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In Finlandia le lingue straniere si insegnano sempre più precocemente. Ma è l’inglese la scelta giusta?

Ai bambini che in Finlandia iniziano la scuola primaria in questo mese è garantita l’opportunità di apprendere una lingua straniera in prima elementare, ma la maggior parte dovrà accontentarsi dell’inglese. Situazione data quasi per scontata, ma in realtà c’è qualche problema, sostengono alcuni studiosi, e anche dal punto di vista sociale non è c’è un’effettiva libertà di scelta per le “minoranze”. Lo leggiamo in un interessante reportage apparso su Yle.fi, dove si fa l’esempio problematico di quanti, per esempio, sono di madrelingua inglese, come la figlia di otto anni di Sanna Boow che si è trasferita in Finlandia solo due anni fa dalla Nuova Zelanda.
Ha iniziato la scuola l’anno scorso a Kirkkonummi, ma ha dovuto partecipare al corso di inglese come seconda lingua con tutti gli altri. Annoiandosi tutto il tempo, come è immaginabile.
Il problema, secondo la signora Boow, è che molte scuole non offrono nessuna scelta: viene offerto solo l’inglese. In quelle che hanno alternative, bisogna comunque raggiungere un numero minimo di studenti, e questo dipende dai genitori che scelgono un’altra opzione.

Ma l’inglese è davvero la scelta migliore?

Secondo i dati forniti dall’Agenzia nazionale per l’istruzione, in Finlandia circa l’83% dei bambini impara l’inglese come prima lingua straniera.

Al riguardo, la studiosa di neuroscienze Minna Huotilainen dell’Università di Helsinki afferma che l’inglese non è la lingua migliore anche per chi non ha un background famigliare anglofono. La maggior parte dei bambini finlandesi, dice Huotilainen, avrebbe dei vantaggi se imparasse prima un’altra lingua.

“Se si pensa a un bambino di sette anni in prima elementare, nell’apprendimento delle lingue a quell’età c’è tanto da guadagnare”, dice Huotilainen, e cita la pronuncia, l’individuazione delle parole, il confronto con una fonetica differente.

Apprendere tanti nuovi vocaboli in giovane età è molto più impegnativo che assimilare dei fonemi, quindi vale la pena imparare le lingue in cui la pronuncia e le capacità di ascolto sono complesse, ed evitare quelle in cui l’apprendimento di grandi quantità di vocaboli è fondamentale. Meglio investire nel vocabolario in età più avanzata.

Per i madrelingua finlandesi, Huotilainen sostiene che francese e portoghese sono lingue con una fonetica molto diversa che è più difficile da assimilare in età adulta. Anche le lingue tonali come il cinese o il thailandese sono una buona opzione in quanto i toni sono difficili da padroneggiare per gli adulti.
E dunque per lo sviluppo linguistico ottimale nei bambini con normali capacità di acquisizione l’ultima opzione dovrebbe essere l’inglese. A meno che un bambino presenti particolari difficoltà nell’apprendimento delle lingue straniere…
“Gli altri – sostiene la studiosa –  l’inglese l’impareranno comunque”.

Scuola di Tesoma, Tampere

“A tale of two cities”

A Helsinki, le scuole offrono lingue straniere dalla prima elementare dal 2018. La capitale è stata pionieristica in questo senso, seguita dalle scuole a livello nazionale nel 2019. Anche così, la città è impegnata per incoraggiare più famiglie a imparare altre lingue.

Però la città finlandese  leader nella diversità linguistica è Tampere, e la persona che se ne occupa è Outi Verkama. Dice che la chiave per affrontare la questione è un lavoro coerente in tutta la città, a livello prescolare e nelle scuole.
“Il nostro principio è sostenere le famiglie in modo che i bambini possano iniziare con la lingua che vogliono; tutte le zone della città offrono le stesse possibilità per ogni famiglia”, dice Verkama.

Tutti i bambini negli asili nido di Tampere ricevono “language showers” fra i tre e i cinque anni. Si tratta di brevi sessioni di assaggio nelle lingue che avranno la possibilità di imparare nelle scuole locali (al contrario dei ” language baths “, che offrono un’immersione linguistica in una lingua straniera specifica per i bambini in determinati gruppi di asili).
Quindi, all’asilo, i bambini seguono otto settimane di lezioni in ciascuna delle quattro opzioni linguistiche nelle scuole locali, tenute dagli stessi insegnanti che insegnerebbero nelle classi a scuola.

Solo allora i genitori fanno la loro scelta, e sembra che funzioni. Nel 2020 circa il 35,8% dei bambini che entrano in prima elementare a Tampere ha scelto di imparare una lingua diversa dall’inglese.

Saltare il fosso

Minna Huotilainen dice che i genitori dovrebbero essere coraggiosi e “saltare il fosso” se i loro figli hanno la possibilità di imparare una lingua diversa.
Per acquisire scioltezza nell’uso dell’inglese c’è tutto il tempo del mondo: “I metodi di apprendimento si sono tanto sviluppati, e gli studenti così veloci ad apprendere, essendo immersi in un mondo anglofono tutto il tempo, imparano l’inglese con estrema facilità.” Così parlò Minna Huotilainen.

E l’italiano?

A Tampere i bambini della prima elementare possono scegliere la loro prima lingua straniera tra 7 lingue. Le opzioni a loro disposizione sono inglese, svedese, tedesco, francese, spagnolo, russo e cinese. Un elenco all’interno del quale si ritrovano le lingue in cui, nei principali musei metropolitani, come nei centri per turisti in provincia, è in genere possibile trovare informazioni.

Così, per fare un esempio, nel Museo delle foreste a Lusto, dove a molti turisti è capitato di passare, e che sulla Rondine abbiamo a suo tempo segnalato, si trovano brossure sul Museo e istruzioni pratiche nei bagni, in una ampia selezione di lingue. Tranne quella italiana.

È questo un aspetto su cui dovrebbe riflettere chi si occupa istituzionalmente del destino dellla lingua italiana in Finlandia. Perché, a parte i corsi nelle scuole, anche queste assenze a un livello più quotidiano e diffuso dicono del prestigio di un Paese e della sua cultura.

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