Navigare a clinker, come gli antichi Vichinghi

Una tradizione oggi patrimonio UNESCO

Dal dicembre scorso la Finlandia ha un posto in più nell’elenco dei patrimoni UNESCO: infatti fa parte, assieme agli altri Paesi nordici, del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità con la tradizione delle barche “a clinker” (limisaumaveneet), piccole imbarcazioni di legno aperte di una lunghezza che varia tra i cinque e i dieci metri.

Per quasi due millenni, i popoli della regione nordica (compresi i popoli indigeni Sámi in Finlandia, Norvegia e Svezia e gruppi minoritari come i Kvens in Norvegia, i Tornedaliani in Svezia, e la popolazione di lingua svedese in Finlandia) hanno costruito barche che utilizzano le stesse tecniche di base: le assi sottili sono fissate a una spina dorsale della chiglia e degli steli, e le assi sovrapposte sono fissate insieme con rivetti metallici, chiodi o funi.
I costruttori di questo tipo di barche tradizionali sottolineano il lungo tempo necessario per acquisire le conoscenze e le abilità per costruirle: per imparare il mestiere era comune iniziare la formazione con un maestro fin dalla più giovane età e continuarla per un tempo che poteva andare fino a dieci anni .

Tradizionalmente, i costruttori di barche lavoravano senza l’ausilio di disegni, costruendole sulla base della propria esperienza e conoscenze tramandate di generazione in generazione, in collaborazione con il futuro proprietario della barca, in modo che ognuna fosse specificamente adatta all’uso e all’ambiente a cui era destinata.
In passato la capacità di costruire una barca era un’abilità molto più comune di quanto non lo sia oggi: nell’area dell’arcipelago, durante il XIX e il XX secolo, ad esempio, in quasi tutte le famiglie c’era qualcuno in grado di costruire una barca per uso personale, oltre ai costruttori di barche professionisti, numerosi in tutto il paese.
Attualmente ci sono tre istituzioni in Finlandia che insegnano la costruzione di barche in legno.
Ciò che rende unica questa tecnica è il fatto che oggi, in tutto il Nord, le barche di legno vengono ancora costruite utilizzando le stesse antiche procedure, per cui anche il numero di barche così realizzate è diminuito drasticamente durante gli ultimi anni. Come pure il numero degli artigiani in grado di realizzarle, e le competenze che custodiscono.
Simbolo del comune patrimonio delle coste nordiche, erano tradizionalmente utilizzate per la pesca e per il trasporto di materiali e persone. Oggi sono usate principalmente nelle feste tradizionali, nelle regate e negli eventi sportivi, anche se circa un migliaio di persone si guadagnano ancora da vivere, in tutto o in parte, con la loro produzione, manutenzione o uso.
Tra le tradizioni legate a questa produzione ce ne sono anche di sociali: ad esempio, una volta terminate, le barche possono essere portate cerimonialmente in acqua dove viene poi dato loro un nome e si augura buona fortuna e canti tradizionali possono essere cantati durante la navigazione e il canottaggio.

Per migliaia di anni, queste barche hanno fornito la struttura per i collegamenti dei popoli nordici con il mondo circostante: utilizzando piccole imbarcazioni, i pescatori provvedevano alle loro famiglie e con grandi navi si stabilivano contatti lungo le coste e attraverso i mari.
Le navi leggere, forti e veloci dei Vichinghi erano insuperabili ai loro tempi e fornirono le basi per i regni scandinavi.

Una testimonianza dello status del “clinker” nella cultura finlandese è il fatto che è uno dei pochi manufatti raffigurati in disegni e dipinti rupestri vecchi di secoli. Le prime prove dell’uso di barche si possono trovare nei dipinti dell’età della pietra risalenti a circa 5.000 anni fa.
In Finlandia sono state ritrovate alcune pagaie e barche a fondo piatto intagliate dell’età della pietra, ma le vere scoperte di barche hanno meno di mille anni.
In un paese come la Finlandia, disseminato di laghi e fiumi, una barca consentiva una mobilità ad ampio raggio.
Le barche più primitive erano ricavate dal tronco di pioppo tremulo (haapio), intagliandolo ed espandendolo con il calore. Le fiancate venivano poi a poco a poco tirate su e la capacità di carico aumentava di conseguenza. In questo modo, la proporzione del tronco che formava lo scafo diminuì mentre il numero di assi di raccordo aumentava. Oltre a utilizzare chiodi di metallo, le assi erano in “cucite” insieme per mezzo di sottili radici di alberi o strisce di cuoio, ed è così che è nata questa tecnica costruttiva. Una barca realizzata tra il 1025 e il 1065 AC è stata scoperta, ad esempio, nell’area di Hartola.

In Finlandia, la forma e il design delle barche “clinker” tendono a dipendere dalla posizione geografica e dallo scopo d’uso. In generale, le barche usate in mare sono più larghe e profonde delle barche fatte per laghi e fiumi. Per esempio, le barche fluviali utilizzate nella Finlandia settentrionale sono generalmente lunghe e strette, mentre quelle delle regioni dei laghi hanno una forma intermedia.

La barca a motore Victoria, costruita nel 1962 e usata, tra gli altri, da Tove Jansson. Foto Kansallismuseo/ Suomen merimuseo

Alcuni hobbisti costruiscono barche “a clinker” per uso personale. In termini di conservazione della tradizione, tuttavia, la domanda più importante da porsi oggi è se i costruttori di barche per uso professionale continueranno o meno ad avere un numero sufficiente di clienti che desiderano una barca in legno fatta a mano.

È facile avere informazioni su come costruirne una. Le barche “clinker” sono generalmente lunghe non più di sei metri e abbastanza semplici in termini di struttura; quindi, costruirne una non richiede molto spazio. Strutturalmente, presentano la caratteristica (rispetto alle barche “a paro”) che le tavole sono sovrapposte longitudinalmente, e sono più leggere poiché hanno meno ossatura interna, risultando quindi più veloci perchè spostano meno acqua.

Per realizzarle sono necessari alcuni strumenti speciali, ma la maggior parte di essi può essere realizzata dallo stesso costruttore. Il legno necessario è attualmente disponibile, ma a lungo termine potrebbe diventare più difficile reperirne di alta qualità. Ad esempio, il pino, che è il migliore per il fasciame, cresce in foreste miste da circa 150 anni, ma ottenere questo tipo di legno dalle moderne foreste commerciali non è sempre possibile.
Oggi però nuovi materiali con caratteristiche tecniche diverse e più elevate permettono di semplificare la costruzione di una barca utilizzando questa tecnica antica: ad esempio il compensato di alta qualità, realizzato con impiallacciatura tornita e colla resistente, consente la costruzione di barche leggere e resistenti. Inoltre, è possibile ridurre al minimo la quantità di telai necessari.
Un esempio di innovazione viene dalla società finlandese Vendia Woods, che ha sviluppato doghe che combinano la qualità costante e la facilità d’uso del compensato con l’aspetto delle doghe in legno massello tradizionali.
Questi nuovi materiali e strutture possono anche ridurre il tempo e lo sforzo spesi per la manutenzione della barca.

Le barche in legno costruite con tecnica “clinker” sono da secoli una presenza familiare in Finlandia, sia nelle acque interne che in mare. Nelle sue varie forme, sono stati un mezzo di trasporto insostituibile nella “Terra dei Mille Laghi” e un elemento imprescindibile nella tradizione della pesca. Ancora oggi il clinker è amato e apprezzato da tutta la popolazione, ma la continuazione della tradizione costruttiva non è affatto una certezza.

Se voleste poi risalire a una tradizione più antica, non dovete fare altro che aprire le pagine del Kalevala, e andare al Runo XVI, dove il vecchio Väinämöinen vuole costruirsi una barca, e dopo aver escluso il legno di pioppo e quello di pino, sceglie infine una quercia, e procede da par suo al lavoro di costruzione. Letteralmente, gliele suona e gliele canta, ma alla fine il “vascello” sarà (quasi) pronto:

La barca di Väinämöinen, di Chiara Pedrini

Così il vecchio Väinämöinen,

grande eterno incantatore,

la sua barca con l’incanto,

coi suoi canti modellò,

dai frammenti della quercia,

e dai trucioli del legno.

Con un verso, ecco la chiglia,

col secondo saldò il fianco,

poi intonò un terzo canto

inchiodandone gli scalmi,         

incastrandone le cime

e fissando le giunture.

Già cerchiata era la barca,

e le costole saldate,

ma mancavan tre parole

per fissare i parapetti,

elevare poi la prua

e la poppa terminare.

Runo XVI (vv. 101-18)

(Foto di apertura Museovirasto / Jaska-Poikonen)