Site icon La Rondine Finlandia

Hauki

“Luccio”. Più che un pesce, un totem della tribù, circondato da una fama poco rassicurante. Il luccio ha l’aspetto di un predatore efficiente; occhi grandi e sporgenti, mascelle allungate simili a quelle di un coccodrillo, mento volitivo, una falange di denti affilati. Allo stesso tempo, le pinne dorsali e la coda forniscono una grande forza motrice. È il secondo pesce più comune dopo il persico, ed è presente in tutta la Finlandia, sia nelle acque interne sia nel mare. È un animale molto territoriale, che si nasconde vicino alla riva, spesso tra i canneti. Grande opportunista, non spreca energie, e preferisce starsene in agguato, per poi colpire con grande rapidità. Da qui il detto, rivolto a chi agisca con grande prontezza: “Lähtee kuin hauki kaislikosta”, come un luccio dal canneto.  

Pericoloso, e al tempo stesso sfuggente. La pelle si presta a un mimetismo perfetto: fianchi verdastri, con sfumature giallognole, ventre chiaro e dorso più scuro. Negli stagni fangosi, il colore può diventare bruno nerastro.

La sua onnipresenza, la capacità di spostarsi dal mare alle acque interne, le dimensioni che possono arrivare a quelle di un uomo, l’aspetto minaccioso, hanno fatto sì che nella mitologia avesse un ruolo importante. Natura proteiforme, si credeva che potesse viaggiare tra il mondo dei vivi e quello dei morti, e si è celebrata nei versi tonitronanti di Aaro Hellaakoski la sua capacità di saltare sul tronco di un abete, cantare e mordere una pigna.

Nel Kalevala ha un ruolo significativo: Väinämöinen utilizza le mascelle del “cane d’acqua” per costruire il suo kantele, e Ilmarinen (è una delle sue “fatiche”) porta la testa di un luccio pescato nel fiume di Tuonela alla Signora di Pohjola.

Si capisce perché, con l’aura tenebrosa che lo circonda,  a Natale i finlandesi decidano di offrirne uno al Presidente della Repubblica. Non fidandosi troppo delle sue carni stoppose, si chiede al rappresentante della nazione di  far da cavia per tutti, e prenderlo come un vaccino per l’anno a venire. Forse è per questa nomea che si dice, comunemente, “hauki on kala”. Dietro l’apparente ovvietà del detto, si cela una rassicurazione: mangiatelo senza paura, il luccio è “soltanto” un pesce. (n.r.)

Exit mobile version