Site icon La Rondine Finlandia

Pekka Halonen a Parigi: un inno alla Finlandia

Dal 4 novembre di quest’anno al 22 febbraio 2026 Parigi canta un inno alla Finlandia ospitando al Petit Palais una bella mostra dedicata a Pekka Halonen, realizzata in collaborazione con Ateneum, la Galleria Nazionale finlandese.

Da qualche anno la capitale francese guarda con attenzione particolare alla pittura nordica: all’inizio di quest’anno, per esempio, con una mostra di Bruno Liljefors e nel 2022 con una di Akseli Gallen-Kallela. Non bisogna stupirsi di questo particolare interesse, perché la storia d’amore tra gli artisti nordici e quelli francesi dura da ormai più di un secolo.
Alla fine dell’800 infatti molti artisti del Nord Europa andarono a Parigi a completare i loro studi, attirati dal soffio di modernità che si respirava nella capitale francese, contrapposto alla rigidità accademica che ancora dominava nel Nord. Furono conquistati dalla nuova tendenza a dipingere “en plein air” e dall’amore dei giovani pittori emergenti per la natura.

Petit Palais (foto da tiqets.com)

L’Inno alla Finlandia che dà il titolo alla mostra vuole essere una sintesi dell’opera di Pekka Halonen, che in tutta la sua carriera non smetterà mai di mettere la sua terra al centro delle sue opere: la natura, la gente e la sua identità.

Il tema dell’identità nazionale era particolarmente forte all’epoca, perché il 15 febbraio 1899 lo zar Nicola II aveva promulgato un manifesto imperiale che sottraeva ai finlandesi una parte della loro autonomia. Parigi non resta insensibile a questa situazione, e nell’ Esposizione Universale del 1900 accoglie per la prima volta un padiglione interamente finlandese, là dove la logica politica avrebbe voluto l’arte finlandese rappresentata all’interno del padiglione russo.

In questo contesto le autorità del Granducato di Finlandia concepirono il padiglione come una vera tribuna per parlare del loro desiderio e diritto all’indipendenza: misero in luce le specificità dell’anima finlandese, le risorse economiche del paese, la sua geografia e cultura.
Il pittore Albert Edefeld, delegato alla sezione belle arti, ne mise in scena la vita e la mitologia, e fece appello ai migliori artisti dell’epoca come Pekka Halonen e Akseli Gallen-Kallela.
Di questo padiglione purtroppo oggi non restano che le fotografie, ma grazie a queste immagini i curatori della mostra hanno ricostruito un ambiente del padiglione originale, per permettere ai visitatori di apprezzarne pienamente la bellezza e il valore culturale.

Tra le opere esposte qui si può ammirare il Liekki Ryijy di Gallen-Kallela, il noto arazzo con il disegno di una fiamma, che simboleggia l’indomabile spirito nazionale finlandese. Sono inoltre esposte opere di Venny Soldan-Brofeldt, Albert Edefeld e ovviamente Pekka Halonen.

La relazione tra Pekka Halonen e Parigi inizia però ben prima dell’esposizione universale. Dopo i suoi studi di disegno all’Associazione Artistica di Finlandia il giovane Halonen, infatti, partì una prima volta per Parigi nel 1890 dove studiò prima all’Accademia Julien e poi con Paul Gauguin all’Accademia Vitti. L’insegnamento di Gauguin sarà per lui molto importante, soprattutto perché i due artisti condividevano lo stesso desiderio di cercare l’ispirazione nella natura autentica, selvaggia. Gauguin la troverà nelle isole del Pacifico, Halonen nelle foreste e nei laghi finlandesi.

Da Gauguin Halonen fu introdotto al Simbolismo e al Sintetismo, ma lui, nonostante ne subisse l’influenza, restò comunque legato ai suoi princìpi realistici. Halonen però fece interamente sua la lezione impressionistica della pittura “en plein air” preferendola a quella all’interno di uno studio, anche se non mancano suoi ritratti della famiglia. Nella mostra sono inclusi dipinti della fidanzata e poi moglie, Maija, dei fratelli, di sua figlia, ma sono quasi tutte figure immerse nella natura e in comunicazione con essa, perché per Halonen l’armonia con la natura è connaturata con lo spirito finlandese

Proprio perché preferiva essere immerso nei boschi piuttosto che nella frenesia della vita cittadina, Halonen si costruì una casa sul lago Tuusula, che chiamò Halosenniemi (oggi museo dedicato all’opera di Halonen e alla comunità di artisti di Tuusula di cui faceva parte).
Il Petit Palais ha scelto di ricostruire l’interno del suo atelier a Halosenniemi, compresa la grande finestra con vista sul lago.

I visitatori possono quindi entrare nel suo mondo, dove i quadri che rappresentano la sauna, i bagni nel lago e il mutevole paesaggio che circonda la casa trasmettono il calore della vita famigliare (il pittore ha avuto 8 figli) e della comunanza con la natura ancora selvaggia di questa regione.

I dipinti per cui è diventato famoso, che rappresentano gli alberi, i boschi e le foreste del sud della Finlandia sono sia una dichiarazione d’amore per la natura e una richiesta di preservarla sia una rappresentazione dell’essenza dell’anima finlandese.
In molti di questi paesaggi nessuna presenza umana viene a turbare il ritmo della natura, accentuandone una qualche impressione di sacralità e immutabilità.
Dato che non è sempre possibile vivere solo “d’arte e d’amore”, furono principalmente i paesaggi innevati, di cui divenne un vero specialista, a garantirgli il successo commerciale che gli permise di vivere della sua arte.

Per scoprire il Nord-Europa da un altro punto di vista, il 14 dicembre il Museo propone un concerto del pianista Kazumitsu Ujisawa che “invita il pubblico ad un viaggio sonoro in cui la delicatezza francese incontra le misteriose profondità del Nord, attraverso la dolce nebbia nordica di Kokkonen, Madetoja e Palmgren, e la luce scintillante di Fauré e Debussy.”

Sempre restando in tema finlandese, la Filarmonica di Parigi ha proposto il 12 e 13 novembre un concerto di Yuja Wang che ha eseguito pezzi di Esa-Pekka Salonen (Fog), Wagner, Ravel e Scriabine.

La saga finlandese continua poi all’Orchestre de Paris, che il 2 settembre ha annunciato la nomina a Direttore di Esa-Pekka Salonen per cinque anni, in sostituzione del direttore Klaus Mäkelä il cui mandato terminerà alla fine della stagione 2026-2027.

Dopo essere penetrati nello spirito finlandese attraverso la pittura e la musica, dal 5 novembre di quest’anno i francesi possono farlo anche attraverso le parole di Sanna Marin: il suo libro di memorie “L’espoir en acte – le courage de diriger” è stato pubblicato da Flammarion.
Nel 2024, il gruppo francese Indochine aveva reso omaggio all’ex Primo Ministro con “Sanna sur la croix”, quinta traccia dell’album Babel Babel.

E per coinvolgere anche il gusto in questo viaggio alla scoperta della Finlandia, i parigini possono contare sul Caffè Maa dell’Istituto Finlandese, che organizza puntualmente eventi culinari per esplorare la gastronomia finlandese.
Dopo il Brunch d’Autunno del 19 novembre, il Brunch di Natale dell’11 dicembre proporrà classici finlandesi come l’insalata “rosolli” e il porridge “riisipuuro”, assieme ad altre specialità.

Exit mobile version