È in corso a Roma dal 16 ottobre, e fino al 27, la 19a edizione della Festa del Cinema, prodotta dalla Fondazione Cinema per Roma, e la 22a edizione di Alice nella città.
Un’edizione che risulta molto ricca sia dal punto di vista della presenza dei protagonisti che dal punto di vista prettamente cinematografico. Il maestro Francis Ford Coppola ha ricevuto le chiavi di ‘Cinecittà’ ed ha presentato, in preapertura, il suo Megalopolis. Sul tappeto rosso hanno sfilato Johnny Depp e Viggo Mortensen, che hanno ricevuto il Premio alla carriera e hanno presentato i loro film come registi, rispettivamente Modì, su Modigliani, che ha tra gli interpreti Riccardo Scamarcio, e I morti non feriscono, western moderno.
La direttrice artistica della rassegna, Paola Malanga, ha definito la programmazione “un arazzo”, ovvero una tela ricca di sfaccettature legate tutte da un unico filo conduttore. E in effetti, il cartellone è decisamente interessante, a partire dall’attesissimo film che ha segnato l’apertura ufficiale ovvero Berlinguer, grande ambizione di Andrea Segre, che vede il ritorno da protagonista di Elio Germano. Si tratta del primo film incentrato sul racconto biografico della vita pubblica e privata di Enrico Berlinguer, dal viaggio a Sofia del 1973, quando sfuggì a un attentato dei servizi segreti bulgari, fino all’assassinio nel 1978 di Aldo Moro.
L’Italia spicca nel programma dei film in concorso: sono infatti quattro gli italiani tra i 18 film del Concorso Progressive Cinema. Oltre a Berlinguer. La grande ambizione, c’è infatti L’albero di Sara Petraglia, L’isola degli idealisti di Elisabetta Sgarbi e Paradiso in vendita di Luca Barbareschi. Ma sono tante le pellicole italiane anche nella sezione Grand Public: Michele Placido, Gabriele Muccino, Claudio Giovannesi, Mauro Mancini, Uberto Pasolini, Paolo Costella, Cristina Comencini, i fratelli Manetti e Luca Zingaretti alla sua prima regia.
I film sono analizzati da una giuria di alto livello: il regista, sceneggiatore e produttore argentino Pablo Trapero presiede la giuria del Concorso affiancato dalla montatrice Francesca Calvelli, l’attrice francese Laetitia Casta, la produttrice Gail Egan e lo scrittore e sceneggiatore Dennis Lehane. I Premi: Miglior Film, Gran Premio della Giuria, Miglior regia, Miglior sceneggiatura, Premio ‘Monica Vitti’ alla Miglior attrice, Premio ‘Vittorio Gassman’ al Miglior attore e il Premio speciale della Giuria, a scelta fra le categorie fotografia, montaggio e colonna sonora originale. Ma l’Italia si distingue anche sul fronte delle serie tv nella sezione non competitiva Free Style: basti pensare a L’amica geniale. La storia della bambina perduta di Laura Bispuri, Avetrana – Qui non è Hollywood di Pippo Mezzapesa, Miss Fallaci di Luca Ribuoli e Vita da Carlo, terza stagione.
La Finlandia
Come spesso nelle precedenti edizioni, la Finlandia non manca all’appuntamnento capitolino anche se con un solo film in concorso nella categoria Progressive Cinema – Visioni per il mondo di domani. Si tratta di un film la cui protagonista, si potrebbe dire, è una bevanda alquanto forte e spesso trasgressiva.
100 litraa sahtia (100 Litres of Gold) del regista Teemu Nikki, con, nel cast, Elina Knihtilä, Pirjo Lonka, Ville Tiihonen.
La sahti è una birra molto forte aromatizzata al ginepro, che si trova solo in Finlandia, e che si produce preferibilmente in casa seguendo metodi secolari. Le due sorelle Taina e Pirkko ne sono apprezzate (e invidiate) produttrici: ma quando la terza sorella gliene chiede cento litri per il suo matrimonio, iniziano i guai.
Sensi di colpa inevasi, rivalità quasi letali con i vicini, beffe del destino e irresistibile voglia di “assaggiare” il prodotto ma bevendosela tutta, rendono la fornitura dei cento litri una vera e propria odissea tragicomica. Barcollando per una sbornia epica, si imbarcano in una serie di esilaranti disavventure mentre cercano di recuperare il tempo perduto e la birra persa, e salvare la propria reputazione e quella della loro sahti.
Il regista di La morte è un problema dei vivi, presentato lo scorso anno in concorso alla Festa del Cinema di Roma, racconta dall’interno la provincia di un paese remoto e al tempo stesso molto vicino, dove l’orgoglio delle proprie radici e il gusto di fare bisboccia mascherano disagi e inquietudini profonde. E lo fa con una narrazione travolgente, all’insegna dello humour nero e della comicità flemmatica, con interpreti. tutte irresistibili.
Come spiega lo stesso regista, “questo film è dedicato alle piccole province e alla sahti, la nostra birra. È un misto di umorismo nero, piume arruffate e tanto orgoglio e amore per le tradizioni finlandesi. Io stesso sono nato a Sysmä, una cittadina di 3000 abitanti a cui devo molto, in termini di identità: ricordo a tutti, il più spesso possibile, che provengo da una famiglia di mastri birrai. Il Sahti è per noi leggendario come il vino lo è per gli italiani; è al centro della comunità e delle vite dei personaggi che vi presento. Il mio approccio personale alla storia sarà leggero. Non considero questa una storia sull’alcolismo, ma su ciò che c’è dietro. Voglio che il pubblico rifletta su ciò che si nasconde dietro le risate”.
Teemu Nikki è un regista e sceneggiatore finlandese pluripremiato a livello internazionale, le cui storie si immergono nelle domande più profonde della condizione umana attraverso una satira bonaria, senza scuse e senza filtri. Nikki è stato invitato da festival cinematografici e mostre come Locarno e Venezia, e a Venezia ha vinto l’Armani Audience Award per The Man Who Did Not Want to See Titanic (2021).
In programmazione:
24/10 Sala Petrassi 16:30
Giulio Cesare – Sala 3, 17:00
25/10 Giulio Cesare – Sala 3