La Finlandia segue ovviamente con grande interesse l’evoluzione della situazione in Russia. Ieri sera, sabato 24 giugno, il telegiornale delle 20.30 sulla Yle1 è stato interamente dedicato a questo tema.
Dai dati riportati dalle agenzie e dagli inviati, si sa che il comandante della Wagner, Jevgenij Prigozhin, si è dichiarato in aperta ribellione con il regime e le forze armate russe e le sue truppe sono avanzate verso Mosca. Putin ha definito queste azioni un tradimento e una pugnalata alle spalle.
La situazione è però poco chiara, soprattutto dopo la dichiarazione del ritiro delle stesse truppe. Questo ha dichiarato il presidente Sauli Niinistö all’agenzia STT questa mattina. “Si tratta di una questione interna alla Russia e gli sviluppi in questo campo sono seguiti da vicino sia in Finlandia che altrove. Il discorso del Presidente Vladimir Putin dimostra la gravità della situazione”. Ad ogni buon conto le guardie di frontiera monitorano attentamente la situazione 24 ore su 24. Ma al momento risulta che tutto sia tranquillo sul fronte orientale.
L’impatto complessivo dell’operazione Wagner potrebbe alla fine rivelarsi modesto, sostiene Emil Kastehelmi, storico della guerra in Ucraina, in uno speciale trasmesso sulla televisione nazionale Yle.
“L’avanzata della Wagner verso Mosca è una ribellione armata contro i vertici militari della Russia”, afferma lo studioso. Secondo il quale il principale attrito tra il capo della Wagner, Prigozhin, e il regime russo può essere ricondotto prevalentemente a uno scontro col Ministro della Difesa Sergej Shoigu. Nel corso delle settimane, Prigozhin ha nominato diverse persone nei suoi discorsi, ma il nome del Presidente russo Vladimir Putin non è mai stato menzionato in questi contesti.
Sabato sera Prigozhin ha annunciato che le forze Wagner avrebbero smesso di avanzare verso Mosca e sarebbero tornate alle loro basi.
Secondo l’ufficio della Presidenza in Bielorussia Prigozhin ha intenzione di raffreddare la situazione, e in effetti sia Alexander Lukashenko sia Putin hanno avuto colloqui con Prigozhin.
Kastehelmi non ritiene che la Wagner avrebbe fermato l’avanzata su Mosca solo perché alle truppe sarebbero stati promessi più armamenti. Quel che resta da vedere è se tutte le parti siano soddisfatte dell’accordo raggiunto.
“Se le truppe si ritirano verso Luhansk, si può presumere che l’accordo sarà in qualche misura rispettato” conclude Kastehelmi. E solo domani ne avremo la prova. “Se invece continueranno ad arrivare notizie che le truppe si rifiutano di lasciare le posizioni raggiunte, allora potremo sospettare che si tratti di una manovra diversiva.”
A parere di Kastehelmi, l’azione della Wagner sarà ricordata soprattutto per il fatto che la Russia non è stata in grado di sconfiggerla, almeno militarmente. E fa diverse ipotesi sulle prossime mosse di Prigozhin. Per esempio, potrebbe abbandonare l’Ucraina e concentrarsi maggiormente sulle operazioni in Africa.
L’assenza della Wagner però potrebbe influenzare molto l’avanzata della Russia sul fronte ucraino, tenuto conto che le forze armate russe si trovano in una situazione difensiva e da mesi non sono in grado di condurre operazioni offensive su larga scala. I progressi sul campo sono arrivati dopo combattimenti pesanti e lenti.
(Per tutte le foto utilizzate, siamo pronti a far fronte alle richieste di diritti)