Säätytalo

Nei lunghi mesi della crisi del coronavirus in Finlandia ci si è abituati a vedere sui media le diverse delegazioni governative recarsi in pellegrinaggio quasi quotidiano in un edificio posto sulla Snellmankatu, di fronte alla sede storica della Banca di Finlandia, già nota perché ospita, dopo le elezioni politiche,  gli incontri dei partiti per la formazione del Governo, ma anche come sede di confronti istituzionali di altro genere.

Fotografi e reporter appostati sulle scale all’entrata hanno aspettato l’arrivo del premier Sanna Marin e degli altri membri del Governo per strappare qualche intervista, e più volte sono state fatte riprese sotto le colonne della facciata.

Si tratta della Säätytalo, la Casa degli Stati, progettata dall’architetto Karl Gustaf Nyström,  costruita tra il 1888 e il 1890. La facciata riprende l’aspetto classico del tempio greco con colonne a capitelli corinzi. Il frontone presenta una serie di sculture in bronzo dello scultore Emil Wikström, completate nel 1903, la cui figura centrale è l’imperatore Alessandro I che sancisce leggi e diritti del popolo finlandese.

Un atrio decorato da una serie di dipinti porta a una scala monumentale, illuminata da un ampio lucernario a vetri colorati. In cima alle scale si staglia una replica della scultura allegorica della Legge, il cui originale si trova sul piedistallo del monumento allo zar Alessandro II di Walter Runeberg in Piazza del Senato.

Gli Stati della Dieta di Finlandia (a eccezione della Camera dei nobili che aveva una sua sede nella vicina Ritarihuone) tenevano le loro assemblee (dal 1891 al 1906)  nei saloni al secondo piano. Dopo che il parlamento unicamerale iniziò i suoi lavori nel 1907, la Säätytalo non bastò più per accogliere i 200 deputati. Ma si continuò a tenere riunioni di commissioni parlamentari, e nell’edificio si conservò anche la Biblioteca del Parlamento fino al 1931, quando la nuova Eduskuntatalo di Sirén fu completata.
Successivamente, l’edificio fu utilizzato come sede delle Società delle Scienze, ospitando uffici e biblioteche di 65 di queste associazioni.

La Casa passò sotto l’amministrazione del Governo nel 1978.
Una completa ristrutturazione dell’edificio ebbe luogo nel 1988-1993, sotto la direzione dell’architetto Vilhelm Helander, che rigenerò gli stucchi, i marmi e le decorazioni neoclassiche e Art Nouveau della struttura.
Oggi, la Säätytalo è uno spazio di rappresentanza dello Stato, dove, oltre alle trattative per la formazione di un nuovo governo, si tengono ogni anno centinaia di eventi, dalle riunioni di piccoli gruppi di lavoro ai grandi ricevimenti con banchetti.

Di particolare interesse storico e artistico sono le statue in bronzo del timpano. L’opera fu aggiudicata nel 1893 a Emil Wikström, un noto scultore di Turku, che diverrà poi famoso per opere come i tedofori di granito della stazione centrale, l’orso all’ingresso del museo nazionale, il monumento a Elias Lönnrot e, proprio di fronte alla Säätytalo, il monumento a Snellman). Il frontone, con le sue 26 statue fuse in bronzo, fu realizzato in quasi dieci anni.

L’opera si presenta come una celebrazione del Granducato sotto il dominio russo, e racconta, da sinistra, il duro lavoro della terra, insieme con l’educazione dello spirito nel vecchio suonatore di kantele, seguito da un simbolo dell’alfabetizzazione, una madre che insegna al figlio. Le basi di una civiltà di seguito rappresentata in un gruppo: un contadino che usa la pala, un lavoratore dell’industria con un martello, un mercante e quindi uno scienziato con aria pensierosa.
Partendo dall’angolo di destra,  si presenta l’evoluzione  del popolo finlandese attraverso le dure vidende della storia. Un soldato caduto sotto un cannone; poi altri due ancora nel vivo della battaglia. Nel gruppo successivo, un momento di “riconciliazione”: una donna che fascia il braccio di un guerriero ferito. Accanto a lui c’è un giovane robusto sulle cui spalle un vecchio appoggia la mano, incoraggiandolo ad andare avanti, mentre donne inginocchiate in preghiera accanto a loro si rivolgono a Dio.

Al confine tra questi gruppi laterali e il gruppo centrale c’è a sinistra la allegoria della Legge, figura femminile appoggiata a una tavola su cui sono incisi gli anni del Codice civile e della Costituzione svedesi confermati dalla Dieta; a destra la statua della Religione, che regge in mano la Bibbia ed espone la croce verso alto, al Dio nelle cui mani sono consegnati i destini delle nazioni.
Queste due sequenze, convergendo verso il centro, conducono al gruppo centrale, che celebra la Dieta di Porvoo del 1809 con cui gli Stati generali finlandesi prestarono giuramento all’imperatore Alessandro I  ritratto in quel preciso momento storico. Dietro di lui un trono, ai lati del quale due araldi con le trombe solennizzano il momento. Attorno all’imperatore si trovano i rappresentanti degli Stati generali: a sinistra per la nobiltà il Barone Robert Wilhelm de Geer, per la borghesia Kristian Trapp, a destra l’arcivescovo Jaakko Tengström e il rappresentante dei contadini, Peter Klockars. Sotto questo gruppo ritroviamo lo stemma della Finlandia e l’iscrizione latina: Leges et instituta Fenniae solenniter confirmatae.

Il gruppo scultoreo, che celebra l’inchino di un popolo davanti all’autorità imperiale sotto gli auspici della Legge e della Fede, è una potente macchina di propaganda del nuovo ordine di Alessandro. Ma risulta interessante anche perché racconta il clima di quel momento nell’ottica imperiale: lo zar è presentato davanti a un modello, quello della Finlandia, che gli appariva come modello “valido ed efficace di stato monarchico ben ordinato”, come nota efficacemente M. Longo Adorno nella sua  Storia della Finlandia contemporanea (Franco Angeli 2014, p. 17). Poiché lo stesso zar “si sentiva maggiormente a suo agio con le leggi e i regolamenti finlandesi, dal momento che gli fornivano le conoscenze necessarie per governare efficacemente, mentre in Russia era circondato dalle consuetudini e dall’incertezza piuttosto che dalla legge”.


Cartoline finlandesi è una serie di articoli che propone luoghi da scoprire, monumenti da rivisitare e angoli del Paese che non sempre entrano nelle guide turistiche.

Nicola Rainò
Giornalista, traduttore letterario, studioso di lingua italiana e storia dell'arte. Emigra dal Salento a Bologna per studi, poi a Helsinki per vivere. Decise di fondare La Rondine una buia notte dell'inverno del 2002 dopo una serata all'opera.