C’era una volta un ponte visionario fatto di vetro e acciaio. Un’opera chiamata con il nome del suo architetto, Calatrava, che da opera futuristica si è trasformata in una trappola economica e alquanto scivolosa. Il luogo? Italia ovviamente direte voi, Venezia per la precisione. Ma certe favole, o forse incubi, non conoscono confini e sappiamo che la storia spesso non insegna nulla. Eccoci quindi qui in Finlandia: nella primavera del 2016 la città di Turku annuncia il vincitore del progetto per un nuovo ponte che collegherà la città con Logomo, il vecchio rimessaggio dei treni ora trasformato in centro per eventi e concerti. Il vincitore è VR Track di Jukka Horttanainen e il ponte sarà di, guarda caso, vetro e acciaio. Il costo previsto è di 8.5 milioni di euro e la realizzazione entro dicembre 2018. O almeno così credevano negli uffici del Comune di Turku. I lavori iniziano nel 2017 ma già nei primi mesi del 2018 i primi problemi iniziano a trapelare.
Jukka Mäenpää, il responsabile delle costruzioni della Città di Turku ammette che ci saranno dei ritardi dovuti alla “struttura intricata” di un ponte che “non è mai stato costruito prima in Finlandia. Vogliamo assicurarci che funzioni per come è stato progettato”. Lodevole iniziativa che la città si preoccupi che il ponte funzioni, ma si calcolano materiali aggiuntivi e il progetto lievita a 12 milioni di euro. Il magnanimo Mäenpää dichiara che le critiche sono giustificate.
Passano pochi giorni e si aggiungono 1.3 milioni di euro al progetto e qualche mese alla data di consegne. “Potrete camminare sul nuovo ponte a luglio 2019” dice sempre Mäenpää. Il progetto resta però incompiuto e le polemiche non si placano. Passa un anno, e lo scheletro del ponte è sempre più visibile, ma la data promessa per l’inaugurazione passa inosservata nei giornali locali. Nell’agosto del 2019 il Comune approva un nuovo budget di oltre 16 milioni di euro, questa volta dovuto a nuovi disegni perché i piani originali non hanno passato le ispezioni esterne e si sono dovute apportare significative modifiche. E così in tre anni il budget del ponte è duplicato.
Ma chi sta beneficiando di queste impennate di budget? Per la JPV-Engineering, fondata nel 2003 da Petri Väisänen, il ponte del Logomo è il progetto più importante che gli sia stato appaltato. Non solo provvedono ai materiali del ponte ma anche al suo assemblaggio. Insomma possono fare il bello e il cattivo tempo.
E decisamente stanno facendo il brutto tempo secondo la città e i suoi residenti. Ma Väisänen annuncia che il ponte sarà pronto a giugno 2020 e questa volta tutti si aspettano che sia vero.
Ed arriviamo a questo maggio: colpo di scena, la compagnia di costruzione annuncia che i lavori saranno sospesi. I giapponesi per scioperare si mettono una fascia rossa intorno alla testa ma continuano a lavorare, qui gli operai abbandonano il cantiere. Le ragioni sono “visioni divergenti” con il Comune.
Una di quelle motivazioni che neanche la vecchia DC usava più per coprire le situazioni imbarazzanti. La Città di Turku risponde pubblicamente dicendo che per la natura incompiuta della faccenda, nessuna delle due parti in questo momento rilascerà dichiarazioni e che i negoziati continueranno.
Eccoci quindi qui a Turku con uno scheletro di ponte che speriamo non diventi presto un ecomostro. Almeno Calatrava il ponte di Venezia l’ha finito e i bambini si divertono a scivolarci sopra nelle giornate umide. La Corte dei Conti l’ha condannato a ripagare 78 mila euro all’erario per negligenza nelle costruzioni dell’opera; peccato che Venezia abbia già sborsato 13 milioni ma “solo” 6 in più rispetto al preventivo.
Quanto costerà il ponte ai residenti di Turku? Lo scopriremo nelle prossime puntate.