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“Colpito dall’ignoto”. La lingua finlandese attraverso la sua letteratura

Torniamo a parlare di un progetto, elaborato presso l’Università di Turku,  dedicato all’insegnamento della lingua finlandese attraverso la letteratura, al quale avevamo già accennato in un articolo precedente in cui ci si chiedeva se la lingua finlandese fosse davvero “incomprensibile”, e per chi.

Il titolo “Colpito dall’ignoto “ può essere interpretato in vari modi: la parola ‘ignoto’ può ad esempio riferirsi al classico della letteratura finlandese, Tuntematon sotilas  di  Väinö  Linna  (1954; letteralmente, Milite ignoto, tradotto in italiano come Croci in Carelia,  1956).  Inoltre,  può significare il processo durante il quale la cultura e la letteratura sconosciuta o poco conosciuta diventa più familiare e aiuta i partecipanti al progetto, cioè gli studenti adulti con un background di immigrazione, a dare un senso migliore alla realtà che li circonda, dando loro una visione del passato e del presente del paese in cui vivono.

Il progetto si articola in una serie di attività didattiche e pedagogiche, tra cui corsi, laboratori e circoli di lettura, nonché in ricerche condotte da letterati e linguisti. Il gruppo di ricerca rinnova la nozione di filologia in questo contesto molto specifico, definendola come un’attività che fonde la passione per la letteratura e per la lingua, vedendo la letteratura (anche) come espressione linguistica e la lingua (anche) come veicolo letterario.

Si esplora, inoltre, il profondo impatto delle esperienze di lettura condivisa sugli studenti adulti di finlandese, evidenziando come l’integrazione degli aspetti emotivi, cognitivi e intellettuali nell’apprendimento della lingua attraverso la letteratura arricchisca l’intero processo. In particolare, si analizza il ruolo dei circoli di lettura in quanto forma di esperienza di lettura condivisa nell’acquisizione della lingua e nell’integrazione culturale.

Ai partecipanti viene chiesto di leggere e discutere i modi in cui la letteratura affronta argomenti considerati ‘tipici’ per la Finlandia: l’amore per la natura, il rispetto per l’istruzione, l’approccio positivo all’alterità. Nella maggior parte dei casi, la letteratura sembra essere critica nei confronti di queste supposizioni e la lettura comune dei partecipanti offre eccellenti opportunità per discutere le rappresentazioni letterarie, la lingua in cui sono scritte, così come i fenomeni a cui si riferiscono, fenomeni che costruiscono, decostruiscono e ricostruiscono

Chi volesse approfondire ulteriormente anche la parte teorica di questo progetto, segnaliamo un articolo in italiano e uno in inglese.

Da sinistra: Riitta Jytilä, Viola P.Č. e Niina Kekki

Il primo esempio si ricollega ad un aspetto fondamentale dell’esperienza di lettura, la relazione tra la lettura di un’opera letteraria e i sentimenti o le emozioni che questa suscita  (riconosciamo che tale terminologia presenta alcune sfide; affrontarle efficacemente in questa sede, tuttavia, esulerebbe dagli scopi di questo articolo). Le reazioni emotive dei lettori sono state esaminate in recenti studi empirici. Durante le nostre sessioni di lettura, i sentimenti possono emergere sia dalle caratteristiche materiali della lingua (la “bellezza” o la “bruttezza” delle parole finlandesi), sia nel corso dell’interpretazione dei testi stessi. Invitiamo i partecipanti a individuare nel testo le parole che evocano emozioni e di dare un nome alle proprie emozioni provocate dal testo stesso.

La difficoltà di esprimere queste emozioni è amplificata dal fatto di doverlo fare in una lingua non madre. In questo contesto, analizziamo come il linguaggio veicoli e costituisca le emozioni, come l’uso di una lingua secondaria possa intensificare o mitigare le emozioni espresse e la (im)possibilità di articolare sentimenti in una lingua aggiuntiva. Ci concentriamo su termini finlandesi spesso difficili da differenziare per chi non è madrelingua, come ad esempio tunne (che può significare sentimento, emozione, sensazione, affetto, senso), e tunto (tatto, sentimento, sensazione, senso), oppure myötätunto (simpatia, compassione, commiserazione, comprensione) e sääli (pietà, commiserazione, compassione). Basandosi sul loro feedback, i nostri partecipanti hanno percepito i circoli di lettura come spazi emotivamente sicuri per esprimere e condividere i propri sentimenti, come si evince dal testo di uno dei partecipanti che risiede in Finlandia da circa cinque anni.

 Partecipante X, aprile 2023

“La lingua ha esercitato un impatto profondo sulle mie emozioni, essendo stata fondamentale nella comunicazione e nella formazione di legami e relazioni con le persone. Ha anche influito sul mio senso di appartenenza a questo luogo, aspetto che ho ritenuto importante. Partecipando al circolo di lettura, ho acquisito una comprensione più profonda del modo in cui i finlandesi esprimono le loro emozioni […]. Trovare le parole per esprimere e descrivere sentimenti in una lingua appresa in età adulta è stato per me un processo liberatorio, che mi ha offerto nuove prospettive sulla mia personalità.

Alcuni sentimenti, infatti, mi risultano più semplici da articolare in finlandese, dato che in Finlandia vi è una maggiore apertura nel parlare di emozioni e salute mentale. Di conseguenza, ho constatato di riuscire a esprimere i sentimenti con maggior precisione in finlandese rispetto alla mia lingua madre.”

Altri commenti alla struttura del corso e ai suoi benefici si possono leggere nella pagina blog del sito del progetto, dove si trova anche un testo in italiano di Elena Gaianigo.

Un secondo esempio riguarda l’analisi delle emozioni basata sulla lettura e l’interpretazione di un testo poetico: “Tuska” di Mikko Rimminen, antologizzato nel 1999 e successivamente ripubblicato nel 2000 (il titolo del poema in prosa può essere tradotto come ‘Angoscia’, ‘Agonia’, o ‘Dolore’):

ANGOSCIA

Dormito bene, svegliato, fatto benzina, partito per il bosco, raccolto funghi, frutti

di bosco, riconosciuto uccelli, salito su un albero e riempito i polmoni di un blu

perfetto, passeggiato, camminato a passo veloce, anche corso, salito in cima a

una collina e guardato le valli, i fiumi, i laghetti come specchi, passeggiato nelle

valli, toccato i muschi, battuto i sentieri, cancellato le tracce, tornato a casa in

macchina, arrostito le bistecche, preparato lo stufato, congelato i frutti di bosco,

spento le luci, dormito bene, svegliato.

La poesia è scritta al participio passato (passivo), una forma verbale che in finlandese indica che un’azione è stata compiuta senza specificarne l’agente. Durante la sessione del circolo di lettura, i partecipanti sono stati incaricati di identificare termini sconosciuti o particolarmente complessi e di approfondire l’uso della forma passiva e del participio passato passivo in finlandese. È stato richiesto loro di riflettere sull’impiego della forma passiva in generale e di esaminarne l’uso a confronto tra diverse lingue. Successivamente, sono stati invitati a considerare come la forma passiva influenzasse ritmo e struttura della poesia e a interrogarsi sulla posizione del soggetto: chi potrebbe essere l’agente e in che modo ciò incide sull’interpretazione del testo?

Abbiamo discusso la poesia focalizzandoci sul tema della natura, sollevando ulteriori questioni: cosa intendiamo con “natura”? La poesia parla effettivamente di natura? E se sì, perché è stata scritta in forma passiva? Quali riflessioni sul concetto di natura e sull’identità finlandese emergono dal testo? Per quale motivo il titolo è “Tuska”? La poesia risveglia esperienze personali e quali sono le sensazioni suscitate dalla sua lettura, discussione e analisi? Quali emozioni evoca il testo?

I partecipanti hanno letto la poesia ad alta voce in piccoli gruppi, discutendo queste domande, per poi condividere le loro riflessioni nella sessione plenaria.

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