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Allegro ma non troppo: i russi che arrivano in Finlandia

Con la chiusura degli spazi aerei russi uno dei pochi collegamenti tra la Russia e l’Unione Europea è il treno ad alta velocità Allegro, che in tre ore e mezza porta da San Pietroburgo a Helsinki. 

Prima della pandemia i collegamenti giornalieri erano quattro, poi il servizio è stato sospeso per un anno e mezzo per riprendere solo lo scorso dicembre con due collegamenti al giorno.

Dallo scoppio del conflitto la tratta dalla Russia alla Finlandia ha sempre registrato il tutto esaurito dei circa 350 posti a sedere disponibili nel convoglio. Per accomodare l’innalzamento della domanda, le ferrovie nazionali finlandesi VR stanno negoziando con le autorità russe per aggiungere un terzo collegamento, che porterebbe la capacità giornaliera a circa 1.000 passeggeri per direzione. 

VR sostiene che l’incremento è più un obbligo sociale che un vantaggio economico, visto che il viaggio che porta in Russia è praticamente vuoto e porta pochi ricavi. 

A contribuire all’afflusso russo anche una voce (mai confermata) che si era diffusa per cui, oltre allo spazio aereo, avrebbero anche presto chiuso anche i tutti valichi di confine.
Sui social network era anche passata un’immagine che vedeva il prezzo del biglietto oltre i 6.000 euro invece dei circa 150 del prezzo ordinario, ma si è scoperto che era solo un errore tecnico di un’agenzia che aveva messo il prezzo in rubli e specificato la valuta sbagliata. 

Ma chi sono queste persone che lasciano la Russia? Si stima che i passeggeri siano due terzi russi e un terzo finlandesi (al momento non sono venduti biglietti a nazionalità terze). E quasi tutti i russi non si fermano in Finlandia, ma procedono per l’aeroporto o i traghetti per l’Estonia o la Svezia.

Sono pochi quelli che vogliono farsi intervistare dai giornalisti, ma quelli che si fermano (e per lo più vogliono restare anonimi) dicono di lasciare il Paese per essere in disaccordo con l’invasione dell’Ucraina o per timore degli effetti delle restrizioni. 

I valichi di confine tra Russia e Finlandia

A lasciare il Paese sono comunque un numero relativamente piccolo anche perché non esiste libertà di movimento fra Finlandia e Russia. Per passare il confine finlandese è prima di tutto necessario un visto o un permesso di soggiorno. Inoltre sono ancora in vigore le restrizioni Covid, e per entrare in Finlandia è necessario avere un certificato di guarigione o la prova di un cliclo vaccinale completo di un vaccino approvato dall’EMA (quindi non lo Sputnik, che è quello che ha ricevuto buona parte dei cittadini russi).

Perciò solo una piccola e selezionata fetta della popolazione russa può viaggiare in Finlandia, e quelli che lo fanno sono per lo più persone con la doppia cittadinanza o legami con altri Paesi esteri. In più al momento sono ammessi solo viaggiatori per “ragioni essenziali”, come ricongiungimenti familiari.

La Finlandia ha un confine di oltre 1.300 km con la Russia, ma esistono meno di dieci valichi di confine, e la situazione qui è definita calma. Infatti le frontiere tuttora non sono aperte tutto il giorno, quasi tutti i valichi chiudono per la notte e, sempre a causa del basso traffico, quella di Imatra è temporaneamente chiusa. 

Le frontiere nella parte settentrionale del Paese non hanno notato differenze nel traffico nelle ultime settimane. Al riguardo, abbiamo contattato il Comando regionale delle guardie di frontiera a Rovaniemi, che ci ha così risposto: “In generale, la quantità di traffico transfrontaliero nell’area di confine della Lapponia è risultata molto bassa per più di due anni durante la pandemia. E non ci sono stati grandi cambiamenti nelle ultime settimane dopo l’inizio della guerra Ucraino-Russia ai valichi di Raja-Jooseppi o di Salla. Al momento, la situazione non ha richiesto modifiche al modo in cui il distretto della guardia di frontiera della Lapponia opera e utilizza il suo personale. Tuttavia seguiamo con molta attenzione la situazione generale e dell’area circostante, pronti a intervenire adeguandoci ad eventuali cambiamenti.”

Per quanto riguarda il traffico nelle regioni sudorientali è aumentato di circa il 30%, anche se i numeri restano molto inferiori a quelli anteriori alla pandemia.

Due settimane fa sono infatti stati registrati 17.600 passaggi (2.200 in treno), la settimana scorsa sono saliti a 24.000 (5.500 in treno).
Nel periodo precedente la pandemia solo a Vaalimaa si potevano registrare tra i 15.000 e i 20.000 passaggi al giorno.

Soprattutto rispetto al vero esodo di milioni di persone che sta vivendo l’Ucraina, quello dalla Russia è un fenomeno davvero molto limitato.

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