Lorella Scacco è una storica dell’arte, giornalista e curatrice, ha realizzato monografie e cataloghi di mostre di importanti artisti italiani e internazionali, in particolare delle ultime generazioni. Negli ultimi vent’anni ha curato numerose rassegne e mostre collettive sia italiane che straniere.
Ha collaborato con varie istituzioni pubbliche e fondazioni private, tra cui in Italia la Biennale di Venezia, la Triennale e Castello Sforzesco di Milano, il MACRO (Museo d’Arte Contemporanea di Roma) e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali; e all’estero la Fondazione Fritt Ord, il Museo Stenersen di Oslo, il Museo d’Arte di Tampere e la Fondazione finlandese Pro Artibus. Attualmente sta realizzando due progetti espositivi di arte italiana contemporanea presso il museo Serlachius in Mänttä e la Kaapelitehdas di Helsinki in occasione di Art Fair Suomi ‘19.
Recentemente Lorella si è trasferita a Turku e ho colto l’occasione per incontrarla e chiederle dei suoi prossimi progetti e ho scoperto che si distacca molto dallo stereotipo del critico d’arte arroccato nel suo studio polveroso che miete giudizi sui giovani artisti, lei è una persona fondamentalmente curiosa e sempre in movimento, appassionata del suo lavoro e volenterosa di mettersi in gioco come giornalista e nuovamente come studentessa.
Come definiresti il tuo campo di studi? Dalla tua biografia sembra spaziare dall’arte al giornalismo passando per la filosofia?
Mi sono laureata in storia dell’arte e, più tardi, in filosofia in campo estetico sempre all’Università La Sapienza di Roma. Sono una giornalista e ho da sempre lavorato come curatrice di mostre di arte contemporanea. Parallelamente a queste due attività, ho collaborato con l’Università La Sapienza di Roma e ho insegnato presso le Accademie di Belle Arti. Nasco come una storica dell’arte e ora sto facendo un dottorato presso l’Università di Turku sui nuovi media con uno sguardo particolare sulla Finlandia. Nella mia ricerca di dottorato mi sto occupando delle variazioni nella percezione nello spettatore nei confronti dell’arte multimediale attraverso un approccio fenomenologico. Rispetto all’Italia, nel nord Europa la fenomenologia è arrivata soltanto negli anni ’90 e così sto indagando l’influsso di questa corrente fiosofica in Finlandia.
Ho diverse pubblicazioni alle spalle e tre libri, di cui due inerenti al rapporto tra arte e filosofia mentre il terzo dal titolo “Northwave. Una ricognizione sulla videoarte dei Paesi Nordici” (Silvana Editoriale, 2009) è tutt’oggi utilizzato nel corso di media art della Aalto University. Questo volume è ad oggi ancora l’unico testo che ripercorre la video arte nordica dagli anni ‘60 alla prima decade del 2000. Recentemente è stato anche pubblicato un libro, ‘Digital Dynamics in Nordic Contemporary Art’ (a cura di Tanya Toft Ag per Intellect, London/Chicago 2019) dove ho scritto un capitolo sull’aspetto interattivo delle arti digitali nei Paesi Nordici, che è stato presentato lo scorso febbraio presso la Scandinavian House di New York.
Qual è stato il percorso che ti ha portato ad interessarti dei paesi nordici e come mai proprio la Finlandia ?
Fin da piccola sono sempre stata affascinata dal mondo scandivano che ho conosciuto attraverso fiabe nordiche, ricordo Andersen e una serie di libri francesi d’ispirazione nordica sui troll. Durante gli studi all’università mi sono iscritta ad un corso di restauro sul dipinto e lì ho conosciuto una collega finlandese ed ho ripreso il filo che avevo iniziato a tessere da piccola. Ho iniziato presto a lavorare come critico d’arte e ho avuto l’occasione di essere invitata dall’Istituto Italiano di Cultura proprio a Helsinki nel 1999: seguii come giornalista il ‘Festival della strada incantata’ e rimasi sorpresa dalla qualità artistica, così pensai di iniziare ad organizzare scambi con artisti italiani e finlandesi. Sono riuscita a portare molti artisti finlandesi in Italia nel corso degli anni: una per tutte Elina Brotherus (www.elinabrotherus.com) fotografa e video artista riconosciuta a livello internazionale.
Così è iniziato il mio percorso nei paesi nordici sempre inviata dal Ministero degli Esteri come giornalista e storica dell’arte. Sicuramente mi ha agevolato il doppio approccio come giornalista e storica dell’arte dal punto di vista divulgativo.
Ho recentemente partecipato ad una tua presentazione sull’arte di Gino Severini presso la Società Dante Alighieri di Turku e hai citato molti progetti a cui stai lavorando, vuoi raccontare quelli più imminenti?
Attualmente sto portando avanti due progetti importanti qui in Finlandia: dal 23 al 26 maggio presso la Kaapelitehdas di Helsinki (il più grande centro culturale in Finlandia) ci sarà l’evento Suomi Art Fair 2019, una fiera dedicata agli spazi no profit, in cui sto coordinando una sezione dal titolo “Focus Italia” e in particolar modo curando il video screening che presenterà tre artisti finlandesi e tre italiani. Ci saranno poi concerti, live performance, body painting, talks con ospiti italiani rendendo l’evento interessante e d’intrattenimento.
L’altro progetto si terrà invece vicino a Tampere presso il museo Serlachius Gösta a Mänttä. Dal 26 ottobre 2019 al 29 marzo 2020 si terrà la mostra ‘The Quest for Happiness’, a cura mia insieme a Maria Stella Bottai e Pirjo Immonen (http://www.serlachius.fi/en/exhibitions/67-the-quest-for-happiness/): qui gli artisti hanno risposto con la creatività e l’energia alla crisi economica e politica che ha colpito l’Italia nel 2008. Seguendo la linea rossa della ricerca della felicità, la mostra collettiva riunisce 14 artisti dal Nord al Sud Italia. Mostra un ampio e fresco panorama della produzione artistica contemporanea in Italia negli ultimi anni, lontano dai cliché italiani all’estero. Alcuni cercheranno la bellezza italiana nascosta nella fotografia di luoghi sconosciuti, altri esamineranno come il concetto di famiglia si sia evoluto in Italia attraverso dei video che sono frutto di laboratori partecipativi.
Ultima domanda: da Roma passando per le grandi capitali europee fino ad arrivare a Turku, cosa ne pensi del livello culturale di questa piccola città?
Turku ha un’offerta culturale di alto livello che mi ha piacevolmente sorpresa, come la mostra recente dedicata alla video artista finlandese Salla Tykkä presso il Wäinö Aaltonen Museum di Turku, di cui io avevo scelto proprio uno dei suoi lavori come copertina del mio libro “Northwave”. Turun Taidemuseo, Aboa Vetus & Ars Nova, Wäinö Aaltonen Museo hanno sempre esposizioni e retrospettive interessanti, senza dimenticare le gallerie private come Titanik e Makasiini. Di recente si è poi aggiunto anche un quarto spazio istituzionale, la Turun Taidehalli, che dà ulteriore possibilità di esporre opere degli artisti.