Chi l’avrebbe mai detto che proprio vicino al mökki dalla isomummi di mio marito (v. mummola nel nostro Vocabolario minimo), sperduto tra i laghi della Finlandia centrale si nascondesse uno dei poli museali più interessanti di questo Paese?
Grazie a un suggerimento di Lorella Scacco (intervistata da noi poco tempo fa) ho scoperto che poco lontano da dove stavo passando il weekend di Juhannus, nel comune di Mänttä, è aperto un doppio museo voluto da Gösta Serlachius (1876-1942) già negli anni ’30.
Serlachius, oltre essere il ricco proprietario della cartiera locale, era anche un collezionista e mecenate d’arte, e volle costruire un luogo che ospitasse la sua collezione in crescita.
La cartiera è tutt’oggi attività, e i suoi prodotti con il simpatico scoiattolo Serla si trovano in ogni supermercato (e nel negozio del museo si possono comprare riproduzioni dei rotoli di carta igenica d’epoca), ma la storia dei musei subisce alti e bassi.
Gösta intuisce sin dal 1933 la necessità di un museo a Mänttä, e crea la Fondazione per le belle arti Gösta Serlachius proprio con lo scopo di costruire e mantenere il futuro museo.
La sua visione fu subito chiara: allo spazio espositivo doveva essere affiancato un bar, una sala lettura, una biblioteca e un alloggio per il curatore. Alcuni fondi sarebbero poi stati destinati ad acquisizioni artistiche destinate ad abbellire anche la città.
Un anno prima della fondazione, Gösta Serlachius aveva commissionato all’architetto finlandese Jarl Eklund la progettazione del museo. Quattro anni dopo, però, la loro collaborazione iniziò a sfaldarsi e Serlachius aveva in programma di consegnare una nuova progettazione ad Alvar Aalto. La collaborazione con Eklund tuttavia continuò anche dopo lo scoppiare della guerra, finendo però per arenarsi nel 1942 con la morte di Gösta .
Fu Ruth Serlachius, la moglie di Gösta che per anni aveva osservato il progetto museale di suo marito, a riprendere in mano le attività nel 1945: una parte del maniero di Joenniemi fu aperta come museo nell’agosto dello stesso anno, divenendo l’ottavo museo d’arte in Finlandia.
Il museo di Joenniemi fu aperto regolarmente ma per periodi piuttosto brevi dagli anni ‘40 fino alla metà degli anni ‘70, sotto la guida di Erik Serlachius (1901-1980), figlio di Ruth e Gösta.
Nel 1972 la fondazione Serlachius acquisì il maniero di Joenniemi e il parco circostante e il progetto museale procedette speditamente sotto la guida di Gustaf Serlachius (1935-2009), quarta generazione della famiglia che oltre a essere amministratore delegato dell’azienda, guidò anche Fondazione tra il 1976 e il 2009.
Il maniero di Joenniemi fu completamente rinnovato nel 1983-84, espandendo lo spazio espositivo del museo di 500 mq. La recessione degli anni ‘90 segnò un momento di crisi economica anche per il museo, ma già all’inizio degli 2000 la Fondazione Gösta Serlachius iniziò la ristrutturazione del primo quartier generale dell’azienda Serlachius, un palazzo nel centro di Mänttä, che venne aperto nel 2003 come seconda sede del museo Serlachius.
Infine nel 2010, un anno dopo la morte di Gustaf Serlachius, i due musei furono nominati Gösta e Gustaf. Nel 2014 fu terminata l’espansione del Museo Gösta con l’aggiunta di uno spazioso padiglione e un ristorante fine dining, facendo così del polo museale Serlachius uno degli attori più importanti nel campo dell’arte contemporanea finlandese.
Il museo d’arte Gösta presenta ogni anno diverse mostre temporanee di arte contemporanea e le perle della collezione della Fondazione Serlachius. La collezione è una delle più grandi collezioni d’arte private in Scandinavia e vale la pena citare il Monet ora esposto nella mostra “Distant Cool Shadow” dedicata ai colori.
Il museo Gustaf invece racconta storie: mostre curiose e sorprendenti sono mescolate con la magnifica architettura dell’edificio.
Anche se il Serlachius non è troppo facilmente raggiungibile (Mänttä è un centinaio di chilometri a nord Tampere), non a caso sono chiamati i “Musei nel mezzo della foresta”, vale decisamente la pena visitarli.
Ma Serlachius non è solo musei: molto rinomata è la residenza Serlachius, destinata a professionisti creativi che lavorano nel campo delle arti visive da loro la possibilità di essere ospitati gratuitamente per poter lavorare ai propri progetti e interagire con gli altri artisti presenti.
La Fondazione Serlachius continua il suo incessante lavoro ma non guarda solamente agli artisti finlandesi contemporanei: un chiaro esempio è la prossima collettiva di cui abbiamo già parlato “THE QUEST FOR HAPPINESS – ITALIAN ART NOW”. Dal 26 Ottobre 2019 al 29 Marzo 2020 14 artisti italiani, seguendo la linea rossa della ricerca della felicità, si interrogano sulla crisi italiana del 2008 mostrando un ampio e fresco panorama della produzione artistica contemporanea in Italia negli ultimi anni.