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Ortodossi in Finlandia. Pochi, ma “cum spiritu”

Salmone affumicato, asparagi, arrosti, torte salate, affettati, formaggi in grandi quantità, insalate e insalatine varie, frutta e dolci a volontà e ovviamente tanta birra e vino rosso. Non è il menù di Ferragosto di un nuovo ristorante hipster in centro a Helsinki, ma il banchetto della Pasqua ortodossa finlandese. Senza dimenticare il caffè e il viipurinrinkeli, una varietà locale del pretzel, serviti dopo ogni messa nel seminterrato della cattedrale Uspenski.

La Chiesa Ortodossa, con tutto il suo misticismo filosofico e la ricchezza delle sue chiese radicalmente antitetiche alla frugalità luterana, rimane spesso ai margini del discorso religioso e culturale finlandese, nonostante sia anch’essa religione di Stato a tutti gli effetti.

I numeri sono in realtà modesti: gli ortodossi finlandesi sono circa 60.000, pari all’1.1% della popolazione del Paese, e sono concentrati per lo più a Helsinki e nelle diocesi di Kuopio e della Carelia. Per mettere i numeri in prospettiva, l’Islam in Finlandia ha con molta probablità oggigiorno un seguito simile alla chiesa ortodossa (la cifra esatta è sconosciuta, ma si stimano fra i 20.000 e i 100.000 musulmani). E, come sottolineato da un articolo dell’Helsingin Sanomat sulle nuove minoranze religiose in Finlandia, in futuro quella musulmana sarà sicuramente una minoranza più rilevante di quella ortodossa, almeno in termini puramente statistici.

Un po’ di storia

La storia della confessione ortodossa finlandese è antica e risale a molti secoli prima della nascita di Lutero e Agricola. I contatti tra le popolazioni finniche della Carelia e il principato di Novgorod – che qualche secolo dopo sarebbe diventato Russia – erano molto intensi e già dal 1000 e 1100 la maggior parte dei finlandesi orientali si erano convertiti. Proprio a questo periodo risale la fondazione dei primi monasteri ortodossi careliani, a Valamo e a Konevitsa.

Con la pace di Pähkinänsaari del 1323, nella quale il Regno di Svezia e quello di Novgorod stabilirono i propri confini e la propria sfera d’influenza – la Finlandia fu divisa essenzialmente in due parti: quella cattolica a ovest e a sud del paese, più direttamente controllata dalla corona svedese, e quella ortodossa a est. 

Il fatto che il primo contatto finnico con la religione cristiana sia stato con la confessione ortodossa e non altre è abbastanza evidente dal punto di vista filologico e linguistico. Alcuni termini chiave del mondo religioso sono infatti derivati dal russo antico. Ecco qualche esempio:

russo anticofinnicoitaliano
pop / pope
kristi
gramota (let. scrittura)
sodija (parola ricostruita)
pappi
risti
Raamattu
suntio
prete / pastore
croce
Bibbia
sacrestano

I primi a reprimere gli ortodossi furono i luterani, soprattutto dalla fine del XVII secolo in avanti. È iniziato così il periodo della conversione forzata al luteranesimo, durato fino all’inizio dell’1800, quando con la cessione della Finlandia alla Russia la confessione ortodossa ha ritrovato il suo prestigio perduto. Per capire quanto gli ortodossi fossero odiati dai luterani, ecco come li presentava ai suoi fedeli Johannes Gezelius il Giovane, vescovo di Turku dal 1690 al 1718: “la fede ortodossa si può quasi paragonare all’adorazione dell’oscurità e del diavolo, alla religione musulmana e al paganesimo”.

Il periodo russo è comprensibilmente quello di maggior splendore e rilevanza per la Chiesa Ortodossa ed è proprio alla seconda metà dell’Ottocento che risale la costruzione delle più grandi e affascinanti cattedrali ortodosse del paese: la Cattedrale Uspenski a Helsinki, la Cattedrale di San Alessandro Nevski e San Nicola a Tampere e la Cattedrale di San Nicola a Kuopio.

Da sottolineare è la grande indipendenza che la Chiesa ortodossa finlandese ha sempre mantenuto nei confronti di quella russa: dal 1865 in poi il finlandese ha sostituito lo slavo ecclesiastico come lingua liturgica e gli arcivescovi sono sempre stati scelti tra il clero locale. Inoltre, una volta ricevuta l’indipendenza, la Chiesa Ortodossa riuscì subito ad affrancarsi dal controllo moscovita e a diventare parte del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli. E qui arriviamo a una particolarità tutta finlandese: la Chiesa Ortodossa segue il calendario gregoriano non solo durante tutte le funzioni normali, ma anche per quanto riguarda il calcolo della Pasqua, che quindi cade in Finlandia lo stesso giorno per luterani, ortodossi e cattolici. È l’unica chiesa ortodossa ad adottare questo sistema.

Cimiteri, monasteri e superalcolici  

Pochi sanno che tra i grandi cimiteri alberati che si trovano tra Hietaniemi e Lapinlahti, il più antico è proprio quello ortodosso, facilmente riconoscibile dalle tombe con la croce russa dalle tre barre trasversali, che è in funzione dal 1815: quello luterano, oggi chiaramente il più spazioso e importante, risale al 1824, mentre quello ebraico e islamico sono degli anni Trenta del XIX secolo.

All’interno del cimitero possiamo passeggiare tra le tombe di alcuni personaggi importanti della cultura classica e popolare del Paese. C’è Juri Repin, pittore e figlio di Il’ja Repin, uno dei più importanti artisti russi; Fedor e Nikolai Kiseleff, mercanti e uomini d’affari, la cui casa in Piazza del Senato fa rivivere i fasti della borghesia ottocentesca; i musicisti Sammy Babitzin e Kirill Babitzin, meglio conosciuto con il nome d’arte di Kirka, uno dei cantanti pop più celebri di sempre in Finlandia; e ovviamente Nikolai Sinebrychoff, il patriarca della famiglia che più di tutti ha contribuito a modellare i gusti artistici ed etilici dei finlandesi.  

Sono inoltre due i monasteri ortodossi ancora in attività nel paese, gli unici in tutta la Scandinavia: il Convento di Lintula e il Monastero di Valamo, entrambi a Heinävesi nella regione di Etelä-Savo. 

Se gli alcolici della Sinebrychoff vi stufano, Valamo fa per voi: oltre al turismo religioso, il monastero basa infatti la sua sopravvivenza economica sulla produzione di bevande alcoliche, tanto che la distilleria di Valamo è la più grande della Finlandia. 

La lista di questi “heavenly spirits” – così sono chiamati sul sito – è notevole: si va dal whisky al black tea gin, da vari vini sia di bacche che di uva (ungherese) fino alla splendida bottiglia verde smeraldo dell’assenzio di Valamo: 69 gradi di puro spirito (come si dice in inglese, pun intended).

Segnatevi la seguente data: 12 aprile 2020, la Pasqua del prossimo anno. Se avete amici o conoscenti ortodossi, ricordatevi di salutarli con la formula pasquale: “Kristus nousi kuolleista!” (Cristo è risorto!), alla quale si risponde “Totisesti nousi!” (Veramente è risorto!). Male che vada vi sentirete partecipi della loro fede e rinforzerete la vostra amicizia; se dovesse andarvi particolarmente bene, invece, verrete invitati a un banchetto regale bagnato da gin tonic benedetti!

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