Dopo tre giorni di negoziazioni alla Säätytalo, Sanna Marin e il suo governo hanno trovato un accordo sulla legge di bilancio (in finlandese semplicemente chiamata da sempre budjetti): la manovra sarà di 64,2 miliardi di euro, che comporterà un ulteriore deficit di 10,8 miliardi. Questo indebitamento è notevole ma non eccezionale, nella finanziaria approvata dal governo di Matti Vanhanen (ora ministro delle finanze in questo governo) l’indebitamento per il 2010 era stato di 15 miliardi.
Nelle previsioni, la legge di bilancio per il 2020 doveva avere solo 2 miliardi di debiti, ma a causa del coronavirus il governo ha dovuto fare una serie di manovre aggiuntive per una spesa totale di 17,6 miliardi di euro.
Rispetto alle altre economie, fatte le debite proporzioni, la Finlandia si colloca a metà della classifica, mentre i deficit di Italia e Svezia risultano molto superiori alla media europea.
Tra i principali obiettivi del governo continua a essere la crescita dell’occupazione. Probabilmente per pressioni da parte del Keskusta, ci sarà l’introduzione di quello che in sintesi è una nuova versione del tanto criticato aktiivimalli (creato dal governo Sipilä e prontamente rimosso da quello Rinne), in base al quale una persona disoccupata può perdere buona parte dei sussidi se non dimostra di cercare attivamente un lavoro. La nuova proposta è meno restrittiva e prevede che i disoccupati debbano fare domanda per “0-4 posti di lavoro al mese”, a seconda della situazione del mercato nell’area di residenza.
Un altro nodo è la riduzione della disoccupazione tra gli over 55: il governo ha per il momento passato la palla ai sindacati e alle associazioni dei datori di lavoro perché cerchino un accordo, ma se non ci sarà una proposta entro novembre l’esecutivo è pronto a prendere provvedimenti diretti, molto probabilmente l’eliminazione della pensione anticipata (il cosiddetto eläkeputki).
Il governo stanzierà circa un miliardo e mezzo di euro per aiutare i comuni, molti già messi in crisi dagli effetti del coronavirus. I fondi si aggiungono a quelli già stanziati nel 2020, e includono sostegni aggiuntivi alla sanità per 200 milioni.
Per la gestione diretta del coronavirus sono stanziati 1,4 miliardi di euro, che includono un incremento delle risorse per effettuare tamponi, i costi di un eventuale vaccino e altri costi come il ricovero dei pazienti o i controlli sanitari ai confini. In totale si prevede che il coronavirus costerà circa 4 miliardi all’erario nel 2021.
Un fondo interministeriale di 347 milioni di euro verrà riservato per supportare le iniziative culturali, artistiche, sportive e di volontariato colpite dal calo degli introiti di Veikkaus, l’agenzia pubblica che gestisce le scommesse e sostiene coi suoi profitti associazioni e progetti di interesse pubblico.
In questa legge di bilancio non si è dimenticato l’ambiente e l’obiettivo di essere il primo Paese a emissioni zero entro il 2035. Verrà aumentata la tassazione sulla torba (combustibile altamente inquinante di cui avevamo già parlato e il cui consumo si vuole tagliare del 50% entro il 2030), mentre la tassa sull’elettricità per le industrie verrà ridotta al minimo consentito dalla UE, e il sistema di quote sulle emissioni verrà abolito e i fondi usati invece per incentivare le aziende ad adottare tecnologie a zero emissioni.
Inoltre, le auto aziendali completamente elettriche avranno una tassazione ridotta e il loro caricamento sarà considerato esentasse fino al 2025.
Si alzeranno di nuovo le tasse su alcol e tabacchi, 50 milioni di euro ciascuno. Diminuiscono però le rette per gli asili, per cui sono stanziati 70 milioni di euro.
Ci saranno anche altri investimenti per l’educazione, con 22 milioni per l’estensione della scuola dell’obbligo a 18 anni, investimenti che aumenteranno a 129 nel 2024 e aiuteranno ad assicurare che anche la scuola superiore sia interamente gratuita per le famiglie.
Infine la quota dei rifugiati verrà innalzata da 200 persone a 1050.