Le luci si spengono, il pubblico cade in un rispettoso silenzio, l’atmosfera si riempie di aspettativa. Due file di statue prendono posto lungo le ali laterali del balcone, le vetrate di Notre Dame si illuminano e le voci del coro ci portano nella Parigi di fine 1400.
La produzione teatrale de “Il Gobbo di Notre Dame” al Tampereen Teatteri è una riproduzione del musical di Broadway prodotto da Alan Menken, Steven Schwarz e basato sul libro di Peter Parnell. Il risultato è una versione di mezzo, che unisce elementi del romanzo di Victor Hugo e del film di animazione Disney, con l’aggiunta di note che danno un nuovo significato al rapporto tra i personaggi. Le dinamiche tra l’Arcidiacono della cattedrale Claude Frollo ed il gobbo Quasimodo vengono illustrate già dalla scena di apertura, uno spettacolo di marionette che svela intricati legami tra i due personaggi e che, con estrema fluidità e naturalezza, ci introduce al presente, il giorno della “Festa dei folli”. Da questo momento, la storia si sviluppa come per tradizione, tra i sogni infranti di Quasimodo, costretto a rimanere nascosto nella torre, il suo bisogno di libertà, la sete di potere dell’Arcidiacono, una donna al centro dei desideri di tre uomini e le regole della società e della religione che conducono inevitabilmente alla morte, non solo dei personaggi principali, ma anche dei loro sogni e delle loro speranze.
Il richiamo al mondo Disneyano è evidente nelle note di umorismo, a tratti infantile, che interrompono il ritmo drammatico dell’opera. Seppur questi momenti di semplice ingenuità non aggiungono particolare valore alla produzione nel suo complesso, permettono di raggiungere un pubblico più vasto, che include giovani spettatori, aprendo loro il magico mondo del teatro. Questo è sicuramente un risultato ammirevole. Degne di merito sono invece le scenografie e le luci. Il lavoro magistrale di carpenteria ideato da Marjatta Kuivasto ed il meraviglioso lavoro di luci creato da Raimo Salmi trasformano il palco e l’intero spazio, permettendo al pubblico di viaggiare tra le vie di Parigi, l’interno e l’esterno della Cattedrale e la torre del campanile, in una perfetta armonia di movimento, elementi, e materiali. Le strutture in legno e ferro che incorniciano il palcoscenico permettono un uso dello spazio a 360 gradi, concedendo agli attori un’espressione più libera e dinamica. Petrus Kähkönen affascina il pubblico con la sua interpretazione di Quasimodo, riuscendo ad esprimere la forza e la simultanea vulnerabilità di questo complesso personaggio. La forza di questa produzione è ad ogni modo nell’intero cast e nel modo in cui attori e cantanti lavorano insieme, in coreografie impeccabili e di notevole difficoltà e bellezza.
Il Gobbo di Notre Dame è l’ennesima conferma della qualità delle produzioni del principale teatro di Tampere. Nel complesso, una ben riuscita rivisitazione di un classico che, in questa forma, puó essere apprezzato ad ogni età. L’opera è interamente in finlandese, ma anche una conoscenza relativamente superficiale della lingua è sufficiente per poter godere della bellezza di questa produzione.