“Vecchio”. Parola fieramente, virilmente finnica.
Indica genericamente un soggetto di sesso maschile e di età superiore a quella del locutore. Sovente, nell’uso, il termine prescinde dal tema generazionale esprimendo altresì la funzione fatica e la comune appartenenza al genere umano, come nell’esclamazione mitä äijä!, corrispettivo del grido tribale “uellà!” caratteristico del milanese che incontra un amico all’aperitivo.
Una particolare caratteristica del termine è che, nelle parole composte, il significato si polarizza attorno a quello dell’identità di genere e della mascolinità, ad esempio äijähuumori è l’attitudine a raccontare barzellette sporche che fanno ridere solo gli uomini, äijämetalli è un genere musicale nel quale la voce del cantante è un misto tra il barrito dell’orso e lo spurgo di una fossa settica, mentre äijäsali indica una palestra nella quale i pesi non vengono mai rimessi al loro posto dopo l’uso e i frequentatori, durante lo sforzo, emettono grida selvagge.
Vi sono inoltre interessanti derivazioni come äijyys e äijäily in grado di comunicare un immaginario estremamente vasto che spazia dall’attitudine a riparare da sé meccanismi e apparecchi ancora in garanzia alla riluttanza dei soggetti maschi verso i consigli del proprio medico, fino alla visione di una partita di hockey sul divano di casa in posizione confortevole ma scomposta.
Forse la chiave per scoprire i molti enigmi dell’homo finnicus è la sua schietta, coltivata, irrinunciabile äijetà. (m.s.)