Si danza italiano all’Helsinki international ballet competition

La nona edizione all'Opera Nazionale dal 30 maggio

La competizione di danza internazionale di Helsinki, HIBC, è da tempo nel calendario degli amanti del balletto, e riprende con rinnovato interesse dopo la pausa di due anni imposta dalla pandemia.

Sul palco si alterneranno balletto classico e danza contemporanea divisi in tre turni. Nel primo si presenta una variazione classica e nel secondo una coreografia di danza contemporanea. Durante il terzo turno i partecipanti danzano sia classico che contemporaneo. Le categorie sono junior (15-19 anni) e senior (20-25 anni). La giuria internazionale di alto livello è capeggiata da Madeleine Onne, direttrice artistica del Balletto Nazionale Finlandese. La competizione è organizzata da HIBC Association che vede come presidente la famosa danzatrice e coreografa Minna Tervamäki.

Questa edizione vede confrontarsi sul palco diversi connazionali. Per la categoria senior, Lorenzo Pontiggia e Leonardo Celegato si sono resi disponibili per un approfondimento personale sulla competizione.

Lorenzo Pontiggia

Lorenzo ha studiato un anno alla Scala di Milano, ma per problemi fisici non è stato ammesso al corso successivo. Prosegue gli studi a Parma, dove conosce la Youth American Grand Prix e, dopo il concorso, vince la borsa di studio per la scuola estiva. Passa il provino e trascorre tre anni a Orlando e in seguito gli verrà offerto un contratto al Cleveland Ballet. Poi il covid, che gli taglierà i piedi metaforicamente parlando, e lo costringerà al rientro in Italia a causa di visti e permessi che non si è potuti rinnovare. Ma il contratto presso il Cleveland Ballet è ancora valido e la domanda per il visto inviata, quindi spera di fare le valigie a breve. Alla HIBC si presenta come danzatore indipendente.

Leonardo è danzatore dal 2021 presso il Balletto Nazionale Estone. I primi studi in piccole scuole private italiane gli hanno dato una buona base su cui lavorare e aperto la possibilità di intraprendere una preparazione accademica internazionale. È stato alla Joffrey Ballet Studio Company dove ha avuto esperienze pre-professionali e avuto contatti con l’Estonia, la quale gli ha poi offerto quello che è importante per lui: danzare e stare in scena.

Conosciamoli meglio questi due ragazzi, entrambi classe 2000.

Come siete venuti a conoscenza di HIBC?

A Lorenzo è bastato il passaparola di amici che hanno calcato il palco e il podio della HIBC ad entusiasmarlo e a convincerlo a mandare la sua candidatura. Sicuramente l’opportunità di uscire dalla bolla covid ha avuto il suo peso nella decisione. Per la selezione ha inviato due variazioni classiche da La Bella addormentata nel bosco e Lo Schiaccianoci, entrambe non più vecchie di sei mesi. Sfida accettata con coraggio, considerando le restrizioni e la difficoltà dei danzatori di allenarsi in spazi adatti e soprattutto di allenare la propria presenta scenica e gestire le emozioni che lo stare sul palco procura.

Leonardo è stato notato a lezione dal suo insegnante Sergei Upkin, il quale aveva in precedenza partecipato alla HIBC e si è proposto come preparatore per la competizione. Leonardo si è quindi fidato del potenziale che un danzatore più esperto e del calibro di Sergei ha visto in lui. HIBC ha accettato la sua candidatura sulla base del video inviato della variazione de Il Corsaro.

Differenza tra competizione e spettacolo in termini emotivi, psico-fisici e preparatori.

Per entrambi lo spettacolo è un processo che conduce a un contatto e alla conoscenza del personaggio; è possibile dosare le energie e la concentrazione mentale. La competizione è un momento di grande intensità durante il quale ci si gioca tutto: si mettono in scena la tecnica, l’espressività corporea e si combatte tra la tensione interiore e la fluidità dei movimenti esteriori, fatti in apparenza senza fatica, scaturiti quasi naturalmente.

Che aspettative avete sulla competizione in sé e che ripercussioni immaginate sul futuro?

Lorenzo vive le competizioni come un’esperienza di crescita che va vissuta al meglio delle proprie opportunità, con aspettative adeguate alla propria consapevolezza di danzatore. Meglio godersi l’esperienza del qui e ora e il futuro verrà da sé.

Anche per Leonardo è importante puntare al massimo delle proprie capacità riconoscendo i propri limiti e punti deboli: la non partecipazione ai turni successivi è uno spunto per guardare i più virtuosi dal palco e concentrarsi sul capire la loro tecnica in vista di un personale miglioramento.

Leonardo Celegato – Foto di Temur Suluashvili

Qual è il momento più difficile in scena o della variazione?

I pochi attimi che intercorrono tra il dietro le quinte e il sollevamento del sipario sono quelli più intensi e sempre diversi per Lorenzo. Una volta che si inizia, oramai si deve ballare, come si suol dire. E lo si fa fino alla fine della variazione, con concentrazione nonostante la stanchezza che la variazione richiede, in quanto in un massimo di un minuto e mezzo è concentrata molta tecnica e tanta espressività attoriale. Non ci si può lasciare andare proprio alla fine e la tensione e concentrazione si devono mantenere fino ad un paio di secondi dopo la fine della musica. La parte di contemporaneo è quella che richiede più impegno per Lorenzo, in quanto il lasciarsi andare, essere flow, è in antitesi con il rigore del balletto classico, anche se negli ultimi anni alcune influenze lasciano intravedere una linearità un po’ più morbida rispetto al rigore che da sempre ha accompagnato il balletto.

Per Leonardo non c’è un momento specifico, ma più che altro la tensione e concentrazione continua che si protraggono per tutta la durata dell’essere sul palco. Si impara il loro controllo con l’esperienza, insieme alla convivenza continua con l’ansia che accompagna ogni calcata sul palco. Per chi ne sa qualcosa di balletto, sicuramente capirà il tipo di concentrazione e coordinazione fisica richiesta a Leonardo nel pezzo per lui più difficile della sua variazione della Silfide: tour all’air a destra e a sinistra presi da dei battue – e per giunta a fine variazione.

Qual è stato il traguardo più importante nella vostra carriera coreutica?

A gennaio 2019 Lorenzo ha vinto il Youth American Grand Prix sulla musica di Bocelli. Una conquista professionale e anche personale, considerando che due mesi prima della competizione aveva avuto un problema fisico che l’aveva fatto riflette sino all’ultimo riguardo la partecipazione. Doppie lacrime di gioia, quindi.

“Aver ballato al Teatro Mariinsky di San Pietroburgo” – Leonardo.

E gli brillano gli occhi in modo diverso rispetto a quando mi comunica che stasera ballerà la Bajadere a Tallinn.

Competere contro amici e/o conoscenti: è una conferma che nella danza si riconosce il merito e si prende il “rivale” da esempio?

Lorenzo conferma una invidia positiva che porta all’auto criticismo e a migliorarsi. A volte sembra essere un vantaggio essere tra i cosiddetti scarsi, in modo da prendere coscienza delle proprie mancanze tecniche e migliorarsi. Tra i partecipanti di questa edizione di HIBC Lorenzo si trova a confrontarsi con tre danzatori che già conosce: due ragazzi dall’Accademia della Scala e un americano stabile in Finlandia, in aggiunta ad una ragazza di Orlando che ovviamente gareggia in categoria separata.

Leonardo conosce solo una danzatrice estone e ovviamente competono in categorie separate. La meritocrazia vige tra i danzatori: bisogna riconoscere i meriti degli altri ed accettarli per crescere in primis come persone e in seguito per il perfezionamento della tecnica.

Cosa vorreste portarti a casa da HIBC?

“Essere sul palco è già una vittoria, considerando che l’ultimo palco è stato nel 2020” – Lorenzo.

Le competizioni portano sempre con sé un aversi capiti meglio e in tasca una piccola vittoria personale: nel caso di Leonardo è una propria “premiere” di una variazione che non aveva mai danzato prima.

Maj-Lis Rajala, Uno Onkinen e Doris Laine nel 1957

HIBC nasce nel 1984 per volontà di Doris Laine, ex-danzatrice finlandese di fama internazionale. Lasciata la carriera sul palco, la Laine ha fatto parte di diverse giurie di competizioni coreutiche internazionali a Jackson, Mosca, Varna e altre città importanti nel settore. Sfruttando l’esperienza e la notorietà, la Laine si è messa in gioco sviluppando l’idea di HIBC, appoggiata in seguito dalla Città di Helsinki. E sin dalla prima edizione fu un successo.  La collaborazione con l’Opera e il Balletto Nazionale Finlandese si sviluppa a metà degli anni Novanta, scegliendo Jorma Uotinen come nuovo direttore artistico di HIBC. I direttori artistici a seguire, del calibro di Dinna Björn, Kenneth Greve e Madeleine Onne, hanno sviluppato la competizione fino a renderla una degli eventi più amati e ambiti da ogni danzatore.

Sono tanti, danzatori e danzatrici, che dopo un successo a Helsinki hanno instaurato contatti con diverse compagnie professionali di danza. Tra loro si ricordano Barbora Kohoutková, Iana Salenko, Daniil Simkin, Maria Baranova.

Quest’anno le richieste di partecipazione sono state 151, e gli 81 selezionati sono arrivati da 20 diversi Paesi.

https://ibchelsinki.fi

Aggiornamento 8.6

La serata di gala di HIBC si è aperta col Passo a due di Brooklyn Mack con Patricia Zhou (Il lago dei cigni) e conclusa con un’altro Passo a due di Maria Baranova con Emilio Pavan (Thais). Nel mezzo le proposte dei finalisti, gran parte pezzi classici ad eccezione di Anna Roberta Lahesoo, Anni Martinsén, Thimas Brun & Heidi Salminen e Luciano Ghidoli che hanno scelto il contemporaneo, ammazzando le linee, la rigorosità e il virtuosismo del classico.

Applausi lunghi e meritati per Luciano, che col suo Separation among us ricordava lo sdoppiamento di personalita’ di Fight Club.

Nell’assegnazione dei premi si è valutata la tecnica, la presenza scenica e la musicalità.

Per una lista completa dei premi: https://ibchelsinki.fi/…/the-winners-of-the-helsinki…/

(Foto del titolo: Lorenzo Pontiggia, di Smackarts)