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Mall of Tripla: la nuova Pasila tra surf, sacro e Sibelius

Pasila è un quartiere brutalista brutalmente tagliato in due dai binari che escono dalla stazione centrale di Helsinki. A ovest una colata di cemento residenziale, a est una serie di anonimi uffici, su cui dominano la torre e le antenne della sede centrale della radiotelevisione statale YLE.

Per chi non ci lavora o ci abita, Pasila è principalmente fermata del treno prima di arrivare in città, la stazione a cui si scende occasionalmente per eventi specifici, come una fiera al Messukeskus, un concerto all’Hartwall Arena, o una visita alla sede centrale della polizia. Pasila era un po’ la Milano Lambrate di Helsinki.

Ma da anni una “nuova Pasila” è in costruzione: Keski-Pasila, una terza area centrale che sorge al posto del vecchio deposito dei treni e che congiunge la metà orientale a quella occidentale, che in un decennio ambisce a diventare “il nuovo cuore di Helsinki” , come sostiene lo slogan della campagna pubblicitaria. Questa Pasila rinata include il potenziamento della stazione dei treni, un nuovo terminal per tram e autobus, nuove strade e diversi edifici. Il quotidiano Helsingin Sanomat ci ha persino dedicato uno speciale.

Il fulcro di questo progetto di rivitalizzazione dell’area è Mall of Tripla, il centro commerciale inaugurato il 17 ottobre con tanto di fanfare: coi suoi 250 negozi, è il più grande dei Paesi nordici. In questa classifica al secondo posto si trova lo svedese Mall of Scandinavia, con 230 negozi, e prima di Tripla il record finlandese erano i 170 negozi di Sello a Espoo. In genere però i centri commerciali si paragonano per superficie, e in questo gli 85000mq di Tripla lo piazzano solo al terzo posto in Finlandia, a pari merito con Jumbo e dietro a Sello e IdeaPark. Il tempo dirà se Tripla supererà la competizione per fatturato o numero di visitatori.

Nel resto del mondo, soprattutto negli Stati Uniti dov’era nato, il centro commerciale è in declino dall’inizio del nuovo millennio, in parte a causa della crescita delle vendite online, del cambio delle abitudini dei consumatori e l’arrivo dei lifestyle malls, in pratica “villaggi” di negozi, centri commerciali all’aria aperta come se ne vedono anche in Italia. Ma la Finlandia sembra essere immune al declino: nel Paese ci sono oltre 100 centri commerciali, solo negli ultimi 3 anni ne sono stati inaugurati 7, mentre negli USA non se ne apre uno dal 2006 e anche il resto dell’Eruopa dà segni di rallentamento. La principale causa della crescita finlandese è l’urbanizzazione, quasi tutti i nuovi centri commerciali sono infatti nell’area della capitale. E a solo qualche settimana dall’inaugurazione di Tripla ci sarà l’apertura ufficiale di Ainoa, un centro commerciale sopra la stazione della metropolitana di Tapiola, a Espoo

The Mall of Tripla deve la seconda parte del nome al fatto di essere largo tre isolati, e la prima alla voglia di internazionalizzazione dei suoi progettisti. Quest’ultima scelta ha fatto storcere il naso a puristi e nazionalisti, che hanno anche criticato il fatto che i cinque piani siano stati battezzati con nomi inglesi. Anche se forse, più della lingua, il vero problema è l’assurdità dei nomi scelti, da “Soul Streets” e “Little Manhattan”.

Nonostante gli slanci intternazionali, la fauna che frequenta questi luoghi non è diversa da quella che si vede negli altri centri commerciali in città: dai gruppetti di teenager con le caviglie scoperte a tutte le temperature ai pensionati in tuta col rollatori che procedono nella folla a gomiti larghi.

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I centri commerciali, soprattutto quelli finlandesi, sono più o meno identici, con negozi delle stesse catene e logiche simili. Non c’è, come in altri Paesi, un tentativo di specializzare gli spazi per un certo pubblico o una tipologia di prodotti. E Tripla non è un’eccezione, anzi: addirittura ci sono catene che hanno due punti vendita all’interno del centro commerciale.

Il sostanziale duopolio dei supermercati è riflesso a piano terra (sorry, al Food Market): un Citymarket e un Prisma l’uno a fianco all’altro, e un Lidl nell’angolo più sfigato. Per dare l’impressione di pluralità c’è anche una simulazione di mercato teoricamente dedicato ai piccoli produttori, con “bancarelle” tanto per cambiare di proprietà di catene. Inoltre al quarto piano il duopolio S-Ryhmä-Kesko fa il doppione con un Alepa e un K-Market.

il “mercato” al Food Market di Tripla

A parte qualcuno dei 250 negozi che non è presente altrove, la particolarità di Tripla è che non è solo una zona commerciale, è uno spazio che mescola anche altri usi. Non è di certo il primo a farlo (il trend divenne evidente nel 2001 con Iso Omena a Espoo, che ha una biblioteca pubblica al suo interno), ma è di certo quello che mescola gli usi in modo più evidente ed eclatante.

Oltre a un albergo, uffici, appartamenti, palestre, una spiaggia artificiale e l’unico centro per l’indoor surfing del Paese, Tripla offre anche un museo e persino uno spazio gestito dalla chiesa con tanto di sacerdote.

Fokus, lo spazio gestito dalla chiesa luterana, appropriatamente posizionato a fianco al cinema in Soul Streets.

Fame è invece il museo della musica finlandese. Che ha un’esorbitante prezzo d’ingresso (25€, ma fortunatamente accettano la Museokortti) non giustificato dalle piccole dimensioni degli spazi. Il centro del museo è una sorta di hall of fame con cimeli e presentazioni di una selezione di musicisti finlandesi di tutte le epoche, da Jan Sibelius ai Nightwish. Attorno alla sala principale minuscoli spazi con varie esperienze interattive: un karaoke in realtà virtuale, una stanza dove si vede una partitura dal punto di vista di un direttore d’orchestra, un’altra con proiezioni a 180 gradi di video musicali delle più significative canzoni finlandesi.

Tripla rispecchia la visione del creatore dei centri commerciali moderni, un architetto austriaco di nome Victor Gruen. Dopo essersi rifugiato in America nel 1938, Gruen si fece le ossa progettando negozi e vetrine, ma è noto per essere il padre del centro commerciale moderno. Anche se nell’esecuzione i centri commerciali delle periferie americane sono l’epitome del capitalismo, il progetto originario di Gruen rifletteva le idee socialiste dell’architetto. La visione di Gruen infatti non includeva solo luoghi di vendita, ma anche spazi di incontro, asili, centri medici, uffici postali, uffici e appartamenti. Questi centri dovevano essere luoghi di incontro, come riflesso dalla piazza centrale che Gruen mise nel cuore del primo centro commerciale costruito nel 1956 a Edina, nel Minnesota.

Negli anni ’70 Gruen, che nel frattempo era tornato in Austria, prese le distanze da quello che le sue creazioni erano diventate, tanto che dichiarò a riguardo: “I refuse to pay alimony for these bastard developments”. Ironicamente il suo nome è oggi associato con le tecniche che spingono agli acquisti d’impulso, avete presente quando uscite dall’IKEA con un sacco di cose che non avevate intenzione di comprare? È l’ “effetto Gruen”. 

E forse Gruen non sarebbe completamento soddisfatto di Tripla, perché con la stragrande maggioranza degli spazi dediti alla vendita, tutto il resto sembra fuori luogo, come se la patina commerciale finisse per rivestire anche gli spazi culturali, soprattutto quando ora in città ci sono spazi pubblici come Oodi, che riescono meglio nel ruolo di agorà.

L’articolo è stato scritto con la collaborazione di Giacomo Bottà, che non solo ha fornito idee e supporto, ma si è intrepidamente cantato gli Abba al karaoke virtuale.
Le fotografie e il video di Tripla sono di Andrea Magni.

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