Il primo ministro uscente Magdalena Andersson ha annunciato la sera di mercoledì 14 che presenterà le dimissioni il giorno seguente, ammettendo la sconfitta alle elezioni politiche di domenica scorsa.
Il blocco di destra ha ottenuto una risicata maggioranza (176 – 173 seggi), confermata dopo che tutti i voti, compresi quelli inviati per posta da svedesi residenti all’estero, sono stati ricontati.
Le attività di conteggio sono durate per tre giorni interi, lasciando la nazione nordica con il fiato sospeso per l’esito, incerto fino all’ultimo.
La inaspettata vittoria della destra è stata ottenuta soprattutto grazie all’aumento dei consensi registrato dal partito dei Democratici Svedesi (Svenska Demokratern) guidati da Jimmie Åkesson, che è salito oltre il 20%, diventando il secondo partito del paese. Anche se il candidato premier del blocco di centro destra rimane il leader del Partito Moderato Ulf Kristerssen, l’aspettativa generale è che i Democratici Svedesi, forti dei loro numeri, guideranno in larga parte l’agenda del governo.
Anche il Partito Democratico guidato dalla premier uscente Magdalena Andersson ha aumentato i consensi, salendo oltre il 30%. Tuttavia, l’alleanza di cui fa parte non è riuscita a raggiungere la metà dei suffragi.
La Andersson ha guidato un governo di minoranza ed è stata largamente contestata specialmente dai giovani sotto i 21 anni, che hanno votato in massa per il blocco di destra, nonché dagli abitanti delle zone rurali, che tradizionalmente tendevano a supportare il partito di centro. Alla fine potrebbe essere stato il voto di queste categorie a determinare lo storico risultato per il partito guidato da Åkesson, noto per le sue posizioni sovraniste e anti-immigrazione.
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(Nella foto del titolo: Jimmie Åkesson. Per le foto pubblicate siamo pronti a far fronte alle richieste di diritti)