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“Putkiremontti”, il tubo di Damocle della ristrutturazione forzata

Un misto tra masochismo programmato ed efficienza nordica, la pratica finlandese di rinnovare interamente le tubature di un edificio ogni cinquantennio è un momento temuto da amministratori, inquilini e proprietari di casa. I disagi e i costi sono notevoli: c’è chi deve fare un mutuo per far fronte alla spesa, o vende l’appartamento per non subirla, ovviamente con la penale di una secca riduzione del valore dell’immobile. Chi decide comunque di addossarsi la rogna, deve star fuori di casa a spese sue anche per mesi, con conseguenze come è facile immaginare anche psichiche. L’esaurimento da tubo è una sindrome che prima o poi colpisce, e per porvi rimedio non basta lo psicologo.

Ci vuole tempo ad abituarsi a un bagno finlandese. La prima cosa è lo spazio, in Finlandia i bagni sono piccoli, molto al di sotto dei 6mq che è la media europea; e spesso sono ricavati in spazi senza finestre, soprattutto in città e in stabili vecchi. Questo è anche dovuto alla pratica di usare alcuni dei metri quadri per ricavarne una sauna, che viene contata separatamente e dove in genere è locata la finestra. Le tubature sono spesso a vista, non esiste il concetto di piatto doccia perché l’intero pavimento è impermeabilizzato e con grate di drenaggio, e al posto del bidet c’è un doccino collegato al lavandino da usare sul water, come dimostra una pubblicità degli anni ‘70.

Parte di queste peculiarità sono dovute a delle norme nazionali per la costruzione dei bagni estremamente restrittive e che richiedono l’intervento di professionisti, tanto che in Finlandia il mercato del “fai da te” per i bagni è praticamente inesistente. Un altro motivo per cui i bagni non vengono rinnovati dai singoli è la pratica del putkiremontti (letteramente, il rinnovo delle tubature).

Ogni anno tra i 500 e 700 edifici in Finlandia vengono sventrati e le intere colonne delle tubature vengono sostituite, quasi sempre anche il bagno viene interamente rifatto, a volte anche la cucina. In più vengono spesso connessi altri lavori agli spazi comuni (come il rinnovo della sauna condominiale) o di altro tipo, più del 50% delle volte ci sono dei lavori elettrici, sugli ascensori, o sul cablaggio e le antenne.

I lavori devono essere approvati dall’assemblea condominiale, che in Finlandia è gestita come una società per azioni, e vengono finanziate con mutui comuni il cui ripagamento ricade sulle spese condominiali. Il costo del putkiremontti è notevole: la media nazionale è di 600€ al metro quadro, ma nelle città questa cifra supera facilmente i 1000€.

In più c’è da aggiungere che i lavori durano diversi mesi, ci sono spesso ritardi e complicazioni, e per gli inquilini non ci sono solo piccoli disagi, l’appartamento diviene praticamente inabitabile per una parte dei lavori. Ogni persona che abita in Finlandia ha sentito almeno una storia legata a un putkiremontti che va a finire male, anche i tabloid a volte ne scrivono,  in teatro gira una commedia musicale con quel titolo, e la tv nazionale ha fatto sul putkiremontti anche un reality show.

Per questo è normale vedere molti appartamenti in vendita in edifici in cui è stato deciso il putkiremontti, che per legge ora i venditori di immobili sono obbligati a pubblicare negli annunci insieme a tutti gli altri lavori programmati dal condomini e le date degli ultimi lavori eseguiti, per evitare sorprese a chi compra.  

Ma dall’altro lato, per chi non scappa, il putkiremontti ha dei benefici, garantisce la qualità delle tubature e dei bagni nell’intero stabile, ed è vissuto come un rito d’iniziazione che tutti i proprietari di casa dovranno affrontare almeno una volta nella vita, una dimostrazione di sisu e di efficienza.

E nei prossimi anni diventerà ancora più probabile averci a che fare, perché tra gli anni ‘60 e ‘80 c’è stato un boom edilizio, e il gran numero di edifici costruiti in quegli anni ha raggiunto o sta per raggiungere la fatidica età del mezzo secolo.

La Rondine – 28.10.2018

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