornito dal Centro di Statistica scegliendo quanto riteniamo rientri nelle abitudini alimentari più diffuse in Finlandia:
Farina | +43,7% |
Caffè | +43,0% |
Uova | +36,3% |
Pesce fresco e congelato | +40,7% |
Carne di maiale | +22,9% |
Burro | +20,3% |
Carne di manzo e vitello | +20,2% |
Würstel e salsicce | +13,5% |
Pane | +12,0% |
Latte scremato | +11,8% |
Pasta | +10,6% |
Patate | +9,1% |
Bacche | +6,8% |
Banane | +5,9% |
Succhi di frutta | +3,3% |
Birra lager | +1,1% |
Insalata | +0,4% |
Cavoli | -16,3% |
Come si vede, gli aumenti più drammatici e veloci si registrano per farina, uova, caffè, burro: tutti prodotti che rientrano nello staple food nazionale, tutt’altro che generi di lusso.
Il caffè, in particolare, colpisce duramente tutti gli strati sociali, dal momento che la Finlandia è uno dei massimi consumatori a livello globale della tazzina (tazzona). Naturalmente bar e ristoranti non si sono fatti sfuggire l’occasione per adeguarsi in peggio. Al Caffè Aalto, primo piano di Akateeminen Kirjakauppa, la più nota libreria del centro, un caffè “normale” o un espresso sono saliti a quattro euro e trenta (4,30), un cappuccino a 5,30. Una questione antica, questa, su cui forse proprio adesso varrebbe la pena di fare qualche riflessione: dal momento che caffè e macchine sono prevalentemente di origine italiana, ci si domanda come possa un espresso, nella capitale italiana, costare un euro e venti (1,20) e nella capitale finlandese praticamente il quadruplo. Che incidano i tempi di esecuzione (ralenti) dei baristi, verrebbe da chiedersi. Ma è un argomento davanti al quale si registra, da sempre, una fastidiosa rassegnazione da parte dei consumatori finlandesi (costo degli affitti, costo del personale… ma a Via Condotti i locali te li procura la Caritas?)

L’aumento dei prezzi dei generi alimentari è stato rapido anche rispetto ad agosto. Secondo Tilastokeskus, i prezzi dei generi alimentari sono aumentati del 2,3% rispetto ad agosto. Su base mensile, l’aumento dei prezzi è stato più rapido dal 2015 solo a maggio di quest’anno, quando si è registrato un aumento del 2,7 per cento rispetto ad aprile.
Consola poco che un solo prodotto, per quanto tra i più popolari, abbia subito un calo. Il cavolo. Difficile immaginare che serva a calmierare gli aumenti. A meno di immaginare che ci si rassegni a mangiare cavoli a pranzo e a cena, e pure a merenda.
(Per le immagini utilizzate siamo pronti a far fronte alle richieste di diritti)