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“Mestari Cheng”, il nuovo film di Mika Kaurismäki

Uno chef cinese e suo figlio arrivano inaspettatamente in un piccolo villaggio lappone all’ostinata ricerca di un fantomatico “Fontron” che nessuno sembra conoscere.

Così inizia il nuovo film di Mika Kaurismäki, Mestari Cheng (il maestro Cheng), una piccola favola sul potere taumaturgico del buon cibo e le sorprendenti conseguenze dell’incontro tra due culture distanti.

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La trama può sembrare a tratti ingenuamente ottimista ma, a detta dello stesso regista, la cosa è intenzionale: Mestari Cheng è un film con un messaggio positivo, che unisce le persone, volutamente in controtendenza con la realtà odierna, un antidoto all’odio e gli estremismi cui fin troppo spesso assistiamo e leggiamo sui giornali.

La storia, per quanto semplice e in gran parte prevedibile, è tenuta assieme da una sceneggiatura solida e una fotografia che sottolinea il fascino della Lapponia, non a caso House of Lapland (agenzia parte della promozione turistica locale) è stata coinvolta nella scelta dei luoghi. Mestari Cheng è stato girato in 6 settimane tra Kittilä, Sodankylä e il minuscolo villaggio di Rattama, 120 abitanti, che l’occhio da documentarista di Kaurismäki ritrae con campi lunghi spesso accompagnati da melodie cinesi, che riescono a comunicare quanto siano alieni questi paesaggi per una persona nata a cresciuta in una megalopoli inquinata e sovrappopolata come Shanghai. 

Mika Kaurismäki con Kari Väänänen e Chu-Pak Hong durante le riprese. Foto Marianna Films

Il film è anche innalzato dagli attori, a cui Kaurismäki ha lasciato molto spazio di espressione e interpretazione. Una scelta che ha portato a una naturalezza e spontaneità dei dialoghi di tutto il cast, a partire dai protagonisti Anna-Maija Tuokko e Chu-Pak Hong, rispettivamente nel ruolo della proprietaria di uno sperduto bar-ristorante e il cuoco che dà il titolo alla pellicola, alle icone del cinema finlandese Vesa-Matti Loiri e Kari Väänänen, che interpretano due clienti abituali.

Mestari Cheng è chiaramente stato girato con un occhio al pubblico internazionale, i dialoghi sono per lo più in inglese e non mancano momenti un po’ furbi e stereotipati, come la scena in cui lo straniero è portato per la prima volta in una sauna. Il film si è infatti già assicurato contratti di distribuzione in molti Paesi, inclusa la Cina, dove il turismo in Finlandia (e in particolare in Lapponia) è esploso negli ultimi anni. Il film non è privo di fascino, ma lo spettatore deve avere le giuste aspettative: l’intenzione del regista era quella di fare un feelgood movie, e in questo Mestari Change centra in pieno l’obiettivo; tuttavia se voleva esserci anche un messaggio di critica verso la globalizzazione, questo si è perso da qualche parte negli gli spazi aperti della Lapponia.

Mestari Cheng esce nelle sale finlandesi questo venerdì 27 settembre.

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