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Halla

“Gelata”. Secondo la legge del contrappasso, sin dal primo autunno, passate le torride voluttà di helle, i finlandesi devono sopportare una penitenza che prende il consonante nome di halla, termine con cui si indica genericamente il fenomeno di rapida precipitazione delle masse di aria fredda e il conseguente abbassamento della temperatura sulla superficie terrestre: un periodico flagello per le poche colture ancora in fase vegetativa ma anche l’occasione per mantenere viva una consolidata prassi locale, il kerrospukeutuminen, ovvero vestirsi a strati per affrontare escursioni termiche giornaliere di oltre venti gradi.

Per proteggersi da halla ognuno può rintanarsi nel proprio abbigliamento a cipolla ma la natura, ancora priva della veste bianca dell’inverno, è inerme di fronte alla perfidia di quel tenue, molesto strato di brina che s’avvinghia come Plutone a Proserpina. Nel Kalevala di Elias Lönnrot una betulla si lagna del cambio di stagione con la pudicizia di una educanda:

Gran dolori porta il vento,
halla pene deprimenti,
l’un mi strappa il verde manto,
l’altra l’abito sgargiante.
Ed io povera meschina,
io, betulla miseranda
resto tutta denudata,
del mio abito spogliata,
a tremare infreddolita,
a gridare in mezzo al gelo.

In Finlandia gli eventi climatici sono maledettamente un fatto di costume. (m.g.)


Il vocabolario minimo finlandese è un avviamento semiserio ai misteri del mondo finlandese attraverso il suo strumento più raffinato: la lingua.

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