Alla ribalta di Venezia la cinematografia Sámi

Sullo schermo il destino dell’unico popolo indigeno d’Europa

Árran 360° realizza una fusione di narrativa indigena e tecnologia innovativa. Il Lávvu (sorta di grande tenda ad uso abitazione temporanea del popolo nomade) ha una forte tradizione nella cultura Sámi, dell’unico popolo indigeno in Europa, poiché per secoli è stato sia una casa che uno spazio spirituale per la gente lappone. Il Lávvu era il rifugio nei rigidi inverni artici, costruito per resistere a bufere e forti venti: tanti figli vi sono nati, tante storie raccontate e tante generazioni transitate. Il tradizionale Lávvu è sempre stato mobile e, come disse il famoso poeta lappone Aillohaš: “La mia casa è nel mio cuore e migra con me”.  Árran, in lingua Sámi, vuol dire ‘focolare’. Entrando nel moderno Lávvu  ricostruito a Venezia  si accede in uno spazio circolare dove il passato incontra il futuro.

Árran 360° è un progetto cinematografico unico nel suo genere che presenterà sei opere originali su schermo a 360 gradi create da sei importanti artisti Sámi; la prima mondiale di Árran 360° viene presentata come parte ufficiale del programma esteso del “Padiglione Sámi” alla 59a Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. Sull’isola di San Servolo, si entra in un nuovo regno digitale ove i narratori indigeni affrontano l’esplorazione delle tecnologie a realtà estesa XR.

In collaborazione con il collettivo Dáiddadállu – Artisti, è in programma un ricevimento di apertura con un’esibizione dal vivo del famoso spettacolo di danza Vástádus eana / La risposta è la terra.  La serata si concluderà lasciando che il pubblico entri nella sfera della scena Sámi. L’evento di apertura è gratuito. A causa della capacità limitata, si chiede di registrarsi in ​​anticipo qui

In una prima storica, il Padiglione nordico ai Giardini della Biennale è stato trasformato quest’anno in ‘The Sámi Pavilion’, con un progetto commissionato dall’Office for Contemporary Art Norway (OCA) con gli artisti Sámi Pauliina Feodoroff, Máret Ánne Sara e Anders Sunna.

La mostra del Padiglione Sámi è curata da un gruppo composto dalla studiosa Sámi Liisa-Rávná Finbog, direttrice e curatrice capo dell’OCA Katya García-Antón, e dalla guardiana della terra Sámi Beaska Niillas; assistenti curatoriali: Liv Brissach, Raisa Porsanger e Martina Petrelli. ÁRRAN 360° fa parte ufficiale del programma esteso del “Padiglione Sámi” alla 59a Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. Il progetto è sviluppato in stretta collaborazione con l’Office for Contemporary Art Norway e finanziato dal Norwegian Film Institute.

L’arena è progettata su misura come un tradizionale Lávvu con uno schermo a 360 gradi. San Servolo si trova in una posizione strategica tra i Giardini della Biennale e l’isola del Lido, sede della Mostra del Cinema di Venezia ed  è raggiungibile in vaporetto da Piazza San Marco e dal Lido. “Siamo orgogliosi di far parte di questa iniziativa”, commenta Kjersti Mo, CEO del Norwegian Film Institute. “Le opere presentate attraverso ÁRRAN 360° rappresentano una parte importante della nostra cultura e del nostro patrimonio. Non vediamo l’ora di presentare queste opere a un nuovo pubblico attraverso un formato innovativo che rende omaggio alla ricca cultura narrativa dei Sami”.  “Con Árran 360° vogliamo invitare il pubblico mondiale a sperimentare lo spirito della nostra narrazione circolare e ad abbracciare gli spettatori con i nostri paesaggi dell’anima e il nostro legame con la terra. Árran è una parola Sámi del Nord che descrive il focolare di un ‘Lávvu (una tenda tradizionale Sámi) e attorno al quale si svolge la nostra narrazione da tempo immemorabile”. commenta la direttrice dell’ISFI Anne Lajla Utsi.

Tutte le proiezioni, le mostre e gli eventi sono gratuiti e aperti al pubblico. Le proiezioni e le mostre di Árran 360° sono aperte dalle 12:00 alle 20:00 tutti i giorni, dal 27 agosto al 10 settembre. Si terranno numerose presentazioni ed eventi artistici aggiuntivi in ​​​​associazione con Árran 360 °, tra cui un programma di opere di realtà aumentata indigena (AR), seminari, conferenze e un programma curato da Julie Nagam e Heather Igloliorte con opere di Arctic Indigenous 360 ° dal Canada.

In mostra i seguenti registi Sámi e il loro lavoro:

Ann Holmgren Aurebekk, Ovias – Una giovane donna intraprende un viaggio in un altro mondo onirico per scoprire che ogni piccola azione che facciamo in questo mondo ha una risonanza diretta in una miriade di altri regni.

Elle Márjá Eira, Eallu girdnu – Recinto delle renne – In piedi nel cuore del girdnu (recinto per renne) circondato da renne che si muovono con un movimento circolare, lo spettatore sperimenterà una sensazione delle grandi forze che esistono nel sistema dell’allevamento delle renne.

Hans Pieski, Muohtačalmmit – L’immenso potere dell’acqua e la dipendenza dell’uomo da essa sarà contemplato in questa surreale opera di video arte.

Liselotte Wajstedt, Eadni – Madre – L’Háldi è una creatura della foresta che può attirare i bambini nei boschi. È solo una parte della mitologia Sámi o è reale?

Marja Helander, Áfruvvá – Sirena – L‘áfruvvá è un essere marino Sámi, il fantasma di una persona annegata. Desiderando calore, emerge dal mare in un mondo privo di umani e sperimenta l’umanità attraverso un museo abbandonato.

Siljá Somby, Goavdi – Tamburo – Dopo che un sacro tamburo Sámi è stato rapito da un prete cristiano, siamo trasportati in un viaggio oltre lo spazio e il tempo che rivela di più sul potere innato del tamburo.

Programma completo:

Approfondimenti:

https://www.nfi.no/eng/news/2022/arran-360-premieres-at-the-venice-biennale-2022-as-part-of-the-sami-pavilion–during-the-venice-film-festival

Anticipazione:

di  Birit Haarla, Katja Haarla & Outi Pieski: Guhte gullá / Here to hear (2021)

Gianfranco Nitti
Giornalista e membro italiano dell'Associazione della Stampa Estera, visita regolarmente la Finlandia, in particolare la Lapponia, di cui scrive da anni.