Site icon La Rondine Finlandia

Bara bada bastaaaaa!

Come ogni anno eccoci qui alle prese con il Concours Eurovision de la chanson, il concorso musicale organizzato dall’Unione Europea di Eurodiffusione. La Finlandia si presenterà con l’alquanto esplicita “Ich Komme”, scritta dal dinamico duo di produzione Chisu&Jori Roosberg e cantata dalla giunonica Erika Wikman. Mi pare ovvio che, come ogni anno, comunque vada sarà un successo.

Concentriamoci invece su quanto è avvenuto dall’altra parte del Golfo di Botnia, nel placido regno di Svezia. Lo scorso fine settimana, dopo una serie infinita di qualificazioni, il gruppo comico KAJ ha stravinto il 65mo Melodifestivalen con la canzone “Bara Bada Bastu” (che in svedese significa qualcosa tipo “andiamo a farci una sauna”). Ai KAJ spetterà quindi di rappresentare il Paese all’Eurovision di quest’anno, che si terrà in Svizzera.

Il gruppo musicale finlandese KAJ. Foto Erik Åhman (da www.humorgruppenkaj.com)

Ma attenzione, c’è un colpo di scena non indifferente: i KAJ sono di Vörå (in finnico Vöyri) un paesino di 6209 abitanti nella regione finlandese del Pohjanmaa.

I rappresentanti della Svezia a Eurovision saranno finlandesi! Non potete immaginare il giubilo: congratulazioni dal presidente (purtroppo non abbiamo un re in Finlandia, accidenti), dal primo ministro, da varie ministre e ministri intenti al momento a scorporare il welfare colpendo le fasce più povere della popolazione, ma vabbè, capita, intanto abbiamo vinto in Svezia! Il gruppo viene accolto in aeroporto, come se fossero tornati con la Coppa del Mondo. Ci mancava poco che la gente cominciasse ad andare in piazza a fare il bagno nella fontana di Havis Amanda, come quando si batte la Svezia a hockey.

La cosa però è molto più complessa di così e spiegarla è un po’ cercare di parlare del rapporto tra due stati nazionali con una storia comune di migliaia di anni, di minoranze e anche di una certa persistente ineguaglianza culturale.

Per prima cosa i KAJ sono finnosvedesi, finlandesi che parlano svedese come prima lingua. I finnosvedesi sono circa il 5% della popolazione del Paese. Vivono soprattutto a Helsinki, lungo la costa e nella regione dell’Ostrobotnia (fin. Pohjanmaa, sv. Österbotten), da dove proviene il gruppo. Città come Vaasa (sv. Vasa) e Pietarsaari (sv. Jakobstad) sono città bilingui, con alte percentuali di finnosvedesi. In Ostrobotnia ci sono confini interni invisibili tra aree a maggioranza finnofona e zone, come Vörå, dove si parla quasi esclusivamente svedese. In Finlandia ci sono scuole e università che garantiscono l’istruzione in svedese. Su scala nazionale varie istituzioni, fondazioni pubbliche e private, e un partito politico rappresentano e supportano questa minoranza. Per fare qualche esempio, Tove Jansson, Jörg Donner, Li Anderson e Jean Sibelius sono finno-svedesi. Lo svedese è una lingua ufficiale della Finlandia e tutto l’apparato istituzionale è bilingue, dalle leggi ai discorsi pubblici, dalle insegne alle etichette sui prodotti. La lingua svedese è materia obbligatoria a scuola. L’esame di lingua per ottenere la cittadinanza finlandese può essere fatto in finlandese o svedese.

In Svezia, il finlandese è una lingua minoritaria ufficiale, con programmi legati alla sua salvaguardia, assieme allo Yiddish, al Romani Chib, al linguaggio Sámi e al Meänkieli. La popolazione svedese che parla finlandese è stimata in 400.000–700.000 persone. La Finlandia ha fatto parte del regno di Svezia per centinaia di anni, anche se questo è stato spesso caratterizzato da separazione etnica, subordinazione e vero e proprio razzismo, spesso giustificato scientificamente da studi eugenici. La maggior parte dei finnofoni in Svezia è legata a un’immigrazione recente e basata sul lavoro industriale. Spesso provenienti dalle campagne strafinniche, senza nessuna conoscenza dello svedese nonostante l’obbligo scolastico, operai (quasi esclusivamente maschi) lavoravano nelle catene di montaggio, lottavano nelle palestre popolari e nel fine settimana bevevano, come solo i finlandesi sanno bere. La recessione e la deindustrializzazione li hanno stigmatizzati e alcuni di loro sono finiti in un vortice di povertà, disoccupazione, crimine e alcolismo, additati e isolati come finnjävlar.

I KAJ si presentano al pubblico svedese incarnando una versione ampiamente stereotipata della Finlandia e questo avviene a due livelli.

Prima di tutto incarnano il cliché dei finnosvedesi tramite il marcato accento e la loro apparenza, con vestiti di foggia anni Cinquanta, un po’ swing, un po’ da campagnolo che arriva a Slussen in traghetto. Imbracciano organetti diatonici, arrostiscono salsicce nella foresta e hanno un’attitudine comica e naif sul palco, suscitando più tenerezza che derisione, un po’ come in quegli spettacoli di intrattenimento nei villaggi vacanze.

La loro musica è puro eurotrash da Eurovision: techno-polka con ritornello orecchiabilissimo che si impianta nel cervello come un coltello nella margarina. A questo sovrappongono anche vistosi stereotipi strafinnici, prima di tutto nell’uso, anche se molto sporadico, di parole finlandesi, che tutti gli svedesi capiscono. Analizziamole insieme:

Yksi, kaksi, kolme: uno, due, tre

Sauna: la parola originaria per bastu. Parola usata in tutto il mondo, tranne che in Svezia, per designare il posto di legno, dove si suda. In Svezia si chiama bastu.

Perkele: espressione finlandese, che ogni finlandese utilizza quando un po’ su di giri. Celebre è stato questo uso anti-orso.

Ei saa peittää: non coprire, la frase riportata in svedese, norvegese, danese e finlandese su ogni stufetta elettrica in tutta la Scandinavia. Una specie di versione svedese della mitica ‘keine Gegenstände aus dem Fenster werfen’ (se siete nati nel secolo scorso, vi ho probabilmente sbloccato un ricordo).

Questo uso del finlandese è forse la cosa che fa più ridere in Svezia; è un vocabolario minimo che dimostra un po’ una situazione di sbilanciamento nel rapporto tra i due stati e le due culture e poco interesse a scoprirne le ragioni. Alla Finlandia sembra che questa cosa tra l’altro non dispiaccia affatto, perché comunque il concetto base passa. Ma cosa sarebbe questo concetto base? Beh, sarebbe che fare la sauna fa bene. Ricordatevelo in questi tempi bui.

Exit mobile version