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La letteratura komi-permiaca in traduzione

È da poco uscito un volume bibliografico di grande interesse, non soltanto per i finnougristi, dedicato alle traduzioni da e in komi-permiaco (una delle tre varianti komi insieme a quella siriena e dello Jaz’va), e finlandese, ungherese ed estone.

L’opera, Permikomi kirjandus ungari, soome ja eesti keeles, a cura di Nikolai A. Rakin, ricercatore dell’Accademia delle scienze russa, è una pubblicazione congiunta del Museo letterario estone e dell’Università di Tartu.

Questo testo plurilingue (oltre a ungherese, finlandese ed estone, anche komi-permiaco e russo) consiste dell’introduzione, di una panoramica della storia delle traduzioni dalla letteratura komi-permiaca nelle lingue in questione, elenchi bibliografici di traduzioni di opere di narrativa, poesia e folclore, come anche dell’elenco di traduzioni in komi-permiaco di letteratura ungherese, finlandese ed estone.

Per quel che riguarda la traduzione, è interessante notare come quelle in finlandese partano dall’originale komi-permiaco, cosa vera in parte anche per l’ungherese, mentre le versioni estoni sono state realizzate usando il russo come lingua ponte.

Delle tre lingue in questione (ungherese, finlandese ed estone), la tradizione traduttiva dal komi-permiaco in ungherese è quella più antica, risalente alla fine dell’Ottocento. I primi esempi di poesia popolare (indovinelli, canti, ecc.) furono usati per illustrare le differenze delle varietà della lingua komi, manifestando quindi un carattere più linguistico che letterario.

Una maggiore diffusione di testi komi-permiaci avvenne a partire dal dopoguerra, soprattutto di poesia popolare e di testi riguardanti il mitologico Pera, l’eroe antenato dei Komi. C’è da sottolineare come l’ungherese sia l’unica delle tre lingue che oltre alla poesia (anche popolare) presenta anche traduzioni di prosa.

Per quanto riguarda le traduzioni in finlandese dalla lingua komi, c’è da dire che le prime pubblicazioni furono di carattere folcloristico, nella fattispecie sette canti nuziali in komi-sirieno, raccolti da M. A. Castrén nella prima metà del 1800 e successivamente pubblicati in Acta Societatis Scientiarum Fennicae. Le traduzioni letterarie di origine permiaca risalgono invece alle prime decadi del XX secolo, e riguardano Ignati Mösšeg (1880-1965), autore permiaco arrivato e successivamente stabilitosi in Finlandia all’indomani della rivoluzione russa. Dopo alcuni scritti politici sul bolscevismo dal punto di vista dell’esperienza siriena, Mösšeg pubblica in finlandese sia 

Idän hiidenkattilassa: erään syrjääniläisen muistelmat (Nel calderone dell’est: memorie di un sirieno, 1922) sia scritti folcloristici sull’eroe Pera, dapprima su rivista (Syrjäänien sankari Perä. Kansantarina / L’eroe sirieno Perä. Leggenda popolare), 1921) e poi come pubblicazione autonoma (Sankari Pera: syrjääniläinen tarina / L’eroe Pera. Leggenda siriena, 1939.) Le pubblicazioni di Mösšeg non sono traduzioni, ma testi finlandesi, anche se gli studiosi non sono riusciti finora ad accertarne il processo traduttivo, se cioè siano originati da bozze in altre lingue (komi o russo) oppure siano state scritte direttamente in finlandese.

Oltre a traduzioni del folclore komi-permiaco in finlandese, troviamo anche traduzioni di poesie, per la maggior parte raccolte nelle due grandi antologie del 2004 (Näkökulma kominkieliseen vuosituhannen vaihteen lyriikkaan / Una prospettiva sui testi poetici komi al volgere del millennio) e del 2011 (Permin komien Runouden Ma / La terra della poesia komi-permica), entrambe a cura di R. Bartens. Quest’ultima, imponente opera (131 poesie di 11 autori) è accessibile al seguente indirizzo: http://www.macastren.fi/suomennettua/bartens_runouden_maa.pdf

Per quel che riguarda le traduzioni dal finlandese al komi-permiaco, oltre alla traduzione delle memorie di Mösšeg, il già citato Idän hiidenkattilassa: erään syrjääniläisen muistelmat, troviamo anche, un po’ a sorpresa, quella degli aforismi di Paavo Haavikko, risalenti al 2002.

Per finire, essendo l’opera in questione un testo di riferimento sulla traduzione da e in komi-permiaco, crediamo sia doveroso citare tutti i traduttori dell’introduzione e della storiografia traduttiva dell’opera nelle varie lingue: Piret Norvik, Nikolai Petrov, Szilárd Tibor Tóth e, per il finlandese, Esa-Jussi Salminen, che i lettori della Rondine già conosceranno per il suo prezioso lavoro di promozione, tra l’altro, della letteratura udmurta, di cui abbiamo scritto in precedenza.

(Foto del titolo: Famiglia komi, di Sergej Sergel, 1906)

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