Capita che un popolare programma radiofonico della Rai ti chiami per avere notizie dalla Finlandia. È successo in passato per sapere del sentiment della “gente” finlandese davanti al rischio di un’invasione russa, è capitato l’altra sera (4 dicembre) per una notizia molto meno seria che aveva colpito i redattori italiani. La notizia era apparsa sui maggiori media finlandesi, a cominciare dal sito Yle.
Si tratta di un sondaggio che verificava il numero delle “amicizie” tra finlandesi. La notizia è il loro numero esiguo.
In base a un sodaggio effettuato dall’ONG “Family Federation of Finland”, i finlandesi avrebbero in media quattro amici intimi e un totale di 11 amici, e risulterebbe che circa il 4% degli uomini e poco meno del 2% delle donne hanno dichiarato di non avere amici o compagni.
Esisterebbe una certa differenza di genere: gli uomini hanno più amici delle donne. La cerchia di amici degli uomini comprende in media 12 amici o conoscenti, mentre quella delle donne ne conta dieci. Gli uomini hanno in media quattro amici intimi, le donne tre.
Nel commento apparso su Helsingin Sanomat, “la differenza nel numero di amici tra uomini e donne può essere dovuta al fatto che per gli uomini la definizione di amico comprende tipicamente un gruppo più ampio di persone, come conoscenti e gente con cui si condivide un hobby. Le donne, invece, danno maggiore importanza alla vicinanza emotiva, affermano i ricercatori. Secondo il sondaggio, le donne considerano i propri amici intimi molto più vicini rispetto agli uomini.”
Scorrendo quei dati, ci si imbatte in osservazioni di una banalità imbarazzante: “Gli amici intimi hanno in media più o meno la stessa età. Secondo il sondaggio, la differenza di età media tra gli amici è di tre anni.” Anche qui: dove sarebbe la notizia? Non si fa ovunque amicizia tra compagni di asilo, di classe, di giochi, di club?
Come spesso succede, la compagnia festosa della redazione italiana pretendeva di avere subito, al volo, una spiegazione del “fenomeno”. In pochi minuti, ho provato a buttare giù un’impressione. Privo com’ero (ma anche loro) di confronti sull’amicizia misurata altrove. Quanti amici ha in media un italiano? Cosa vuol dire “amico intimo” qui e là?
Ho tentato di accennare a differenze ambientali: tra un paese dove si va in piazza per fare due chiacchiere e distrarsi e uno dove ci si rinchiude nei pub per riscaldare il corpo prima dell’anima. Come descrivere l’interno di un pub finlandese a un italiano? Che valore dare alla solitudine silenziosa, alla rauha, in un Paese che la eleva a culto, e quello in cui il chiasso, se non la rissa, è forma di quotidiana convivenza a partire dalle televisioni?
Naturalmente gli italiani sono gente colta, e mi hanno citato Paasilinna. Che pare essere praticamente l’unico riferimento culturale alla Finlandia per l’informazione del belpaese. Ho colto l’occasione per ricordare che secondo Paasilinna ci si riunisce in un pub anche per organizzare un suicidio collettivo. Non so se fa ridere oltralpe, qui molto meno.
Perché la distanza tra le riflessioni “umoristiche” di Paasilinna e la realtà è assai minore di quanto si presuma a Roma.
Ho suggerito agli scanzonati redattori del programma italiano di mettere insieme i dati del sondaggio sull’amicizia con quelli del “Paese più felice del mondo”. Avrei voluto ricordargli che la parola finlandese per “felicità” (onnellinen) ha a che fare originariamente col vuoto e il silenzio. E poi di frullarli bene insieme, amicizia e felicità, e vedere che cosa ne viene fuori.
Ma interessa a qualcuno, davvero, questo? e il resto?
(Immagine del titolo: P. Halonen. Pyhäpäivä Uudistalossa, 1894, wikipedia)

