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Mattarella, presidente di pura rappresentanza?

La lunga serie di scrutini tenutisi alla Camera per le elezioni del nuovo Presidente della Repubblica, alla fine del (primo) mandato di Mattarella, hanno invaso i media italiani, soprattutto le televisioni, con tante “maratone” di cronisti d’assalto all’inseguimento di capipartito e peones, chiunque fosse, purché dicesse qualcosa, se non una notizia, almeno un retroscena.

“Presidente! Presidente!”, era l’invocazione più ricorrente, a conferma di quanto sostiene Michele Ainis in un volume appena pubblicato (La Nave di Teseo), secondo cui in Italia ci sarebbero almeno 70 mila presidenti di qualcosa, per cui “se a via del Corso, nel centro del centro di Roma, chiami “Presidente!” si gireranno in quindici.” Non a caso, in tanto Paesi occidentali governa un primo ministro, mentre da noi c’è invece un Presidente del Consiglio, e nelle Camere non c’è uno Speaker, o un Puhenjohtaja, ma due bei Presidenti. E meglio è tacere di quelli che anche per un giorno sono stati Presidenti di una Associazione, o di una Commissione, che per il resto della vita (politica) continueranno ad essere osannati come tali.

Ora, questo eccesso di presidentismo, non potrebbe dare l’impressione che la carica risulti in qualche modo svuotata, per interna rarefazione? Chi segue la vita italiana sa che non è così. L’italiano ai titoli, come alle onorificenze, si affeziona, anche quando non contano nulla, anzi forse ancora di più in questo caso.

E invece l’effetto riduttivo da qualche parte si è verificato, ma all’estero, e precisamente sui media finlandesi. Che di recente seguono le cose italiane con una certa distrazione, attenti agli eventi epocali, tipo la morte di un papa, e alle curiosità, soprattutto se rivelano certe debolezze note di un popolo lontano “anni luce” da quello finlandese in materia di diritti civili.

Da meteo.it

Invece la cose più ordinarie, come l’elezione di un Presidente della Repubblica, non sembrano destare interesse nei vari media, come la Yle, la televisione di Stato, che alla lunga agonia di un Paese tra Camera e schermi televisivi, consumata in una settimana stressante, ha dedicato commenti prevalentemente tecnici sulle modalità delle elezioni.  

Chi ha cercato di seguire l’evento su televisione e giornali finlandesi, a parte una breve fiammata alla notizia della candidatura di Silvio (quella sì sarebbe stata la notizia epocale) ha capito che tutto si è consumato nell’attesa di una normale conclusione, per esaurimento dei contendenti, o per pura forza gravitazionale. Prima o poi qualcuno doveva pur cadere, e qualcuno rimbalzare.  

L’unico giorno con più di una nota sui giornali è stato il 29.1, quando è arrivata la notizia che “il primo ministro Mario Draghi ha chiamato Mattarella e gli ha chiesto di rimanere in carica ‘per il bene e la stabilità del Paese’, ha riferito sabato l’agenzia di stampa Reuters.” Questo riportava il più grande quotidiano finlandese, Helsingin Sanomat,  che come si vede riporta un’agenzia. E a un’agenzia si rivolge per la notizia anche il più diffuso tabloid del paese, Ilta-Sanomat.

Anche per le modalità dell’elezione, coi suoi Grandi Elettori, HS ricorre al sito italiano di un net internazionale The Local, poi come tutti gli organi di stampa riporta il parere delle istituzioni economiche internazionali che accolgono con un respiro di sollievo la conferma di Mattarella soprattutto perché porta alla conferma di Draghi alla Presidenza del Consiglio.

Ciò che però tutti i media ci tengono a senalare, all’unisono, è una qualifica del ruolo del Presidente in Italia,  esattamente così: Presidentin virka on Italiassa pääosin seremoniallinen. Che significa: “Il ruolo del presidente in Italia è fondamentalmente di rappresentanza.” Salvo poi aggiungere un “ma anche”. Riconoscendo che, oltre alla seremonia, il Presidente fa altro: In momenti di crisi il presidente ha il potere, ad esempio, di sciogliere il parlamento, nominare un nuovo primo ministro e negare l’incarico di governo alle coalizioni deboli.” (Yle). Come se fosse roba da poco. Suggeriamo che si poteva aggiungere che il presidente è anche capo delle forze armate, oltre che dell’organo supremo della magistratura, che approva o rimanda le leggi alle camere. E questa non è davvero roba di poco conto.

Quello che un/una corrispondente dall’Italia poteva raccontare, approfittando della settimana di scrutinio, era che il ruolo del Presidente come scritto nella Costituzione promulgata nel 1948 è cambiato di molto nella cosiddetta Costituzione materiale. Perché in questi decenni tante cose sono cambiate, sistemi elettorali, forma dei partiti, e il ruolo del Presidente di conseguenza ha assunto funzioni sempre più attive, arrivando a interventi incisivi nel vivo della politica del paese, da Cossiga a Napolitano allo stesso Mattarella.

La settimana del “conclave”, poi, poteva anche essere utile per raccontare lo stato dei partiti italiani, i movimenti all’interno di  coalizioni provvisorie e mutevoli, al punto che le manovre intervenute durante le elezioni potrebbero aver rotto alleanze di medio-lunga data, col rischio, alla ripresa della vita politica ordinaria, di qualche dimissione, capace anche di far saltare il governo. Con conseguenze anche sulla stabilità del Paese, ma non solo.

Che lettori e spettatori dei media finlandesi si potrebbero aspettare di più e di meglio dai loro corrispondenti, è scontato. Esiste una curiosità diffusa verso il nostro Paese da parte di una buona parte dei tanti finlandesi abituati a seguire le vicende internazionali anche sulla stampa estera. Ne è riprova un post di una lettrice che compare a commento del citato articolo di Helsingin Sanomat, e che fa un bilancio delle elezioni molto più sagace, nella sua sintesi, dell’articolo stesso. Scrive Leena: “L’elezione di Mattarella porterà stabilità, poiché Draghi potrà continuare il suo lavoro di riforma in qualità di primo ministro [sic]. Il ruolo di Draghi è importante anche per l’ Europa, non solo per il bene della sua economia ma anche per la sua leadership. In questo momento è necessaria una persona esperta, credibile e di talento come lui. Draghi è riuscito ad essere una forza unificante e costruttiva per l’Italia.”

La situazione politica italiana, dice la lettrice, è fondamentale per la stabilità dell’Europa. La lettrice forse si è accorta che assai spesso, anche nella storia moderna, certi cambiamenti davvero epocali sono iniziati proprio nel belpaese: dalla stessa idea di Europa, a certi estremismi rivoluzionari, al sorgere dei movimenti sovranisti, per restare all’ultimo mezzo secolo.

E dunque, come esistono corrispondenti puntuali da Berlino, da Londra e da Parigi, sarebbe legittimo, nell’interesse dei lettori-ascoltatori, avere servizi dall’Italia non solo quando succede qualcosa di eccitante (Berlusconi, uno scandalo, la mafia, la vittoria agli europei di calcio) ma anche per seguire l’evoluzione della sua vita politica e civile. In un passato recente ricordo di avere letto servizi spesso originali di un corrispondente della Yle, Petri Burtsov, che non si limitava a riprendere le agenzie, ma si muoveva cercando opinioni e facendo sue personali indagini. Cito, per esempio, certi report sulla nascita delle “sardine” nelle piazze italiane che avevano spunti di riflessione interessanti. Perché per avere notizie, oltre che saperlo fare, bisogna anche muoversi per trovarle.

Segnalo semplicemente, da lettore assiduo dei media finlandesi, una carenza. Perché mi aspetto una maggiore attenzione per un Paese che considero di interesse per tutti. Sta qui la sua bellezza, amici finlandesi, non solo nei suoi paesaggi storici o culinari, di cui siete fin troppo inondati.

(Foto del titolo da www.presidentti.fi. Per tutte le foto, siamo pronti a far fronte alle richieste di diritti)

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