Site icon La Rondine Finlandia

Il posto (conteso) delle fragole

Venerdì 8 maggio il governo finlandese ha proposto al Parlamento un emendamento temporaneo alla legge sugli stranieri per estendere il diritto al lavoro dei richiedenti asilo. L’emendamento riguarderebbe l’inizio e la fine del loro diritto al lavoro e dovrebbe restare in vigore fino al 31 ottobre 2020. Quest’anno è prevista una grave carenza di lavoratori stagionali provenienti dall’estero e la situazione può essere alleviata se l’uso della forza lavoro già presente in Finlandia viene reso più flessibile. Il nuovo emendamento consentirebbe anche a chi ha subito un provvedimento di espulsione (per decadenza dei termini del permess) di godere di un prolungamento del permesso, a causa delle condizioni di emergenza, e di ricevere servizi di accoglienza.

Negli anni normali, arrivano in Finlandia circa 16.000 lavoratori stagionali, ma quest’anno ce ne saranno molti di meno a causa della crisi del coronavirus.

Dalla raccolta delle bacche, in Finlandia, si può trarre un reddito più che dignitoso, almeno per i lavoratori più esperti. Si arriva, durante la stagione estiva, a guadagnare anche più di 6000 euro.
In media, un buon raccoglitore arriva a 70 chili di bacche al giorno, ma i più capaci arrivano fino a un centinaio di chili. Naturalmente il guadagno dipende anche dal tipo di bacche raccolte. La più rara e redditizia è quella detta hilla o lakka, la mora artica del camemoro.
Il prezzo ovviamente  varia di anno in anno a seconda del raccolto e della situazione del mercato. La mora artica è pagata al raccoglitore molte volte più di mirtilli e mirtilli rossi.  Ad esempio si arriva a 12-13 euro al chilo. Mentre invece il mirtillo non mondato rende in media 1,50 euro al chilo e il mirtillo rosso circa un euro al chilo. Ma si può arrivare ad avere 3,5 euro al chilo per le bacche prive di foglie e impurità.

Un raccoglitore tailandese di mirtilli

Negli anni scorsi, circa l’80 percento delle bacche finlandesi sul mercato sono state raccolte da raccoglitori stranieri, e in Lapponia, la quota è stata del 90 percento. Quote minori sono registrate nell’Ostrobotnia, nella Finlandia occidentale, e anche nelle zone orientali del Paese. Ma è un dato di fatto che la manodopera finlandese va diminuendo di anno in anno.
La gran parte dei raccoglitori stranieri di more artiche e mirtilli sono tailandesi, arrivati in Finlandia una dozzina d’anni fa, seguendo il modello svedese. I raccoglitori tailandesi nel loro paese d’origine sono spesso coltivatori di riso, e vengono a lavorare in Finlandia durante la stagione delle piogge. Il reddito della raccolta delle bacche estive può corrispondere a uno o anche due anni di stipendio di un lavoratore agricolo tailandese.

Un altro settore che garantisce lavoro e redditi è quello della coltivazione delle fragole, un lavoro complesso, che va dalla preparazione del campo alla semina  all’irrigazione e infine alla raccolta. In questo settore, in cui si registra un calo progressivo della manodopera locale, molti immigrati stagionali specializzati vengono dall’Ucraina. In questo periodo dovevano arrivare tanti lavoratori da quel paese, ma invece i voli charter sono stati cancellati uno dopo l’altro per la nota epidemia.
Molti di questi lavoratori, come riferisce un servizio sul sito della televisione di stato, si danno da fare per trovare strade alternative.
Svetlana Babenko e suo marito Evgenij vivono in una cittadina in provincia di Kiev. Ogni primavera per cinque anni sono venuti in Finlandia per le fragole. Il loro volo charter sarebbe dovuto partire da Kiev il 27 aprile, ed erano attesi per la raccolta in una tenuta della zona di Tuusula, poche decine di chilometri a nord di Helsinki.

Svetlana Babenko in una foto dell’anno scorso (yle.fi)

“Abbiamo avvertito che le cose andavano male, quando un volo dopo l’altro veniva cancellato. Un bel guaio.  Il fatto è che gli agricoltori hanno bisogno di noi, nella tenuta sono in attesa di cinque ucraini per mettersi al lavoro. Tuttavia, è stato dato il permesso solo a due, e hanno scelto noi.
Nella tenuta  di Tuusula la coppia di solito ha l’uso gratuito di una stanza, mentre la cucina e la sauna sono nel cortile. La stagione dura tre mesi. Il salario orario medio per la semina primaverile e altri lavori è di poco superiore agli 8 euro, ovvero circa 65-70 euro al giorno. Al momento della raccolta delle fragole, viene pagata una media di un euro per ogni chilogrammo raccolto.
Ma Svetlana e Jevgeny sono in grado di raccogliere quantità record di fragole.

Ucraini al lavoro (yle.fi)

“Ognuno di noi raccoglie circa un quintale di bacche. Penso che dietro l’alta motivazione di noi ucraini c’è la questione economica. A volte guadagniamo di più qui in tre mesi che durante tutto l’anno a casa”, dice Svetlana.
Svetlana, che è diplomata come insegnante, nella sua città natale confeziona abiti da sera. Nei mesi migliori, il suo stipendio può arrivare a 300–400 euro, quindi i 3.000–5.000 euro guadagnati in Finlandia sono fondamentali per lei.
Quest’anno, prima dell’emendamento del governo che abbiamo segnalato, era previsto l’arrivo in Finlandia di solo 1.500 lavoratori stranieri. E dovevano arrivare nel paese con tre voli charter il 23, 27 aprile e 15 maggio. Tuttavia, un solo volo è arrivato in Finlandia.

La cancellazione di questi voli ha innescato un’accesa discussione.
Il Primo Ministro Denis Šmigal ha affermato che d’ora in poi il lavoro degli ucraini all’estero sarà negoziato solo dal governo.
Sui social media e online, l’azione del governo ha scatenato una tempesta di proteste. Le decisioni sono state definite “un nuovo tipo di schiavitù della terra” e un ritorno ai “tempi della cortina di ferro dell’Unione Sovietica”.

“Lo stato non ha il diritto di vietare ai suoi cittadini di lasciare il Paese perché incostituzionale. Lasciare il paese può essere impedito solo in base a una legge eccezionale d’emergenza,  e noi non l’abbiamo introdotta, abbiamo solo l’obbligo della quarantena”, sostiene Vasilii Voskoboinik dell’Associazione delle aziende specializzate nel lavoro temporaneo internazionale.
Svetlana Babenko è perplessa dalle azioni del governo. “Nessuno ha mai viaggiato illegalmente. I finlandesi sono molto rispettosi della legge. Nel sistema fiscale finlandese, abbiamo il nostro codice personale. Tutto è legale e ufficiale, come tutto il resto.”
Sono in molti tra gli ucraini quelli che sospettano che con le sue decisioni il governo voglia spillare maggiori entrate.
“Forse l’Ucraina vuole che io paghi più tasse? Ma già pago le tasse alla Finlandia! E pago le tasse all’Ucraina per il lavoro svolto in Ucraina.”

Foto пресс-офис Вадима Пристайко

Lunedì 4 maggio Vadym Pristaiko, ministro degli Esteri ucraino, ha incontrato l’ambasciatrice finlandese in Ucraina Päivi Laine e dopo l’incontro ha dichiarato che il suo governo cerca solo di evitare la diffusione del coronavirus a seguito di viaggi di lavoro. Martedì scorso infine Finlandia e Ucraina hanno raggiunto un accordo sugli aspetti tecnici del lavoro a contratto per i lavoratori migranti dall’Ucraina, e il governo ucraino ha precisato che i voli charter per la Finlandia sono nuovamente possibili.

Ma i due Babenko non hanno tempo di aspettare i charter, e hanno deciso di partire per la Finlandia attraverso la Bielorussia. “Andiamo prima a Minsk. Abbiamo trovato un passaggio attraverso conoscenti. Lungo la strada, raccogliamo altre persone che devono andare in Finlandia. Siamo già in contatto con loro. Un viaggio a Minsk ci costa 80 euro a persona e da lì prendiamo un volo per a Helsinki”, dice Svetlana.

I lavori agricoli primaverili non possono aspettare. Dietro gli ucraini, in attesa, ci sono lavoratori indiani, pronti a prenderne il posto: a quanto si sa diversi mediatori indiani hanno fatto già delle proposte, con un salario orario di quattro euro.

Il celebre detto finlandese oma maa mansikka, muu maa mustikka (la fragola di casa va bene, il mirtillo dove conviene) ormai ha un gusto antiquario, e va aggiornato. Quel che conta sempre di più è il lavoro, e ormai quello interno, per l’una e l’altra bacca, è assolutamente insufficiente, affidato sempre più alle mani dei muukalaiset.

Basterà la crisi economica attuale, e la disoccupazione dilagante, a spingere i finlandesi a riscoprire un lavoro che una volta gli apparteneva? Aspettiamo le statistiche a fine stagione, scopriremo per esempio quanti giovani sono tornati a fare lavori manuali, e vedremo se qualche politico coglierà l’occasione per parlare di choosy maa.

Exit mobile version