Greta de Haartman, una voce salvata dall’oblio

La riscoperta di un’artista finlandese di cui si era persa la voce, ora ritrovata

Tra il 1928 e il 1929, la cantante finlandese Greta de Haartman si esibisce a Parigi e in molte città francesi. Le sue esibizioni suscitano l’interesse della casa discografica francese Pathé, che propone all’artista di registrare alcune canzoni tradizionali finlandesi presso lo studio Archives de la Parole.  Queste registrazioni non saranno mai pubblicate da Pathé, ma gli Archives de la Parole le conservano nei loro archivi, salvando così dall’oblio una bellissima voce lirica dell’inizio del XX secolo. Oggi sono disponibili in rete e possono essere riascoltate. La voce di Greta de Hartmaan può nuovamente raggiungerci, dopo più di novant’anni. Vi consigliamo di ascoltarla: è una grande emozione.

Chi è Greta de Haartman

Annie Margaretha (Greta) von Haartman nasce il 29 giugno 1889 a Mäntyharju, in Finlandia, figlia di Georg Viktor Berndt von Haartman, ingegnere, e Annie Mathilda Kyander. Frequenta una scuola privata svedese per ragazze a Helsinki e nel 1908 studia canto presso il Collegio Musicale della stessa città, seguendo il corso del famoso mezzosoprano finlandese Emmy Achté (1850-1924), artista di fama internazionale. Lo stesso anno, Greta viene mandata a Parigi per migliorare la sua istruzione e acquisire le “buone maniere” delle giovani ragazze francesi. Greta ha diciannove anni, e per tre anni sarà ospitata a Boulogne-sur-Seine, presso la pensione Villardin. In questo contesto severo e virtuoso prosegue gli studi di canto e scopre Parigi, frequentando le lezioni private di Edmond Duvernoy, pianista e baritono, e poi di sua nipote, la cantante e musicista Suzanne Duvernoy.

Suzanne Devernoy è la figlia del pianista e compositore Alphonse Duvernoy (fratello di Edmond) e di Marianne Garcia-Viardot, musicista e pittrice. Marianne è la discendente di una lunga serie di artisti (musicisti, cantanti e compositori), i Garcia. Maria Felicita Garcia, meglio conosciuta come “La Malibran”, è sicuramente la figura più famosa di questa dinastia di artisti.

Dopo questo soggiorno a Parigi, Greta torna in Finlandia, nel 1911, e tiene il suo primo concerto professionale, accolta con favore dal pubblico e dalla critica musicale locale. Subito dopo si trasferisce a San Pietroburgo, dove frequenta il prestigioso corso di Alma Fohström (1856-1936), il soprano dell’Opera Nazionale Finlandese. All’epoca Alma Fohström gode di fama internazionale: si è esibita nelle più grandi corti d’Europa, e soprattutto davanti alla regina Vittoria in occasione del suo cinquantesimo compleanno, all’Albert Hall. Molto popolare in Russia, sarà assunta dal Conservatorio di San Pietroburgo e successivamente entrerà a far parte del Bol’šoj.

Nel 1916, Greta si trasferisce a Stoccolma per diventare allieva della non meno famosa ed esuberante soprano svedese Signe Hebben (1837-1925), molto conosciuta per il suo stile di insegnamento e per alcune sue tecniche di respirazione profonda e di gestione del palcoscenico, innovative per l’epoca. Durante questo periodo di studio e di miglioramento, Greta de Haartmann esegue molti ruoli minori in alcune opere importanti, come I racconti di Hoffmann, di Jacques Offenbach, o La caccia di Re Carlo, di Fredrik Pacius, eseguiti presso l’Opera di Savonlinna o in produzioni dell’Opera Nazionale Finlandese.

È proprio nel 1916 che Greta interpreta il ruolo più importante della sua carriera, quella di Amnéris, la figlia del faraone, nell’Aida di Giuseppe Verdi. Interpreterà poi questo ruolo, il suo preferito, molte volte durante la sua carriera. Inoltre ottiene il suo secondo ruolo più importante nell’opera La morte di Elina, con la regia di Oskar Merikanto, che esegue per la prima volta nell’aprile 1917. Il suo talento vocale e la sua presenza scenica sono ormai riconosciuti: nel 1918 Greta entra ufficialmente a far parte dell’Opera Nazionale di Helsinki.

Sarà proprio su questo palcoscenico nazionale che interpreterà molti altri ruoli di rilievo: il suo repertorio includerà più di settanta ruoli operistici e d’operetta (Carmen di Bizet, La Belle Hélène di Offenbach). Sarà un’eroina ricorrente delle opere di Wagner: Brünnhilde (La Valchiria), la seducente Kundry (Parsifal) o persino l’oscura Ortrud (Lohengrin).

Soggiorno in Francia: l’attenzione della stampa e le registrazioni presso Archives de la Parole

Nel 1928, Greta de Haartman lascia l’Opera Nazionale di Helsinki per la Francia. È il momento dell’apertura europea della sua carriera. I suoi concerti a Parigi si alternano a quelli in altre città europee come Madrid, o Montecarlo e poi nuovamente in Francia, a Grenoble, Clermont-Ferrand, Dinard. La stampa dell’epoca annuncia le esibizioni della cantante e ne loda il talento. Il 2 febbraio del 1928  si esibisce a Parigi con il soprano finlandese Aino Ackté (1876-1944), già nota a livello internazionale: è la figlia di Emmy Achté, la prima maestra di Greta. Diviene soprano principale dell’Opera Nazionale di Helsinki nel 1893 e a Parigi cambia il suo nome in “Ackté”. Nell’edizione parigina della Tribuna di Chicago e nel Daily news del 31 maggio 1928, la rubrica musicale menziona un’esibizione di Aino Ackté alla Sorbona durante l’inverno del 1927 e quindi raccomanda agli appassionati di musica finlandese di scoprire anche Greta de Haartman durante il il suo recital alla Salle Gaveau, tenuto la sera stessa.

È proprio in seguito a questo concerto che la casa discografica Pathé decide di iniziare dei test di registrazione delle canzoni tradizionali finlandesi: tre primi dischi vengono registrati da Greta de Haartman nel giugno 1928 agli Archives de la Parole, allora diretti da Hubert Pernot.

Greta continua ad esibirsi a Parigi: prende parte al Centenario di Schubert tenuto dall’Orchestre Colonne nel novembre 1928 e tiene diversi recital alla Salle Chopin il 13 giugno 1928 e il 7 febbraio 1929, ma anche alla Salle Pleyel. La rubrica “Spiagge e città termali” del quotidiano La Liberté del 21 agosto 1928 annuncia addirittura la sua esibizione al “ballo” di Paramé, in Bretagna, durante le festività estive locali.

Nel 1929, nel numero de L’Intransigeant del 15 febbraio, il severo critico musicale, compositore e musicista Gustave Bret dedica un piccolo articolo alla cantante e ne apprezza piacevolmente le qualità. Fino al maggio 1929, si susseguono molti annunci di recital o trasmissioni radiofoniche di questi recital dati da Greta de Haartman, il più delle volte esecuzioni di opere di compositori finlandesi classici come Jean Sibelius, Leevi Madetoja o Selim Palmgren.

Il 9 luglio 1929, Greta de Haartman effettua un’ultima sessione di registrazione per lo studio Archives de la Parole: in questa occasione vengono incisi quattro dischi, una selezione di canzoni popolari finlandesi ma anche una composizione classica di Jean Sibelius.

Nello stesso anno Greta torna in Finlandia e riprende il contratto con l’Opera nazionale di Helsinki, che lascerà nel 1945. Diventerà anche un’insegnante di canto, ma anche di scultura, attività che continuerà fino alla sua morte, nel 1948.

La mancanza di un repertorio discografico: una posterità rubata

Queste registrazioni effettuate alla Sorbona non vengono pubblicate da Pathé: forse a causa di una notorietà ancora insufficiente di Greta de Haartman. Questa mancanza di repertorio discografico ha senz’altro danneggiato questa artista finlandese e ha rischiato di condannarla all’oblio. Di Greta de Hartmann conoscevamo il volto, ma non la voce.

E questo in un contesto in cui, all’inizio del Ventesimo secolo, vengono pubblicate importanti discografie di artisti lirici come la francese Ninon Vallin (Odeon, Pathé, Columbia), la tedesca Lotte Lehmann (Columbia, Odeon, Parlophone, His Master’s voice) o anche la norvegese Kirsten Flagstad (Victor – His Master’s Voice), oltre alla realizzazione di importanti progetti discografici come quello dell’etichetta italiana Fonotipia consistente nella registrazione in diversi anni delle più grandi voci liriche dell’inizio del XX secolo. Sono queste registrazioni sonore e la loro distribuzione al pubblico che daranno una voce eterna a molte cantanti, contribuendo così fortemente alla loro “immortalità” artistica.

Questo non accade con Greta de Hartmann. È perciò molto importante oggi riscoprire questi sette dischi e ascoltare la sua voce. Questo permette di rendere giustizia al talento di un’artista importante per la lirica internazionale, insieme ad altre artiste finlandesi come Emmy Achté, Emelie Mechelin, Ida Basilier-Magelssen, Aulikki Rautawaara o Aino Ackté.

Le registrazioni sono disponibili a questo indirizzo https://gallica.bnf.fr/services/engine/search/sru?operation=searchRetrieve&version=1.2&startRecord=0&maximumRecords=15&page=1&query=%28gallica%20all%20%22greta%20de%20haartmann%22%29&filter=dc.type%20all%20%22sonore%22#resultat-id-5

Foto di apertura: ritratto di Greta de Haartman, circa 1910 (Muesovirasto)

FONTEBIBLIOTHÈQUE NATIONALE DE FRANCE / Gallica
Marco Tosi
Come tutti i romani de Roma ha difficoltà a vivere lontano dalla sua città. Esplora però con passione la Finlandia dal 2000 e ne studia la lingua, più che altro per non rimanere tagliato fuori dalle chiacchiere segrete del figlio bilingue e della compagna, helsinkara de Helsinki.